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La Società "gassosa", per rompere lo status quo, ama giocare a Risiko

Come difendersi dalle manipolazioni in corso


17/03/2018

di Andrea Di Furia

Per chi è capace di approcciare sintomaticamente la storia, scoprire che l’attuale sistema sociale mondiale a traino economico, definibile come Società gassosa, sta per esplodere a causa di un gas – il gas nervino che si individua causa di avvelenamento per l’ex spia russa Sergej Skripal e sua figlia Yulia – è un’ulteriore conferma della pericolosa "volatilità” di questa strutturazione malata del sociale.

In questa maggiore velocità di azione/reazione si manifesta una sua caratteristica specifica, che differenzia la Società gassosa rispetto alla più lenta Società liquida a traino politico-giuridico che ha ormai soppiantato.

Gas nervino o similare che, se osserviamo, sembra sempre più utilizzato per creare contrasti e controversie di difficile risoluzione immediata e destinate quindi ad un uso continuativo nel tempo. Pensiamo ad esempio a quello utilizzato in Siria: dai pro-Assad o immagazzinato dai ribelli? Non si sa, e questo lascia libera l’opportunità ai tifosi di schierarsi e polemizzare, trascinanando quindi a lungo una polemica che impedisce i cessate il fuoco, le tregue e prolunga inutilmente le questioni... lasciandole irrisolte.

Prima di diventare tifosi delle “sacrosante ritorsioni” alla Russia o tifosi di un orientamento opposto, la storia degli ultimi 150 anni dovrebbe almeno aver sviluppato in noi una grande cautela rispetto alle manipolazioni che sempre sono veicolate, più o meno consapevolmente, dai media.

Manipolazioni che hanno la funzione di giustificare la necessità “a priori”, ossia anche prima di intraprenderle, di azioni non certo popolari e che per necessità strategica debbono forzatamente coinvolgere uno o più Paesi.

Anche e soprattutto quelli più restii ad impegnarsi nella nuova crociata, politica o economica, che ci si appresta a lanciare sul Pianeta. Lancio che avviene attivando tutti i processi, anche quelli pubblicitari e di PR, cosi come avviene quando si lancia un nuovo prodotto sul mercato dei consumatori.

Per entrambi i lanci ogni pretesto, naturalmente, è valido.  E se non c'è ancora, lo si crea ad hoc: il momento opportuno per lanciare la campagna pubblicitaria/la crociata politico-economica; la scelta della location; i testimonial; i media; la scelta degli argomenti e delle immagini con la maggiore potenzialità di emozionare le coscienze dei destinatari finali e così via.

Per restare più vicini a noi nel tempo possiamo vedere anche delle significative simmetrie con i fatti di oggi se ne riguardiamo alcuni avvenuti a cavallo del 1941. Come oggi, anche allora diversi Stati nel Mondo confluivano in due blocchi opposti. E qui si rivelano le simmetrie tra la Società liquida di quei tempi, in cui la dimensione politica era dominante sulle altre due, e la Società gassosa di oggi: dove è la dimensione economica a dominare le altre due.

A inizio anni ‘40 del secolo scorso ci trovavamo in una guerra dichiarata, la Seconda Guerra mondiale, che portava a compimento gli intenti irrisolti della Prima. Riunite insieme costituiscono di fatto una guerra condotta palesemente avanti con mezzi politico-militari, ma con motivazioni di base fondamentalmente economiche.

Allora più che la libertà dei Popoli o la loro possibilità di autodeterminazione (questa era ed è ancor oggi la campagna di comunicazione giustificatrice sui media di azioni altrimenti riprovevoli, perché inumane) era strategico determinare chi avrebbe conquistato il primato nel futuro Mercato unico planetario.

 

Oggi invece ci troviamo in una posizione simmetrica: si sta portando avanti una guerra mondiale non espressamente dichiarata con mezzi palesemente tecnologico-commerciali (Scudo spaziale, embargo, boicottaggi) ma con motivazioni fondamentalmente geopolitiche.


Qualcuno ora potrebbe chiedersi: Che cosa succede, una volta conquistato il Mercato globale? Bella domanda, che andrebbe però riformulata perché succedono due cose (sul piano interno statale ed esterno mondiale) entrambe collegate al fatto, totalmente ignorato per comodità o insufficienza di pensiero, della concreta strutturazione del sistema sociale in tutto il Mondo. Prendiamone quindi prima coscienza insieme.

Com’è strutturato il nostro sistema sociale attuale? Sicuramente non è stabilmente a 3D o tridimensionale (ovvero non è un sistema in cui Politica, Cultura ed Economia sono autonome tra loro), e neppure un sistema stabilmente a 2D o bidimensionale (condizione che si verifica solo temporaneamente, instabilmente, quando due dimensioni sociali confliggono per il primato e che cessa immediatamente nel momento in cui una delle due sottomette e subordina l’avversaria).

Quando infatti una delle tre dimensioni sociali ha definitivamente conquistato in esclusiva le leve del comando, con le quali sottomette e subordina le altre due, siamo in presenza di un sistema sociale strutturato a 1D o monodimensionale. E questo è il sistema sociale di oggi, dunque a 1D: peraltro condiviso dalla totalità dei quasi 200 Stati sovrani attuali.

Sono tutti uguali questi circa 200 sistemi sociali, che dal punto di vista strutturale sono tutti a 1D? NO. Ci troviamo infatti di fronte a tre diverse qualità o possibilità di dominio dimensionale unilaterale:

  1. a) politico-giuridico (Società liquida);
  2. b) economico-finanziario (Società gassosa);
  3. c) culturale-educativo (Società solida).

