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"Cambiate il sistema, non il clima"

A frenare il rinnovamento le dimensioni culturali, politiche ed economiche


17/03/2019

di Andrea di Furia

Il cartello esposto dai giovani che mi ha più colpito nella giornata dello Sciopero globale per il futuro è stato quello che apparentemente sembra stridere con gli appelli a salvare subito il Pianeta. Su quel cartello, in nere lettere maiuscole, c’è scritto (in inglese): CAMBIATE IL SISTEMA NON CAMBIATE IL CLIMA.

Mi ha colpito perché, dal punto di vista strutturale sistemico, è davvero questa la soluzione al climate change. Tutte le altre sono “finte”, oppure chiacchiere elettorali. Questa, invece, è una perla di saggezza.

Se infatti ripercorrete la metodologia con cui negli ultimi 30 si è cercato di affrontare questo problema – col risultato di non risolverlo – potete verificare che si è cercato ogni volta di dare una soluzione “puntuale” al problema specifico, mai lo si è affrontato dal punto di vista panoramico a 360°. Perché sarebbe subito uscito fuori che il nemico è il sistema sociale attuale. Anzi, antisociale!

Si è curata (quando lo si è fatto) solo una tessera del puzzle climatico, mai il puzzle nella sua interezza. Tutti, nel mondo: anche chi era favorevole a risolverlo.

Nessuno che abbia detto: cambiando il sistema cambia anche il clima!

Se viceversa si guarda al panorama climatico e a come lo si è voluto risolvere si può scoprire che, ovunque lo si è affrontato, l’ostacolo insormontabile era sempre lo stesso: il sistema che si metteva di traverso. A volte era la dimensione culturale, a volte la dimensione politica, a volte quella economica.

Il sistema sociale con le sue azioni e omissioni è la maggior causa del cambiamento climatico! Il sistema è l’ostacolo da superare. Ecco: il cartello tenuto nelle mani da una giovanissima ragazza va nella direzione giusta. Peccato vada nella direzione contraria rispetto a quella presa dagli adulti al potere sotto il nefasto automatismo (inosservato) del sistema.

Infatti è il sistema (unilateralmente o culturale, o politico, o economico) che riguardo al clima gioca contro l’Umanità - da cui si è emancipato, senza che l'Umanità se ne sia minimamente accorta - fino a negarne la reale pericolosità mortale per la Società umana.

Come la negano nel mondo (anche in Italia) tanti suoi burattini che credono di essere Mangiafuoco, e come fa oggi spudoratamente Big Donald. Nonostante la moltiplicazione dei disastri ambientali (cicloni, incendi, alluvioni, siccità) e l’aumento della loro frequenza di cui gli USA, oggi, vantano un clamoroso record assolutamente non invidiabile. Ma è il sistema USA che lo vuole.

È il sistema sociale attuale che impedisce ai Popoli sulla Terra di affrontare il problema del clima impazzito, e tutti gli altri problemi ancora insoluti. Sistema antieconomico, antipolitico, anticulturale. Sistema che come Crono, padre di Zeus, divora i suoi figli culturali, politici ed economici. La sua antisocialità è difatti… cronica.

Cambiare il sistema! Come? Provate a farvi la domanda. “Come possiamo cambiare il sistema sociale?”. E, soprattutto, cercate di darvi una risposta.

Se lo fate proverete un brivido: quello che provano i principianti free climber scalando la parete o i paracadutisti loro al primo lancio nel vuoto. Cos’è il sistema sociale? Boh! Lo sapranno gli Esperti, forse direte. Ma non è così. Tanti fatti della vita sul Pianeta dicono che pure i cosiddetti Esperti lo ignorano.

Se siete onesti con voi stessi non lo sapete descrivere neppure se siete Sociologi. "Sistema" per voi è al massimo un concetto onnicomprensivo in cui rinchiudete tutte le cause dei disagi sociali e dei fallimenti di Professori, Politici ed economisti di cui ci lamentiamo. Un’etichetta astratta buona per tutte le stagioni. Meglio, buona per tutte le giustificazioni: “La colpa è del sistema”.

Cambiare concretamente un’etichetta astratta, però, è impossibile. Come hanno dimostrato tutti i tentativi (culturali, politici ed economici) dalla Rivoluzione francese ad oggi! Occorre invece approfondire. Il sistema sociale è caratterizzato da tre dimensioni da sempre in perenne lotta per il predominio: Economia, Politica e Cultura. Chi tra loro vince… vince tutto. Vince sì, però a scapito delle Persone, delle Comunità e dei Territori!

