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L'equivoco "animalista" della sociologia

Legge del più forte o Fraternità?


06/06/2016

di Andrea di Furia

L'equivoca essenza del materialismo moderno è divenuta, paradossalmente, ciò che esso stigmatizza nelle confessioni religiose: dogmatismo mistico. Mistici e dogmatici infatti sono tutti quei materialisti che vedono solo la realtà della materia. Se fossero logici fino in fondo - e non mistici che si arrestano di fronte al pensiero logico - un tale dogmatico assioma li porterebbe all'annullamento della propria essenza: al proprio suicidio.

Poiché invece sono mistici settari non portano il loro pensare fino alle estreme conseguenze, col risultato... di portare al suicidio gli altri.

Lo abbiamo visto e lo vediamo – il suicidio di molti - come conseguenza, ad esempio, del dogma dell'austerity dei mistici tecnocrati europei: dal defenestrato Berlusconi all'oggi abiurante Prodi; dagli zelanti Monti-Fornero agli attuali muscolari Padoan-Renzi.

Se affrontiamo gli eventi dal punto di vista del retrogusto sociologico, osserviamo come tutte le risposte alle ripetute crisi di una società squilibrata nella propria autoreferenzialità strutturale a 1D (=monodimensionale) non portino verso quella che dovrebbe essere la legge intrinseca e inviolabile del Mercato – l'equilibrata “fraternità” strutturale tra produttore, distributore e consumatore – bensì verso la legge del più forte. Legge che vige nel mondo animale, e che pertanto non richiede fraternità umana al Mercato ma soltanto “libertà” predatrice animalesca.

Questa visione animalista della sociologia è ben rappresentata da quello slittamento laterale, per legge di gravità sociale, che si è verificato nella dominante figura dimensionale di riferimento col passaggio del testimone dal mistico Sacerdote medievale col suo dogma inquisitorio, al mistico Politico ottocentesco il cui dogma era lo Stato etico come organizzatore benefico della Cittadinanza democratica, al mistico Tecnocrate liberista dei nostri giorni il cui dogma è che il Mercato si regola “da sé”…

Per poi rinnegare nella pratica questo dogma con continue manipolazioni del Mercato - vedi Troika, accordi capestro TTIP/CETA, austerity ecc. - che “da sé”” è solo capace di incorrere in crisi ripetute: bolle immobiliari/finanziarie, disastri sociali/ambientali evidentissimi… salvo ottusa stupidità o furbesca collusione.

Sotto sotto la convinzione base di tutti questi poveretti - di questi arroganti apprendisti stregoni di inizio terzo millennio - è che qualunque cosa si fa va bene... perché “tanto sopravviverà il più forte”. Ed ecco che pure in campo economico ritroviamo quel darwinismo malcompreso che ha affascinato l'umanità degli ultimi due secoli, colorando di animalismo (!) pure la sociologia "umana".

Ora, fintanto che che il darwinismo viene applicato al mondo animale preso a sé stante, questo concetto può avere un senso nei confronti della selezione della specie.


Ma già l'ipotesi dogmatica sbiadisce di fronte agli esempi di mutuo soccorso nel regno animale (Api, Formiche, Lamprede e Squali, Coccodrilli e Uccelli netturbini) per addirittura annichilire completamente quando si entra nell'ecosistema vegetale-animale dove agli eccessi dell'uno reagisce con meravigliosa saggezza l'altro e viceversa: in perfetto reciproco mutuo soccorso.

Se poi giungiamo al regno umano
vediamo che gli esempi del più forte che vince e che fa il bene anche dei perdenti non reggono più: la cellula cancerosa, ad esempio, è più forte di quella sana e anche il tecnocrate più convinto della propria illusione liberista in questo caso cambierebbe sùbito bandiera. Se poi il sistema metabolico prende il sopravvento su quello neurosensoriale abbiamo alcuni fenomeni dell'Alzehimer o del Parkinson e così via.

Vediamo dunque che nel regno umano con l'avvento del più forte, con la scomparsa del mutuo soccorso - ossia della fraternità tra cellule umane o tra sistemi corporali umani - si origina non la salute e il benessere, bensì la malattia e la morte.

E così avviene pure nel sociale umano: se, ad esempio, nel Medio Evo avesse vinto il più forte - il Signorotto feudale sulle fraterne Corporazioni artigiane - non sarebbero nate le libere città; se avessero vinto gli Inquisitori medievali e non i fraterni cattedratici delle allora “libere” (!) Università non avremmo la libertà di espressione attuale.

