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Il caso Taranto-Ilva e gli automatismi negativi prodotti dalla strutturazione del sistema sociale

Quello che la Sociologia non dice… perché non sa vederlo


31/03/2018

di Andrea Di Furia

Alla radio, alcuni giorni fa, è stato riportato un servizio su Taranto e le conseguenze della cessazione degli aiuti di Stato al comparto acciaio. Un commentatore asseriva essere impensabile il contraccolpo enorme che la riduzione del welfare statale ha comportato sul territorio, la Comunità tarantina e le singole persone.

Faceva anche notare il mancato sviluppo della locale dimensione culturale – oggi assolutamente inesistente e insufficiente a sostituirsi a quella politica, per orientare verso un nuovo progetto di vita le Persone – e della dimensione economica locale, che oggi “brilla” per la mancanza di iniziativa e prospettive. Il tema è quello del welfare statale, al centro anche dell’ultima campagna elettorale.

In realtà quell’asserzione è astrattamente vera e allo stesso tempo concretamente falsa: astrattamente vera perché il pensiero del commentatore è assolutamente “scientifico” nel suo applicarsi al sociale; ed è concretamente falsa perché - per chi è abituato ad un più ricco e capace pensiero tridimensionale sociale - questo risultato era viceversa assolutamente prevedibile come effetto boomerang negativo strutturale: sono proprio gli aiuti statali ad aver tolto alle Persone salute e progetti di vita, ad aver portato dissesti al Territorio e resa passiva e priva di scopi autonomi la Comunità tarantina.

Che cosa rendeva inevitabile e tuttavia prevedibile tutto ciò? Gli automatismi negativi prodotti dalla inosservata “strutturazione a 1Dimensione sociale prevalente sulle altre due” che caratterizza il sistema sociale italiano. Vediamo insieme come e perché. 

Ogni giorno nel Mondo si compiono milioni di iniziative nelle tre dimensioni sociali: Economia, Politica e Cultura. In tutte e tre queste dimensioni alcune iniziative (1/3) si avviano felicemente, anche se spesso con risultati non proprio come li si attendeva; altre (1/3) faticosissimamente e con scarsissimi frutti (1/3) altre ancora (1/3) in breve tempo abortiscono o diventano un boomerang inaspettato.

Questo “comportamento stereotipo” delle iniziative sociali non è “un caso” né “colpa di qualcuno”, come si è usi considerare per l’insufficienza del pensiero scientifico applicato al sociale. Viceversa è il prodotto specifico inevitabile della strutturazione unilaterale (“a 1D”) del sistema sociale attuale. In tutti i 200 Paesi del Mondo, Italia compresa.

Per il pensiero scientifico applicato al sociale (la Sociologia) questo verificabile risultato è solo un riscontro quantitativo, perché non riesce a giungere a considerazioni qualitative. Come mai? Perché è un pensiero concettuale “astratto” ed “epimetèico”.

Per intendersi sul significato delle parole: astratto perché privato dall’immagine relativa sottostante; epimetèico da Epimèteo "colui che riflette in ritardo", ovvero perché arriva sempre a considerare un fatto soltanto dopo che questo è accaduto. Il che ci porta ad una precisa considerazione basilare: il pensiero scientifico applicato al sociale non ha capacità predittiva! Fotografa, ma non orienta.

Infatti quando considera il futuro sociale - l’evoluzione di un fatto umano o di una società – quel pensiero scientifico ha la stessa validità oggettiva di un desiderio: ipotizza possibili scenari in base al già visto, al già fatto, al già sperimentato. Tuttavia è sempre un già visto, un già fatto, un già sperimentato “quantitativo indifferenziato”: perché di ciò che è “qualitativo differenziato” proprio non sa che farsene. In realtà non riesce neppure a immaginarselo o, a volte, immagina qualitativamente diverse due “quantità” che si contraddicono per insufficienza di comprensione del rapporto riscontrato.

Importante questa premessa non tanto per demonizzare il pensiero scientifico, il cui contributo al “metodo” di ricerca è certamente apprezzabile, quanto per evidenziare che tale modalità di pensiero applicata al sociale (la Sociologia) ha bisogno di essere arricchita dall’attributo di “concreto” e “prometèico” – da Promèteo “colui che riflette in anticipo” (nel mito greco è colui che ha donato il fuoco all’uomo), ossia che “vede prima in immagine-sintesi” ciò che poi sarà il fatto riscontrabile da Epimèteo - per passare dal “quantitativo indifferenziato” al “qualitativo differenziato”: alla realtà sociale concreta.

Il punto trattato non è questione di lana caprina o secondario: è la chiave per arrivare a comprendere il sociale moderno, fino al punto di poterlo modificare e far evolvere. Punto che uno dei massimi Sociologi moderni (Zygmunt Bauman) riconosce non essere ancora una conquista reale della Sociologia moderna, come già altre volte riportato.

