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Il "Capitalismo della sorveglianza"... bis: il nuovo fenomeno involutivo della Civiltà occidentale


23/11/2020

di Andrea Di Furia

Shoshanna Zuboff ha scritto (ne abbiamo già parlato la scorsa settimana) un libro: il Capitalismo della sorveglianza che vale la pena leggere, perché dà un senso all’enorme potere, sovranazionale, che detengono aziende come Google e Facebook e i loro epigoni. Li definisce Capitalisti della sorveglianza e con ciò ci permette di inquadrare un nuovo fenomeno involutivo della Civiltà occidentale, di cui ormai tantissimi si sono resi conto anche “a pelle” dopo gli eventi legati all’epidemia Covid-19.

Con la capacità di estrarre enormi quantitativi di dati dalla nostra frequentazione ormai giornaliera del web questi Capitalisti si sono auto-elevati sopra il Mercato come lo conosciamo fin qui noi: stravolgendo il classico rapporto tra Produttori, Distributori e Consumatori.

In effetti si sono creati un apparente “overMarket” elitario, in realtà “sub-umano”, che esclude dalla classica triade i Consumatori. Consumatori che sono stati declassati a utile merce da trasformare, in questo overMarket che riconosce dignità, ma esclusivamente economica, soltanto ai Produttori (i Capitalisti della sorveglianza) e ai loro Clienti diretti.

Clienti diretti che assumono in sé la doppia faccia di Distributori e Consumatori: distributori non più di merci e servizi che “modificano la Natura esterna all’uomo” per soddisfarne i bisogni, bensì distributori di comportamenti obbligati che soddisfano i loro stessi allucinati e distopici sogni di “modificare la Natura umana”.

In realtà, il Capitalismo della sorveglianza ha distolto i “mezzi di produzione” dal loro fine umano di soddisfare i bisogni del Consumatore. Li ha trasformati in “mezzi di modificazione dei comportamenti umani”, di cui sono destinatari i vari Clienti diretti di Facebook e Google per i quali ogni nostro movimento, emozione parola e desiderio sono catalogati, manipolati e poi indirizzati per far guadagnare qualcun altro.

Questo ad alcuni sembra solo una diversa espressione, come ce ne sono state tante altre nella storia recente, del Capitalismo di mercato e il solito approccio “sostanziale” al sociale non può che oscillare tra chi lo ritiene positivo (perché baratta sicurezza collettiva al prezzo di una troppo faticosa libertà individuale) e chi no (perché non vuole barattare responsabile libertà individuale al prezzo di una troppo illusoria sicurezza collettiva).

Ma non è così. Il Capitalismo della sorveglianza è molto di più e peggio! E questa analisi meno sognante e più aderente alla realtà è possibile solo ad un approccio “strutturale” al sociale che porta a rivelare e disincantare, nella sua novità di fenomeno sociale, la sua intrinseca e profonda disumanità.

Nell’ottica strutturale sociale l’uomo si esprime, nel sistema attuale, in tre diversi modi: come Persona nella dimensione culturale, come Comunità nella dimensione politica, come Territorio-ambiente nella dimensione economica.

Già da questa semplice differenziazione si vede come nella dimensione economica – l’ultima in ordine di tempo ad essersi emancipata e resa autonoma dalle altre due – il focus non sia più direttamente l’uomo né come singolo (dimensione culturale), né come comunità (dimensione politica), bensì il Territorio-ambiente: un elemento solo indirettamente umano.

Afferrare questo “indirettamente umano” è molto importante. Infatti, può con molta facilità diventare “non umano” o “dis-umano” o “anti-umano” in un’epoca materialista come la nostra: avendo il materialismo un’idea tutta esteriore dell’evoluzione dell’uomo, mentre nega la possibilità di una sua evoluzione interiore.

Per una visione del mondo materialista “dogmatica e assolutista” tutto ciò che riguarda l’uomo deriva dai geni: quindi sanità mentale o corporea è già predefinita in essi: quindi non esiste un essere animico-spirituale interiore dell’uomo che possa evolvere e modificarli.

Un tale modo unilaterale di pensare è particolarmente problematico in una Società umana gassosa come l’attuale, in cui la dimensione economica spadroneggia unilateralmente sulle altre due: non moderata e limitata né da un’idea religiosa, né da un’ideologia politica. Pensare che è alimentato dalla “fede nella tecnoscienza” (non più nell’uomo!) che caratterizza questo sistema sociale unilaterale e che ha soppiantato le precedenti fedi: quella nella propria “confessione religiosa” caratteristica delle Società umane solide, e quella nella propria “ideologia politica” caratteristica delle Società umane liquide.