La differenza tra quei tempi e adesso era che non si considerava l'uomo un animale, per quanto evoluto. Poi è intervenuta una scienza materialista che dell'uomo ci ha restituito solo il cadavere anatomico, la morta forma che si dissolve, mentre ha sostituito con l'animalismo sociologico quell'essenza vitale umana che oggi non riconosce più.

Se osserviamo, è questo analfabetismo umano di ritorno la madre di tutti gli altri: anche di quello sociale di cui trattiamo qui e che ovunque in vari modi anche da molti viene caratterizzato.

In merito riportiamo proprio il pensiero di un valido sociologo,  Luciano Gallino da poco scomparso, espresso nel suo libro-testamento Il denaro, il debito e la doppia crisi: crisi doppia perché al contempo giuridica e culturale, avendo ormai l'economia prevaricato e soggiogato le altre due dimensioni sociali.


Altro modo, questo, per descrivere gli effetti perniciosi della strutturazione a 1D del sistema sociale moderno pur senza tuttavia ancora inquadrare come decisivo il sottostante e prioritario tema della "strutturazione dimensionale" - a 1D (squilibrata prevaricante), a 2D (oppositive conflittuali) o a 3D (sinergiche ed equilibrate) - del sistema sociale stesso.

Gallino afferma: «Al posto del pensiero critico ci troviamo, come si è detto, con l'egemonia dell'ideologia neoliberale [economica], la sua vincitrice. È un'ideologia strettamente connessa all'irresistibile ascesa della stupidità al potere. È l'impalcatura delle teorie e delle azioni che prima hanno portato quasi al tracollo l'economia mondiale, poi hanno imposto alla UE politiche di austerità devastanti per rimediare ad una crisi che aveva tutt'altre cause – cioè la stagnazione inarrestabile dell'economia capitalistica [a partire da circa il 1970], il tentativo di porvi rimedio con un accrescimento patologico della finanza, la volontà di riconquista del potere da parte delle classi dominanti. Oltre alla crisi ecologica che potrebbe essere arrivata al punto di non ritorno. Resta pur vero che senza una dose massiccia di stupidità [= di analfabetismo sociale di ritorno] da parte dei governanti, dei politici - e ahimé di una porzione non piccola di tutti noi - le teorie economiche dei neoliberisti non avrebbero potuto affermarsi nella misura sconsiderata che abbiamo sott'occhio».

Nel regno umano, dunque, la conquista vittoriosa del più forte si traduce in gloriosa stupidità: dall'atomica di Hiroshima e Nagasaki alla UE dei lobbisti tecnocrati.

Quindi possiamo dire con certezza che ogniqualvolta nel regno umano il più forte vince [oggi lo stupidissimo Tecnocrate speculatore] per l'intera Società umana si registra un pernicioso regresso: è il caos e la distruzione invece che l'armonia sociale e il benvivere.

Il non accorgersi di questo autorizza le piccole cerchie dominanti ad ogni sorta di violenza verso le Persone, le Comunità e i Territori: violenze economiche inizialmente - ma poi inevitabilmente anche giuridiche e culturali - millantate quale soluzione delle problematiche attuali a livello locale, nazionale, internazionale e mondiale. Problematiche alla cui origine oggi troviamo sempre la malsana e squilibrata strutturazione sociale a 1D: monodimensionale prevaricante.

Queste violenze, ormai quotidiane, ci impediscono di vedere la reale concretezza della questione sociale moderna: l'urgenza di passare da una squilibrata e obsoleta “strutturazione monodimensionale” del sociale (a 1D) [e l'attuale dimensione sociale prevaricante sulle altre due (su Stato e Scuola) è quella economica del Mercato] alla ormai più che necessaria “tridimensionalità strutturale” equilibrata e concreta (a 3D) che può essere compresa solo da una sociologia  “umana” veramente moderna e non ancora ottocentescamente “animalista” come l'attuale.

Se per conclamato analfabetismo umano di ritorno la sociologia materialista – in realtà moderna solo nella terminologia usata - persevererà nell'equivoco “animalista” a noi poveri amministrati non resterà che uno scaramantico “toccarsi” quando si è soli mentre, in compagnia, varrà sempre più questo fraterno esorcizzante augurio: «In bocca al neotecnocrate-lupo».

 

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