Delle tre tipologie oggi a livello planetario domina la dimensione sociale economico-fiunanziaria, per cui pur permanendo a 1D il sistema sociale siamo passati da qualche decennio ad una sua diversa formulazione qualitativa: prima c’era la Società liquida politica, adesso c’è la Società gassosa economica.

E ora possiamo qualificare e riformulare la domanda precedente: Che cosa succede, una volta conquistato il Mercato globale, con l’affermarsi della Società gassosa? Cosa succede una volta che nel sistema sociale a 1D la dimensione economica ha sottomesso e subordinato definitivamente a sé la dimensione sociale (la Politica) che era alla guida della preesistente Società liquida?

Un ottima risposta alla luce del sole, dunque senza far uso di dietrologie, ce la stanno dando gli attuali Stati Uniti d’America per quanto riguarda ciò che succede al loro interno e al loro esterno.

Cominciamo da dentro gli USA. Il cambio di tipologia di dominanza dimensionale sociale (da politica a economica) si è resa sintomaticamente evidente negli ultimi due presidenti: con l’avvocato Barak Obama, primo presidente di colore in un una società caratterialmente “bianca”, si è evidenziato il canto del cigno degli “USA Società liquida” al tramonto: nella quale ha una certa (se pur limitata) importanza il principio di eguaglianza; con Donald Trump, primo presidente imprenditore, si è evidenziato il canto del gallo degli “USA Società gassosa” all’alba del suo sorgere vittorioso: nella quale ha una decisa importanza tutto ciò che ostacola il principio di fraternità.

Con Trump in realtà la Società gassosa americana ha giocato una vera e propria briscola sul tavolo da gioco interno e mondiale. Trump infatti, in inglese, designa quella carta (trump card) che appartiene al seme che è stato scelto per avere il più alto valore in quel gioco. Per quanto poco lo si possa considerare non va sottovalutato, perché anche un 2 di briscola può mangiarsi un Asso dell’avversario e vincere la mano.

 


Trump piace agli amanti della Società USA gassosa vincente, ma non può piacere agli amanti della Società USA liquida perdente che s’interroga incredula: vedi Alan Friedman, con il suo Questa non è l’America. Invece, Alan, è proprio questa l’America di oggi. Ma è l’America gassosa a traino economico-finanziario: il rovescio di quella a traino politico. Da ciò le tantissime proteste di piazza.

Se infatti l’America liquida di Friedman si è focalizzata all’interno (degli USA) sugli obiettivi politici e all’esterno sugli obiettivi economici (Mercato globale), l’America di Trump si focalizza all’interno sugli obiettivi economici (America first) e all’esterno sugli obiettivi geo-politici.

Geopolitica mondiale e America first sono le due facce della stessa medaglia, della stessa Società gassosa a traino economico: del sistema sociale malato USA. Malato perché strutturato a 1D. Malattia antisociale che gli USA – ecco perché oggi non si può diventare tifosi pro o contro nessun Paese - condividono con tutti i circa 200 Stati sovrani sul Pianeta.

Il problema oggettivo a monte è che gli Stati Uniti d’America sono l’attuale Stato dominante a livello politico, (tecno)culturale ed economico, e sentono quanto questo dominio sia fragile:

  1. economicamente, se non interviene nulla a modificare l’attuale statu quo, sta arrivando la Cina a soppiantarla: gli analisti hanno previsto il sorpasso verso il 2030
  2. politicamente, se non interviene nulla a modificare l’attuale statu quo, la Russia sta togliendole credibilità e alleati
  3. culturalmente, se non interviene nulla a modificare l’attuale statu quo, gli Stati economicamente emergenti (BRIC, Turchia e Tigri dell’Asia) stanno scalpitando perché cominciano a risentirsi del paternalismo americano di stampo ottocentesco, che li riduce a ossequienti colonie della Madre patria americana negli organismi internazionali.

Quindi chi guida il primo Paese al Mondo ha di fronte la criticità dello statu quo ante e la necessità di cambiarlo per conservare il ruolo e la posizione dominante. Cambiare lo statu quo ante, ossia romperlo, diventa non solo necessario, bensì vitale per gli USA a 1Dimensione economica dominante sulle altre due. E attenzione: questo non è un pensiero con cui ci si sveglia improvvisamente ma lo si coltiva per anni, anzi per decenni, attendendo il momento buono per iniziare a concretizzarlo.

Adesso è più facile comprendere il voltafaccia internazionale e l’improvvisa ricusazione dei trattati economici su cui gli USA avevano fondato tutta la loro precedente politica espansiva sul Mercato globale. Non è una frivolezza di quel poveretto e impolitico, come con sufficienza viene considerato Donald Trump: quei trattati voluti dagli USA ora sono un boomerang perché mantengono uno statu quo negativo per gli USA .

Diventa comprensibile anche il riutilizzo furbo dell’aborrita arma dei dazi per ridiscutere accordi passati, introdurre clausole più aderenti alla futura rottura dello statu quo planetario e per costringere alleati riottosi al riarmo e così via.

Se poi si può dirigere l’odio delle masse - per distrarle dal problema vero, quello che nega la possibilità di una serena convivenza umana sulla Terra già a inizio del terzo millennio, ossia l’antisociale strutturazione a1D del sistema (problema non esclusivo americano) – verso un Nemico, colpevole di aver fatto deflagrare per primo un conflitto economico/geopolitico in realtà tenuto in stand by da tempo, tutto questo è assolutamente necessario e gradito a chi dietro le quinte del potere non vede l’ora di farsi una partitina a Risiko con l’ignara Umanità intera.

 

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