Questa idolatrica “fede nella tecnoscienza”, per la quale non esistono limiti legali nazionali né ostacoli morali personali alla propria sfrenata espressione, tra i vari sacerdoti che la interpretano vede ora anche questi Capitalisti, come Mark Zuckerberg di Facebook.

Nella Società umana gassosa attuale denaro, tecnoscienza e amoralità hanno preso il posto che un tempo avevano Dio, Scienza e Morale nella Società umana solida delle antiche Teocrazie orientali. Ora ne siamo agli antìpodi.

E se da un lato questo passaggio va visto positivamente perché ha prodotto la possibilità, per l’uomo singolo, di divenire un essere autocosciente e responsabile, dall’altra lo espone negativamente ad essere preda del proprio avido egoismo e della propria sfrenata istintualità.

Nella Società umana gassosa odierna, nel sistema sociale a predominio economico-finanziario, tutto ormai si fa solo per denaro, e le nuove tecnologie del web sono il veicolo di flussi inarrestabili di danaro verso i Capitalisti della sorveglianza che li usano per stimolare la tecnoscienza a produrre nuovi strumenti sempre più invasivi, traccianti, cogenti e limitanti la libera possibilità di evolvere che ha ognuno di noi.

Questa possibilità evolutiva libera e individuale è ciò che ci rende “uomini”, ma per i Capitalisti della sorveglianza (Facebook, Google ecc.) siamo solo materie prime algoritmiche da vendere e più possono livellare ed estirpare questa libertà di evolvere come individui (che indebolisce i responsi dei Big data), più riescono a collettivizzare gli utenti del web, più riescono a trasformarli in obbediente e laborioso alveare, più sono soddisfatti.

Per assurdo questi Capitalisti comportamentali - come li definisco perché mirano a modificare il comportamento delle masse in vista di un utile guadagno - realizzano l’obiettivo di massificare gli individui che era lo stesso, non riuscito, del Comunismo… cui storicamente il Capitalismo si è sempre opposto.

Un risultato che, realizzato pienamente, appare anti-umano al massimo grado, eminentemente anti-cristiano. Anche se ce lo “vendono” sotto l’illusoria promozione della sicurezza collettiva (e mai c’è stato in tempo di pace un’incertezza sul futuro come questa odierna), del benessere collettivo (e mai c’è stata una distruzione sistematica delle possibilità economiche dell’intero pianeta come l’odierna) e ultimamente, approfittando del Covid-19, con la promozione della difesa a spada tratta della salute pubblica (in realtà mai così ridotta ai minimi termini per mancanza di strutture, uomini e mezzi) da una sola minaccia virale di morte che ha letteralmente seppellito tutte le altre.

Salute pubblica che per funzionare oggi, guarda caso, molti considerano debba prevalere proprio sulla libertà di cura del singolo individuo. Libertà di cura che dal punto di vista umano e sociale responsabilizza l’individuo e lo rende cosciente di fronte alla malattia, mentre l’obbligo di cura della Comunità nazionale per legge o DPCM lo deresponsabilizza, lo rende utente passivo, lo narcotizza e lo indirizza ad una messianica “fede nel dio-vaccino del momento”: nuova idolatria moderna superstiziosa.

La cosa interessante rispetto a questa riduzione della triade economica sana di Produttori, Distributori, Consumatori nella diade malsana di Produttori e Distributori di Big data, è che non nasce per caso sotto un rotolo di banconote o portata nel becco di un software ma è il malsano prodotto dell’unilateralità strutturale intrinseca alla Società umana gassosa di oggi.

È un innovativo “rifiuto sociale” - gettato in quella discarica a cielo aperto dell’indifferenziata economica, politica e culturale che è l’attuale sistema sociale a predominio economico-finanziario-mercantile - risultante dal mancato controllo di quelle tre dinamiche sociali inosservate di spesso abbiamo parlato.

Un ulteriore sintomo di malattia sociale che è possibile iniziare a curare solo con il passaggio alla Società umana calorica: con il passaggio ad un sistema sociale che nega il predominio di una dimensione sociale sull’altra perché pratica la raccolta differenziata dei “rifiuti sociali” nei tre cassonetti (dunque non più tutti i "rifiuti sociali" in uno solo dei tre, come ora) funzionalmente dedicati: Mercato per i “rifiuti sociali” economici; Stato per i “rifiuti sociali” politici; Scuola per i “rifiuti sociali” culturali.


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