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Emilia-Romagna rossa: comunista? No, "covidista"


15/03/2021

di Andrea di Furia

Per circa un mese l’Emilia-Romagna sarà rossa non perché dominata elettoralmente dal Partito di Enrico Letta, il più inglese dei nostri politici, ma per l’arrivata variante inglese del maligno coronavirus Cov-Sars-2: per gli amici Covid-19.

Nella continua emergenza della rincorsa al “diabolico” virus (che ci fa dimenticare la sua origine, il perché è più virulento in certe regioni e in altre no ecc.) possiamo osservare molte cose che ci dicono il perché - anche prima del suo avvento, che ha solo messo in maggiore evidenza le criticità preesistenti - il sistema sociale in cui viviamo è sul punto di collassare e implodere... se non cambiamo modo di pensare il sociale.

Partiamo dal significato, per l’Umanità, di questo fatto concreto innegabile: c’è un virus che ha un effetto sulla corporeità umana molto più accentuato delle normali influenze stagionali.

All’inizio (siamo a fine 2019 da cui la sigla Covid-19) si manifesta con un aspetto larvatamente culturale. Colpisce la sua mortalità, per un certo verso “razzista”: perché al 95% interessa solo gli over 80 e in particolare chi tra loro ha già contratto, in forma acuta o cronica, più patologie di per sé già mortali.

Questa caratteristica limitativa del target, invisa ai sostenitori delle vaccinazioni di massa, sembra terminata con l’arrivo delle varianti (inglese, brasiliana ecc.) che hanno abbassato l’età media: così come con soddisfazione ci dichiarano quotidianamente i telegiornali.

Poi, da marzo a giugno 2020, l’accento virale si è come concentrato più sull’aspetto politico, in attesa di un virus miracoloso che lo debelli. Attesa messianica che si manifesta da una parte coll’aver squalificato e interdetto qualsiasi approccio diverso dal vaccino [possibile che sia l'unico e il solo?]: non solo tramite compiacenti specialisti, ma anche tramite misure contenitive violente generalizzate che – in rapporto a diversi Paesi che non si sono zelantemente autoflagellati come l’Italia – a distanza di un anno non hanno rivelano nei dati statistici un risultato così eclatante da risultare giustificate: semmai il contrario.

Varie le ragioni. La più evidente è il senso di colpa dei Politici dall’aver ridotto alla canna del gas il Servizio sanitario nazionale pubblico: tagliando indiscriminatamente – pardon, neoliberisticamente – le risorse per Ricerca, Ospedali, Cliniche e posti letto.

Quindi, dal non voler intasare le insufficienti sale di terapia intensiva, nasce la necessità di scaricare sui sudditi questa cecità politica, spacciata per sana gestione della cosa sociale. 

E non solo con i famosi arresti domiciliari, resi più godibili dal termine inglese di lockdown; o con l’autoritaria “negazione di cittadinanza” per le esigenze di Covid-19 ad altre malattie meno remunerative, come ad esempio il cancro, ma anche con la volpata in zona cesarini [troppo dura? l’opinione di chi la definisce criminale?) di mandare nelle RSA, ossia nelle Case di riposo piene di over-ottantenni: bersagli privilegiati del virus.

E a distanza di un anno questa necessità di non intasare le insufficienti sale di terapia intensiva permane. Fortunatamente ci si è accorti che le RSA sono da rendere off limits al parcheggio di questi malati: che oggi, per la maggior parte dei casi lievi e medi, vengono “isolati in casa”.

Infine ora, nel 2021, si è prospettata con la massima evidenza la questione economica, devastata dalle misure politiche che sono tutte impegnate a ristorare (?), con decine di miliardi, danni procurati di centinaia di miliardi.

E qui, in ambito economico, si evidenziano due direzioni di indagine: quella sintomatica-secondaria, sempre perseguita, e quella causativa-originaria del disastro economico generalizzato: sempre ignorata o snobbata.

La prima ci porta inevitabilmente su di un fatto economico: il business dei vaccini divenuto planetario e perciò ricchissimo! Da cui deriva un riflesso importante sulle scelte politiche. Come non pensare, se non assai energica, l’azione orientatrice lobbistico-economica su Politici, Virologi e Professori vari?