Per dare un’idea più concreta della moderna Sociologia scientifica possiamo paragonarla al Panteismo religioso. Per quest’ultimo ogni cosa è un indifferenziato divino universale, mentre per la prima ogni cosa è un’indifferenziata quantità universalmente misurabile. Per cui nel caso sopradescritto ogni dimensione sociale rientra” indifferenziatamente” nel modello dei 3/3 riportato sopra.

 


Viceversa una “differenziazione qualitativa” c’è, e grande come una casa. E tuttavia è riscontrabile solo se il pensiero scientifico “qualitativamente cieco” viene integrato e arricchito dalla qualità della “vista concreta”.

Cosa deve vedere la Sociologia attuale? La differenza “strutturale qualitativa” dello stesso modello di sistema sociale attualmente in essere sul Pianeta. Quantitativamente è lo stesso modello “a 1D”, ossia a 1Dimensione sociale dominante sulle altre due, ma qualitativamente c’è una grande differenza se la dimensione dominante è quella religioso/scientifico-culturale, o quella giuridico/statale-politica oppure quella tecnoscientifico/finanziaria-economica.

In questo caso oltre alla capacità di “vedere prima” l’evolversi delle iniziative intraprese (come vedremo nelle prossime tabelle schematiche), abbiamo una decisa redistribuzione delle quantità riferite alle iniziative intraprese in funzione della diversa tipologia strutturale del sistema sociale già solo applicando il Principio di Pareto o regola dell’80-20.

Ad esempio, consideriamo il caso della dimensione predominante in un sistema strutturato “a 1D”: nel primo 1/3 il 20% delle iniziative avviabili e destinate a realizzarsi causa l’80% degli effetti riscontrabili nel sociale indifferenziato; nel secondo 1/3 il 30% delle iniziative faticosissime e destinate a realizzarsi causa il 10% degli effetti riscontrabili nel sociale indifferenziato; nel terzo 1/3 il 50% delle iniziative boomerang causa il 10% degli effetti riscontrabili nel sociale indifferenziato.

Se poi consideriamo le altre due dimensioni sociali che vengono asservite e soffocate da quella dominante, il fatto di doversi esprimere in appoggio, in alternativa o in contrapposizione alla dimensione dominante (dividendo gli spazi di attività possibili anche con l'altra dimensione sociale asservita) la tabella cause/effetti sopra trattata subisce uno slittamento significativo. Nel primo 1/3 delle iniziative avviabili il 50% di esse produce il 10% degli effetti riscontrabili nel sociale indifferenziato; nel secondo 1/3 delle iniziative faticosissime il 20% di esse produce il l'80% degli effetti riscontrabili nel sociale indifferenziato; nel terzo 1/3 delle iniziative boomerang il 30% di esse produce il 10% degli effetti riscontrabili nel sociale indifferenziato. 

Osserviamo allora una visione complessiva di questo fenomeno nei tre casi possibili di predominio dimensionale così come si sono presentati storicamente e qualitativamente nell’ultimo millennio: società solida medievale a predominio culturale-religioso; società liquida risorgimentale a predominio giuridico-statale; società gassosa economica a predominio commerciale-finanziario di inizio terzo millennio.

 

Società solida medievale ovvero

Sistema sociale strutturato “a 1Dimensione culturale prevalente sulle altre due”, asservite

Dimensione predominante

Iniziative avviabili

Iniziative faticosissime

Iniziative boomerang

 

 

 

 

Cultura

20% per 80% effetti

30% per 10% effetti

50% per  10% effetti

 

 

 

 

Dimensioni asservite

Iniziative avviabili

Iniziative faticosissime

Iniziative boomerang

 

 

 

 

Politica

50% per 10% effetti

20% per 80% effetti

30% per 10% effetti

 

 

 

 

Economia

30% per 10% effetti

50% per 10% effetti

20% per 80% effetti

 

Società liquida risorgimentale ovvero

Sistema sociale strutturato “a 1Dimensione politica prevalente sulle altre due”, asservite

Dimensione predominante

Iniziative avviabili

Iniziative faticosissime

Iniziative boomerang

 

 

 

 

Politica

20% per 80% effetti

30% per 10% effetti

50% per  10% effetti

 

 

 

 

Dimensioni asservite

Iniziative avviabili

Iniziative faticosissime

Iniziative boomerang

 

 

 

 

Cultura

50% per 10% effetti

20% per 80% effetti

30% per 10% effetti

 

 

 

 

Economia

30% per 10% effetti

50% per 10% effetti

20% per 80% effetti

 

Società gassosa di inizio terzo millennio ovvero

Sistema sociale strutturato “a 1Dimensione economica prevalente sulle altre due”, asservite

Dimensione predominante

Iniziative avviabili

Iniziative faticosissime

Iniziative boomerang

 

 

 

 

Economia

20% per 80% effetti

30% per 10% effetti

50% per  10% effetti

 

 

 

 

Dimensioni asservite

Iniziative avviabili

Iniziative faticosissime

Iniziative boomerang

 

 

 

 

Politica

50% per 10% effetti

20% per 80% effetti

30% per 10% effetti

 

 

 

 

Cultura

30% per 10% effetti

50% per 10% effetti

20% per 80% effetti

 

Già solo da questa tabelle riassuntive si vede quanto sia malsano un sistema sociale strutturato come il nostro attuale “a 1D”. Ma se osserviamo la “direzione verticale” dimensionale ecco che le iniziative complessivamente avviabili nelle tre dimensioni sociali (il 100%) producono appena il 100% di effetti sociali complessivi, quelle faticosissime (il 100%) producono il 100% di effetti sociali complessivi, quelle boomerang (il 100%) producono il 100% di effetti sociali complessivi.

