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A cosa serve una casa?


27/09/2021

La questione non è di lana caprina, perché riguarda il futuro di tutti noi. Cominciamo dalla realtà dei fatti, segnalati dall’Agenzia Reuters, che ha intervistato un abbacchiato manovale seduto in un cantiere semideserto di un appartamento semifinito:

Non ci pagano da agosto, facciamo il minimo di manutenzione perché non vada tutto in malora e aspettiamo. Ma fra un paio di giorni non avrò neppure i soldi per mangiare”.

Sembra di essere nell’Italia che ha subito esagerate misure antipandemiche, ma non è così: il manovale è cinese, uno dei 200.000 dipendenti di Evergrande, secondo gruppo immobiliare della seconda più ricca economia del mondo.

Forbes lo indica come il 43esimo gruppo più grande al mondo, e appartiene al n.10 della classifica mondiale dei miliardari, Xu Jiayin. E per lui la casa serve per speculare, cosa che lo ha velocemente proiettato tra i big mondiali. Attualmente ha oltre 1300 cantieri in 280 città cinesi, con 1,4 milioni di appartamenti che dovrebbe consegnare nei prossimi mesi, ma i lavori sono fermi ed Evergrande non paga né i fornitori, né i dipendenti.

Una crescita continua, come quella con cui ci adescano i nostri attuali governanti, che però non è infinita come si vede: a un certo momento l’inevitabile debito assunto per speculare alla grande (l’altra faccia dell’entusiasmante medaglia della “crescita” neoliberista) lo ha schiacciato.

Un ordigno finanziario a tempo da 305 miliardi di $, di cui 20 mld con investitori esteri, che è scoppiato causando già un -4% alla borsa di Honk kong. Un caso tuttavia assolutamente normale, già visto mille volte direte. Sì e ogni volta sono intervenuti i Governi per salvare un’impresa too big to fall: troppo grande per cadere in fallimento.

Questa volta, però, pare che questo vulnus alla libera concorrenza non finisca a tarallucci e vino. E qui ne va della credibilità stessa della religione economica neoliberista. Cosa, infatti, ha fatto detonare il bubbone?

Una frase del presidente cinese Xi Jinping che ha detto una cosa che per i neoliberisti è un’illogica inversione delle priorità, se non una vera e propria eresia:

La casa dovrebbe servire per a b i t a r c i, non per speculare”.

In più, sarà forse il clima preelettorale, Xi Jinping ha proferito anche una bestemmia che il dogma neoliberista non può accettare, ossia che la Cina deve godere di “prosperità condivisa” e non alimentare un “disordinato capitalismo”.

Il problema reale è che dietro queste parole si nasconde un “nemico” che i sostenitori del neoliberismo hanno impiegato quasi un secolo per estirpare in occidente: il pensiero che l’Economia debba servire a soddisfare necessità sociali e non il tornaconto personale dell’Azionista speculatore o del Banchiere indebitatore.

E’ questo un dogma neoliberista idolatrico che ha convinto moltissimi imprenditori e Governi democratici, e che vede paradossalmente tutti noi (anche i migranti, anche i malati intubati) come imprenditori di se stessi.

Cosa oggi molto facile da sostenere come valida, diversamente da 70 anni fa quando ancora qualche voce autorevole si alzava per contrastare la setta dei neoliberisti, perché se uno avesse un minimo dubbio al riguardo non saprebbe più a chi rivolgersi per avere lumi che non siano di parte.

Si troverebbe infatti tridimensionalmente accerchiato dal pensiero unico neoliberista che ha ormai colonizzato la dimensione culturale, quella politica e, ovviamente, quella economica da cui unilateralmente e antisocialmente nasce.


Ora, diversamente da allora, siamo in piena Società gassosa economica: viviamo in un sistema sociale in cui la dimensione Economia ha fagocitato e ormai “digerito” le altre due (Politica e Cultura), dove il Mercato fa la raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali economici, politici e culturali.

In questa struttura unidimensionale del sistema a incontrastato predominio economico il mantra neoliberista della “crescita continua” ha potuto uscire alla luce del sole con i suoi Sciamani idolatri, le sue sette e i suoi fedeli integralisti: oggi tutti perfettamente posizionati nei gangli chiave delle tre dimensioni sociali.

Possiamo dire che questo cambiamento epocale, che si pone agli antìpodi di una religione confessionale tradizionale a causa della sua matrice scientifica, è stato possibile solo nel passaggio dalla Società liquida statale a predominio politico alla Società gassosa globale a predominio economico.