Chi ingenuamente ritiene che la “salute degli italiani” sia qualcosa di più di un obiettivo inevitabile, ma secondario, evidentemente crede molto alle campagne mediatiche miliardarie fatte sui media dal Governo con i soldi dei contribuenti.

Piuttosto, per le continue dimostrazioni in merito da parte dei fatti concreti, dovrebbe ormai essere consapevole che l’attuale sistema è “alla frutta”. Frutta antisociale e non più il suo contrario sociale: cosa che giustificherebbe, invece, il pensiero ingenuo di cui sopra.

L’importanza del fatto economico-vaccinico, sempre dal punto di vista dei sintomi, per l’ambito politico è enorme: giustifica agli occhi degli elettori anche l’operato e l’esistenza di Partiti imbolsiti e fuori tempo. Quale di questi, oggi, non dichiara: “poche pippe con la questura, facciamo in fretta con i vaccini/vacciniamo tutta la popolazione e restori sùbito”… così ci togliamo il pensiero e possiamo tornare ai fatti nostri. Quali? Oggi non si sa.


Il vaccino, per i Partiti, è diventato l’incendio boschivo causato dai lavoratori impiegati nei lavori utili forestali per giustificare il proprio operato, mantenere l’impiego e il soldo. Partiti dall’incerto futuro destino, come per il PD afferma nel suo Il lungo declino dei Partiti, sul Corriere della Sera di sabato 13 marzo, un commentatore che apprezziamo moltissimo.

Galli della Loggia: «Il PD rischia così di svanire, vittima dei suoi troppi errori e del coraggio che fin qui è mancato. Il coraggio di convincersi che c’è un solo modo per tornare ad essere un vero partito nazionale e per tornare ad avere un ruolo egemone a sinistra. E cioè promuovere le modifiche della Costituzione (e in relazione a queste una nuova legge elettorale) che servono a costituire un governo centrale forte e in grado di durare più di qualche mese. (…) Di normalità, di ipotesi sul “campo largo da costruire” e altri pannicelli caldi simili, il Partito democratico muore. Per tornare alla vita gli serve l’audacia della rottura».

A Galli della Loggia manca solo la coscienza della necessità preliminare di strutturare diversamente non i Partiti o la Legge costituzionale, ma il sistema attuale: che ora pratica la raccolta dei “rifiuti sociali” economici, politici e culturali nel bidone dell’indifferenziata sociale Stato (se ci riferiamo all’Italia/alle ragioni nazionali) o nel bidone dell’indifferenziata sociale Mercato (se ci riferiamo alla Unione Europea/alle ragioni planetarie).

La vera rottura per cui si deve avere coraggio “ora” è quella che porta a strutturare in senso tridimensionale il sistema monodimensionale attuale altrimenti - non passando alla raccolta differenziata del sociale economico, politico e culturale - anche promuovere modifiche alla legge costituzionale e la relativa nuova legge elettorale sono altrettanti “pannicelli caldi”: già visti nella loro sterile efficacia.

Tornando al business vaccinico (che è un sintomo sempre secondario dell'antisocialità attuale a livello planetario), va rilevato che oltre all’effetto su Economia e Politica ha anche un notevole effetto nel campo culturale: sia per il blocco di tutte le attività culturali “in presenza”, sia per la Ricerca: i nuovi vaccini sono la nuova frontiera VGM, quella dei Vaccini Geneticamente Modificati.

In loro contengono una “informazione genetica” che modifica la genetica del vaccinato per contrastare gli effetti della malattia trattata. Il problema più piccolo, per il momento, sono gli effetti collaterali ancora sconosciuti ma scientificamente prevedibili, che questa informazione procura al codice genetico, e quindi alla salute, del vaccinato.

Forse, però, i probabili casi di trombosi relativi ai lotti ritirati del vaccino Astra-Zeneca sotto indagine potrebbero essere il riflesso di questa “informazione genetica aggiuntiva” su categorie particolari di vaccinati, ancora tutte da scoprire.

