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I misteri oscuri del passato riemergono (leggi la Strage di Bologna)

La verità possiede una penna magica che scrive anche se è arrugginita


08/07/2019

di Mario Pinzi


La verità ha acceso i riflettori sulla strage di Bologna del 2 agosto del 1980, dove si evince che le dichiarazioni di Cossiga erano vere. 
L’ex presidente prima di morire sostenne che la responsabilità della strage era da attribuire al Fronte popolare per la liberazione della Palestina. 
La bomba la stavano trasportando due arabi diretti a Trieste per consegnarla alle Br e sembra che l’esplosione sia avvenuta incidentalmente per il mal funzionamento dell’innesco. 
A quell’epoca la testimonianza di Cossiga mandò su tutte le furie alcuni magistrati bolognesi, ma dopo lo scandalo Palamara, dove il procuratore della Cassazione Riccardo Fuzio è stato costretto a lasciare lo scanno del potere, non ci si può meravigliare se le dichiarazioni dell’ottavo Presidente della Repubblica italiana non furono ascoltate. 
La tesi di Cossiga è stata confermata anche da Adriano Monti, protagonista del golpe Borghese, che negli anni ‘70 era un agente sotto copertura della Rete Gehlen (organizzazione spionistica nata per contrastare l’Unione Sovietica) legata al Vaticano e alla Cia. 
L’anziano signore in una intervista ha confermato che Abu Omar in punto di morte gli riferì che la strage di Bologna era avvenuta per un banale incidente e che Cossiga era stato prontamente informato da un prete maronita per far emergere la verità.   
Cari lettori, la pista nera non c’entra nulla con la strage e quello che sconcerta maggiormente è l’insensibile comportamento della magistratura alle dichiarazioni dell’ex presidente. 
Chi ha causato gli 85 morti e i 200 feriti del 2 agosto del 1980 è stata la “pista palestinese” coperta dalla sinistra italiana e Cossiga questa scomoda verità l’ha sempre dichiarata.  
Per il Pd è veramente imbarazzante affermare che i palestinesi che trasportavano la bomba erano sotta la copertura dei loro antenati, ma va anche sottolineato che il circo equestre della politica rossa italiana fa molta fatica a turbarsi dei propri errori e questa affermazione la faccio a cuor leggero perché anche i nuovi leader dopo aver aiutato Carola a non essere arrestata hanno contribuito a far esplodere nel mediterraneo una gara tra le Ong finalizzata a scaricare gli extracomunitari nel nostro Paese e da questo comportamento emerge il loro DNA. 
Ci mancavano solo le nuove nomine europee per far esplodere di rabbia le persone di buon senso. 
La sinistra italiana ha perso le elezioni, ma David Sassoli, giornalista Pd, ha ottenuto la presidenza dell’Europarlamento e l’asse franco-tedesco si è aggiudicato le nomine più importanti dei vertici Ue. 
Proviamo ad andare con ordine. 
La Merkel, alla presidenza della Commissione europea ha piazzato la sua ministra della Difesa Ursula von der Leyden, mentre Macron al posto di Draghi ha messo Christine Lagarde, attuale direttore generale del Fondo Monetario Internazionale. 
La vecchia dittatura per mantenere il potere si è dovuta unire con i popolari, socialisti e liberali; questa situazione evidenzia che l’Europa è tenuta in piedi da saldature che possono saltare da un momento all’altro. 
Queste posizioni di potere confermano che nell’Unione comanda solo l’asse franco-tedesco e allora la domanda che sorge è la seguente: quali benefici ne può trarre l’Italia se l’austerità economica non verrà abbandonata per favorire il consumo interno che ha la forza di ridurre il debito? 
Cari lettori, abbiamo vinto le elezioni, ma non cambia nulla. 
La Lagarde ci ucciderà e se Salvini vuole veramente bene al proprio Paese deve procedere con il programma della flat tax, anche a debito, perché il tempo della salvezza è scaduto.   
I soliti disfattisti animati da un profondo odio verso la Lega, si sfregano le mani per le nuove nomine europee e non comprendono che saranno loro i primi ad essere eliminati. 
Olli Rehn, ex vice presidente della Commissione Ue e ligio osservatore degli ordini finalizzati all’austerità, oggi guida la banca centrale finlandese e può parlare liberamente. 
Raggiunta una certa età sorge il bisogno di dire la verità, e in una intervista rilasciata al “Sone 24 Ore” ha affermato che l’Italia nonostante il suo elevato debito pubblico ha in seno un potenziale enorme che può innescare un nuovo boom economico come quello degli anni 50. 
Cari lettori, questo signore ha parlato liberamente senza condizionamenti imposti dalla dittatura franco-tedesca, e la sua liberazione morale dovrebbe farci riflettere.  
Avete letto bene: dittatura franco-tedesca. 
I governi che hanno seguito puntualmente le regole europee hanno fatto aumentare il nostro debito di 300 miliardi, passando dal 123 al 132% del Pil.
Questo disastro economico la dice lunga sui suggerimenti di Bruxelles, e il loro comportamento ci obbliga ad una fuga senza ripensamenti…   

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