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L'opposizione va all'attacco

Il tema ossessivo della pseudo-informazione moderna


07/10/2018

di Andrea di Furia

Dal punto di vista dell’informazione siamo dentro un vortice viscoso. Siamo dentro un loop che si ripete all’infinito. Un poco come quei filmati pubblicitari che si vedono negli Ipermercati quando fai la spesa o alle Poste Italiane quando fai la coda in attesa della tua faccina.

Sta sempre più diventando difficile guardare le notizie sul Governo alla televisione (e non solo). Indifferentemente da quello che si ascolta sai fin da ora che il copione è già scritto: il Governo fa un’affermazione e l’opposizione va all’attacco.

Lasciamo da parte per il momento quello che dice il Governo, in ogni caso l’opposizione afferma il contrario. Indifferentemente che sia di destra o di sinistra. Lo spettacolo ormai è così ovvio che se paradossalmente il Governo annunciasse una manovra per ridurre in povertà assoluta i propri cittadini sono convinto che l’opposizione andrebbe subito all’attacco dicendo invece che la manovra li arricchisce.

Isteria collettiva, sarebbe da definire, più adatta ad un gioco al massacro che ad instaurare una civile convivenza sociale che porti benessere e serenità al Paese. Naturalmente qualcuno avrà osservato che questo andazzo c’era già nella prima e nella seconda repubblica, seppur decadendo da quelle signorili e pacate espressioni di disaccordo fino agli esplosivi e beceri insulti di oggi.

Tuttavia questo è un sintomo preciso del cambiamento qualitativo in atto all’interno dell’attuale malsana strutturazione del sistema sociale in cui viviamo. Sintomo che addita al passaggio sociale avvenuto e che altre volte abbiamo descritto: dalla “Società liquida” a esclusivo traino politico-giuridico-statale alla “Società gassosa” a esclusivo traino economico-finanziario-mercantile.

Questo passaggio sistemico dal dominio unilaterale della dimensione Politica al dominio altrettanto unilaterale della dimensione Economia comporta automatismi che ormai sfuggono al controllo dell’uomo. Non solo la vita di noi Cittadini è stata condizionata dalla ricerca spasmodica del denaro per sopravvivere: anche l’informazione televisiva, su qualsiasi emittente, ne è stata condizionata.


L’informazione giornalistica televisiva nei pochi decenni dalla sua nascita 66 anni fa a Milano [è del 1952 il primo Telegiornale RAI] è degenerata rispetto al suo originario posizionamento “informativo-culturale” slittando prima verso un posizionamento “informativo-politico”, e adesso verso un posizionamento “informativo-economico”.

Il problema insolubile sottostante è che ormai non è possibile far conoscere nulla attraverso i canali televisivi, e così tutto si riduce a mero e litigioso gossip consumistico onnicomprensivo. Diventa un fastidioso rumore di fondo.

Se il sistema sociale odierno da unilaterale, da unidimensionale prevalente, non perviene alla tridimensionalità evoluta che gli compete per essere all’altezza di questo inizio di terzo millennio - cessando di essere la caricatura di se stesso - anche nei riguardi dell’informazione si perviene al medesimo insoddisfacente risultato.

Inevitabilmente l’informazione giornalistica televisiva è costretta a diventare una caricatura di se stessa e, come insegna Crozza, funziona solo se rivista attraverso il filtro della satira. Tuttavia così, nonostante l’opposizione vada ossessivamente all’attacco, dalla realtà concreta si passa solo ad una soporifera fiction.

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