Ma i fattori causativi primari di queste situazioni, che proprio sociali non sono, ci appaiono due: da una parte la struttura unidimensionale del sistema attuale che vuole e promuove il predominio indiscriminato, quasi religioso, dell’Economia su Politica e Cultura; dall’altro l’incapacità (di chi ci Governa, ma anche di moltissimi tra noi) di “pensare dall’interno il processo economico”. Ovvero in maniera non astratta e sintomatica, ma concreta: in maniera complessiva e pluridimensionale.

La prima causa originaria ignorata (il sistema unidimensionale antisociale), rispetto all’auspicio di Galli della Loggia impedisce qualsiasi possibilità positiva per tutto ciò che è Politica. Quindi anche per ciò che concerne un “restyling” dei Partiti, della Legge costituzionale, elettorale, Democrazia ecc.

La seconda causa originaria, l’incapacità di guardare “dentro” il processo economico va spiegata con un esempio. In una stanza fredda la temperatura viene misurata in 7° con un termometro, se vogliamo riscaldare la stanza a 20° operiamo sulla caldaia, aumentando così la temperatura ambientale. Per riscaldare la stanza non cerchiamo, sicuramente, di operare sull’asticella di mercurio del termometro facendo salire a 20° solo lei (senza intervenire sulla caldaia!).

Nei processi economici, invece, facciamo esattamente il contrario: operiamo sull'asticella del termometro statistico che segna le temperature economiche, e non sulla caldaia-sistema che ha l'effettivo compito di scaldare l'ambiente sociale.

Compiamo azioni per modificare le statistiche, ad esempio, come inserire l’attività criminale mafiosa nel PIL per aumentarlo artificiosamente... e non agiamo sulla caldaia (il sistema a struttura unidimensionale, che promuove l’economica criminale delle mafie, e non solo quello) per riscaldare la stanza (per affrontare le ragioni concrete che favoriscono l’economia criminale). Economia criminale che, appunto, nella presente situazione sanitaria… prospera più di prima.


Tornando al Covid-19, cosa ci sta insegnando con forza, ma che già era presente prima della sua venuta?

Intanto che nella dimensione culturale le Persone mancano della necessaria Libertà, causa la sua soppressione da parte della gestione (indebita, perché non è nelle sue corde funzionali) dello Stato e/o del Mercato; che nella dimensione politica (intossicata da differenze dovute a classi e caste ormai cadaveriche) manca una reale Comunità umana in cui sperimentare l’uguaglianza tra uomo e uomo; che nella dimensione economica manca totalmente la sua ragion d’essere, la Fraternità, da quando, circa due secoli fa, si è basata sulla “divisione del lavoro”.

La logica della realtà interna al processo economico è questa: da quando nessuno (l’eccezione conferma la regola) fa le cose per sé (vestiti, cibo, svaghi ecc.) ma li riceve fatte dagli altri… l’a l t r u i s m o ha preso il posto dell’egoismo (fare tutto da sé e per sé) come fatto e c o n o m i c o, prima che morale.

Questo “lavorare per gli altri” è imposto dalla moderna “divisione del lavoro”: per cui un’automobile viene divisa nel lavoro di chi fa le ruote, chi gli interni, chi la scocca, chi i bulloni, chi le viti e così via. Da cui ne deriva, per logica economica, che non si può più lavorare per sé… ma per esigenze sociali.

Non è per “buonismo etico” o per ideologia politica che la dimensione economica deve essere “istituzionalmente resa fraterna”, ma per la sanità dell’Economia stessa.

Nel frattempo l’Economia, come la Regione Emilia-Romagna, resta rossa: non per il covid-19, ma per la vergogna… di essere ancora impestata dal neoliberismo planetario: espressione obsoleta di quell’egoismo economico che era “economicamente” lecito solo quando ancora la divisione del lavoro, come processo economico reale, non c’era!

Ora, però, il vaccino all'antisocialità attuale da trovare è per il pensiero che applichiamo al sociale: che adesso si deve applicare alla struttura del sistema sociale per modificarla funzionalmente in senso tridimensionale prima di ogni altra cosa.

Qui è la rottura, che la Società umana attuale deve avere il coraggio di attuare.

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