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Mario Draghi alla guida della nuova Europa

Gli è stato ordinato di andare al potere affermando che l’Europa va cambiata per non farlo


22/04/2024

di Mario Pinzi


Il vento della verità ha raggiunto anche i sordi e ora tutti sanno che questa Europa è sbagliata.
L’assurdo è che non funziona nulla: la globalizzazione, il progetto green, la deindustrializzazione dell’Europa e la guida dell’asse franco-tedesco, sono una serie di errori che hanno distrutto il Continente europeo.
Ora consegnare a Draghi la guida della nuova Europa che, in mani giuste, potrebbe essere salvata, sarebbe una oscenità da punire con l’estradizione a vita dal Continente.
Posso sembrare esagerato, ma cari lettori, vi assicuro che non lo sono.
All’idea che l’ex governatore della Banca centrale europea si sieda sulla poltrona più prestigiosa di Bruxelles è sicuramente un’azione guidata dai creatori dell’euro e del globalismo.
Se non ricordate il loro nome ve lo dico io: “Rothschild e i Rockefeller”.
Sono i personaggi che, fiutando il cambiamento, hanno pensato di portare Draghi al comando affermando che l’Europa va cambiata per non cambiare nulla.
Il primo a presentare la sua candidatura è stato il presidente francese Emmanuel Macron, un servo che non ha conservato un briciolo di dignità.
La cosa che fa veramente incavolare è che Draghi alla conferenza sui diritti sociali, ha anticipato le ovvietà contenute nel rapporto sulla competitività che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, gli aveva chiesto di redigere e sembra che quel documento diventerà la guida dopo le elezioni.
Così com’è, l’Unione Europea non è in grado di competere con le potenze che si contendono la supremazia economica e militare.
L’ex premier ha sostenuto che l’attuale organizzazione europea era valida prima dei nuovi eventi che stiamo vivendo e questa è una balla mai vista al mondo.
Il grande genio ha affermato: “Dovremo realizzare la trasformazione dell’intera economia, per garantire la coerenza tra i diversi strumenti politici.
In sostanza, dovremo essere in grado di sviluppare un nuovo strumento strategico per il coordinamento delle politiche economiche”.
Non ci vuole un genio per comprendere che la globalizzazione con la sua filosofia è stata un disastro senza precedenti e che tutto deve essere cambiato.
Purtroppo, sono convinto, che se qualcuno gli chiedesse di dare delle concrete soluzioni, non saprebbe come rispondere.
Sembra, che il succo della sua relazione, sia quello di reagire alle sfide poste da Cina-Stati Uniti e questa è una pensata talmente illuminata che solo un genio come lui poteva fare.
La conclusione è una sola: O cambiamo tornando ai valori del passato, o le imprese si trasferiranno per ottenere i vantaggi di una globalizzazione priva di qualità che porterà tutti al fallimento.
Cari lettori, quando andrete alle urne, non dimenticate quello che ho scritto…

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