E questo che cosa ci dice? Che nel sistema sociale involuto “a 1D” ogni 10 iniziative sociali (o culturali, o politiche o economiche): 3/4 producono un effetto boomerang totalmente negativo; 3 sono faticosissime da realizzare, e 3 sole sono attivabili senza particolari attriti. Uno spreco di forze enorme, non è vero? Per un risultato misero che constatiamo qutidianamente. Un rapporto sforzi sociali/quantità dei risultati effettivi riscontrabili assolutamente malsano.

E qualitativamente? Il costo sociale è addirittura altissimo. Osserviamo ad esempio la Società liquida risorgimentale ovvero, a casa nostra, l’Italia fino agli inizi del terzo millennio. Qui la dimensione dominante è quella politica, nella sua realtà giuridico-statale.

 


Come si comporta in un caso concreto? Prendiamo il caso Taranto-ILVA, il comparto dell’acciaio che lo Stato italiano ha finanziato per un ventennio per garantire un posto di lavoro dignitoso ai Tarantini. Una iniziativa bella, da un certo punto di vista, rimpianta specialmente adesso che gli aiuti di Stato non ci sono più.

Però, qual è il prezzo sociale di questo intervento unilaterale dello Stato nelle altre due dimensioni? Che le forze della dimensione culturale si sono liquefatte, e adesso manca la benché minima visione del futuro. E che pure le forze della dimensione economica si sono liquefatte, e adesso manca sia lo spirito imprenditoriale che i mezzi per intraprendere.

Naturalmente sempre fatte salve le eccezioni: quel 10% di effetti riscontrabili per iniziative attivabili nella dimensione culturale e quel 10% di effetti riscontrabili per iniziative attivabili nella dimensione economica che, anche sommati insieme, non riescono naturalmente a sostituirsi al welfare statale soppresso. Soppresso ovunque, nel momento in cui è diventata operativa la Società gassosa a predominio economico di inizio terzo millennio.

Oggi a Taranto non c’è né la visione di un progetto di vita per le Persone sostenuto dalla dimensione culturale locale, né una Collettività locale attiva (avendo lo Stato avocato a sé le sue funzioni), né tatomeno un Territorio economico in grado di sorreggersi da sé.

Nella Società tridimensionale, invece, ovvero nel sistema sociale evoluto “a 3D”, il modello schematico è molto diverso perché essendo autonome tra loro le tre dimensioni sociali non ci sono gli attriti sociali fortissimi (causati dall’asservimento/soffocamento di due dimensioni su tre) come nel sistema sociale strutturato "a 1D". Per cui le iniziative sociali non si sommano ma si moltiplicano reciprocamente.

 

Società tridimensionale dei tempi nuovi ovvero

Sistema sociale strutturato “a 3Dimensioni autonome, equilibrate e sinergiche

Dimensioni autonome

Iniziative attivabili

Iniziative sinergiche

Iniziative contrastanti

 

 

 

 

Economia

20% per 80% effetti

30% per 10% effetti

50% per  10% effetti

 

 

 

 

Politica

20% per 80% effetti

30% per 10% effetti

50% per  10% effetti

 

 

 

 

Cultura

20% per 80% effetti

30% per 10% effetti

50% per  10% effetti

 

Già solo questa tabella ci dice che è tutta un’altra qualità di vita sociale quella nella Società tridimensionale: ogni 10 iniziative sociali (o economiche, o politiche o culturali) 2 sono attivabili ma producono il 240% degli effetti riscontrabili; 3 sono sinergiche e producono il 30% di effetti riscontrabili - che però si si moltiplicano l’uno con l’altro, invece di ostacolarsi come succede nel sistema sociale “a 1D”; per ottenere la stessa proporzione di effetti contrastanti (il 30%) occorro molti sforzi in più, 5 iniziative boomerang invece di 3.

In questa nuova strutturazione “a 3D” del sistema sociale le tre dimensioni possono finalmente cessare di combattersi per il predominio autoreferenziale e sviluppare finalmente i propri ambiti e le reciproche sinergie.

Solo così, nell’intero Pianeta, il progetto di vita futura delle Persone ha lo spazio culturale in cui può positivamente respirare e svilupparsi liberamente; solo così la Comunità può essere politicamente attiva secondo il principio di eguaglianza; solo così il Territorio può divenire fraternamente responsabile della dinamica circolazione economica di merci e servizi.

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