Tuttavia - rispetto agli ostacoli messi tra i piedi di chi deve risolvere i disastri climatici - la vittoria dell'una sulle altre dimensioni sociali, qualsiasi essa sia, nulla cambia. Questo tipo di sistema unilaterale prevaricante, in cui una sola dimensione sociale prevale sulle altre due, è ostile all’Umanità sia che vinca la Cultura (laica o religiosa), sia che vinca la Politica (pubblica o privata), sia che vinca l’Economia (imprenditoriale o finanziaria).

Pensiamo dal Risorgimento in Italia ad oggi: che cosa è risultato dal predominio della Politica su Cultura ed Economia? Che la Cultura italiana è ridotta ai minimi termini e che lo stesso è avvenuto per l’Economia dell'Italia.

Direte: “Basta e avanza”. NO! In più si è prodotta l’anti-politica del litigio partitico e antipartitico oggi dominante, incapace di affrontare tutti i problemi sociali moderni e non solo il cambiamento climatico.

Se invece siete tra i convinti che la Politica ha ormai fatto il suo tempo (probabilmente siete tra i milioni di delusi dalla Politica) e che tutto dev’essere nelle mani dell’Economia (che reputate o sperate più concreta) vi è difficile osservare che il raggiunto predominio unilaterale dell’Economia sta riducendo la Politica ai minimi termini e la Cultura ancor più? Per non parlare che tutto oggi è diventato antieconomico: dal potere d’acquisto della moneta e dei salari alla scuola e al tempo libero.

Il sistema sociale a predominio unilaterale di una delle tre dimensioni sociali – che sia sintetizzato dal Mercato globale o dallo Stato sovrano o dalla Scuola di ogni ordine e grado il risultato non cambia - è esattamente il sistema antisociale che va cambiato.

Il predominio medievale unilaterale della Cultura ha creato un sistema che oggi si esprime anticulturalmente con i rigurgiti dei razzismi e degli integralismi legati all’etnos e al sangue; il predominio risorgimentale unilaterale della Politica ha creato un sistema che oggi si esprime con i conati ideologici nazionalisti e populisti; il predominio attuale unilaterale dell’Economia ha creato un sistema che oggi si esprime con violenza nelle aumentate disuguaglianze sociali e nella predazione "privata" delle risorse disponibili.

Questo squilibrato sistema a una dimensione predominante sulle altre due è ciò che va cambiato. Perché produce disastri ambientali e sociali insostenibili. Lo definiamo sociale solo perché siamo abituati a considerarlo tale, mentre è solo in grado di produrre “rifiuti antisociali”.

Evidenziare questa produzione di “rifiuti antisociali” può aiutarci a comprendere cosa in concreto si deve fare.


Facilitiamoci il compito con una similitudine. Siamo stati capaci di passare, relativamente ai rifiuti urbani, dalla loro raccolta indifferenziata in un cassonetto unico alla raccolta differenziata a cassonetti dedicati e specifici per merceologia (uno per la plastica, uno per l’umido, uno per la carta). Perché lo abbiamo fatto? Perché la raccolta indifferenziata dei rifiuti urbani è anticulturale, antipolitica e antieconomica.

Allo stesso modo dobbiamo essere capaci di passare dalla raccolta indifferenziata dei rifiuti antisociali alla loro raccolta differenziata attraverso i loro tre cassonetti specifici: Stato, Mercato e Scuola. Perché dobbiamo farlo? Perché la raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale è anticulturale, antipolitica e antieconomica.

Siamo così passati attraverso una immagine in grado di descrivere pienamente l’attuale malsano sistema sociale - senza cadere nel vuoto delle astrazioni dei free climber della Politica o col paracadute delle proprie opinioni - e allo stesso tempo capace di suggerirci la soluzione per cambiare il sistema in modo sano.

Se continuiamo a mantenere il solo cassonetto Stato (o chi lo preferisce, il cassonetto Mercato) per la raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale possiamo dimenticarci di riequilibrare il cambiamento climatico per la sopravvivenza della Società umana. Il sistema si metterà di mezzo e ci farà, come fa da oltre due secoli, lo sgambetto.

Se vogliamo dare un futuro a Greta e ai ragazzi di oggi e di domani dobbiamo cambiare la struttura del sistema sociale attuale. Dobbiamo urgentemente portarlo da un cassonetto singolo a tre cassonetti differenziati: cassonetto-Scuola per raccogliere in essa tutto ciò che riguarda la Cultura; cassonetto-Stato per raccogliere in esso tutto ciò che è Politica; cassonetto-Mercato per raccogliere in esso tutto ciò che è Economia.

Serve una legge dello Stato che attivi la raccolta differenziata del sociale tridimensionale. E il sistema sociale da nemico dell’Umanità e del Pianeta diventa nuovamente amico.

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