In essa, i Talebani neoliberisti hanno portato avanti una strategia integrata che oltre alla produzione di idee si è occupata di sviluppare un’adeguata educazione, ha coltivato i movimenti di base, il lobbismo e l’azione politica. Senza trascurare, come primo atto di conquista, di colonizzare le cattedre universitarie mondiali più prestigiose e di nutrire con i premi Nobel per l’Economia, emessi guardacaso da una Banca svedese (!), i professori economisti più fedeli al verbo speculativo.

Ma, come sempre, il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Diavolo neoliberista che non va immaginato dotato di forcone, ma di smartphone di ultima generazione, e che è pronto a tirarsi fuori parlando di un diverso "modello cinese".

Nella realtà sociale qualcuno, in Cina, si è accorto che il neoliberismo è la classica mela avvelenata che fa godere solo gli avvelenatori. E questo qualcuno, Xi Jinping, non è un complottista o un eretico, ma un fedele che fino ad ora aveva tratto un enorme vantaggio competitivo dal capitalismo neoliberista. Tuttavia ora, forse per l’inquinamento pazzesco delle città cinesi o forse per gli eventi climatici estremi... pare ricredersi.


Che succederà ora? Dipende da che livello di pensiero sociale ci poniamo: se come Umanità intera, come Società umana (come sistema sociale) o come Individuo singolo.

Come Umanità intera siamo tutti neonati: fino alla scoperta delle Americhe neppure sapevamo esistesse un’Umanità planetaria. Tuttavia, risulta chiaro (non per quello che si può opinare, ma per i concreti risultati planetari che ha ottenuto) che il capitalismo talebano neoliberista, non moderato dalle colonizzate dimensioni Cultura e Politica, è l’attuale “male antisociale assoluto” per l’Umanità intera.

Male incurabile, perché per moderarlo dal punto di vista economico ci servirebbe un Pianeta B che non esiste e non può essere avvicinato - nonostante gli sforzi encomiabili del neolib “marziano ad honorem” Elon Mask - in tempi utili a farci scampare dalla tragedia ambientale in corso. E sarebbe solo uno spostamento del problema capitalismo neoliberista nel prossimo futuro.

Come Società umana siamo di fronte al problema strutturale del sistema sociale: che può essere unidimensionale colonizzatore, bidimensionale conflittuale, tridimensionale sinergico. Da questo punto di vista la soluzione logica e realistica è quella di “decolonizzare” le dimensioni Cultura e Politica. Qualsiasi Parlamento al mondo può legiferare la separazione “per funzione” delle tre dimensioni sociali rendendole sinergiche tra loro, così come in un’Azienda sono separate “per funzione” la divisione produzione da quella commerciale e da quella amministrativa rendendole con ciò più performanti e collaborative, rispetto ad un loro unidimensionale accentramento.  


Nella tridimensionale ed equilibrata Società calorica tridimensionale
la libertà personale, le esigenze sociali e l’iniziativa imprenditoriale c o n v i v o n o in modo sinergico, sano e fecondo.

Rimanendo colonizzatrice nella Società gassosa, invece, la dimensione economica per difendere il distruttivo dogma neoliberista può passare a utilizzare l’apparato delle alleanze per criminalizzare culturalmente, dichiarare guerra politicamente, boicottare economicamente l’avversario. Lo vediamo già fare.

Come Individuo singolo dobbiamo capire che non viviamo isolati, ma interconnessi: per cui il tornaconto personale deve cedere alle necessità sociali senza però rinunciare alla libertà personale.

In caso contrario, poiché siamo nella Società gassosa economica, il Mercato diverrà la tomba di ogni libertà culturale, uguaglianza politica e fraternità economica. E da Sudditi che eravamo nel precedente sistema antisociale unidimensionale (Società liquida politica) noi e le generazioni future diventeremo a poco a poco, come la rana cotta a fuoco lento nella pentola, Schiavi dei pimpanti neolib&company.

Come si vede, il dietro le quinte dell’affaire Evergrande non è una questione di lana caprina, ma riguarda il futuro palcoscenico della storia umana: la possibilità o meno di poter far crescere in modo sano la neonata Umanità intera.

Se verrà percorsa la strada della Società calorica tridimensionale sinergica ciò potrà avvenire in modo sano e fecondo anche per l’Individuo singolo, mentre rimanendo nella colonizzatrice Società gassosa economica l’Umanità può scordarsi di evolvere e noi singoli Individui possiamo smettere di chiacchierare a vuoto di Libertà e Democrazia: diventeremo inevitabilmente schiavi di chi detiene il denaro per l’iniziativa e/o la sopravvivenza economica.

Certo, schiavi-imprenditori di noi stessi! Non è meraviglioso?

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