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La paura fa novanta, ma se mettessimo in lockdown il Governo piuttosto che negozi e cittadini?


08/11/2020

di Andrea di Furia

Considerare l’attività del Governo in tempo di coronavirus è come sparare contro la Crocerossa. Verrebbe quasi voglia di far indossare la mascherina ai polpastrelli e metterli in lockdown. Smettiamo di battere le dita sulla tastiera del PC: sembra persino inutile commentare i risultati anoressici ottenuti (e addirittura nemmeno questi), rispetto alle dichiarazioni bulimiche con cui veniamo massacrati H24.

Pare assurdo, ma comincio a pensare che forse è preferibile mettere il Governo in lockdown piuttosto che negozi e cittadini. La tragedia è che anche il prossimo Governo (qualunque colore abbia) e persino se dovesse giurare sul flaconcino di liquido igienizzante… dubito possa fare meglio dell’attuale.

Al solito si ragiona (Governo compreso) su cose che non si conoscono a fondo e perciò non si capiscono i fatti sociali concreti. Vediamone uno per tutti.

Si stanno esaurendo i posti di degenza negli Ospedali e i Pronto soccorso sono intasati. Credete che questo stia avvenendo perché c’è davvero un aumento tale dei malati gravi di Covid da mettere in terapia intensiva o in rianimazione? Non è così: è vero che c’è un aumento di questi malati, ma non è tale da intasare le strutture. Che però risultano intasate. Da chi?

Prendiamo i Pronto soccorso: sono intasati sì, non però da codici rossi ma da codici di altro colore meno grave, la maggior parte dei quali, come avveniva in caso di altre epidemie virali, possono essere tranquillamente trattati dal Medico di base e gestite dal malato stesso a casa sua.

Perché tutti hanno preso l’abitudine di andare al Pronto soccorso al primo starnuto?

Perché la paura indotta attraverso i media da una comunicazione martellante fa 90, e per i toni apocalittici ha ottenuto il massimo risultato possibile. E questo non accade solo a noi governati, ma anche a chi ci Governa: come il ministro Boccia che intervistato dall’Ansa ha confessato si essersela per così dire fatta sotto per un caso in famiglia.

Ministro che è in buona compagnia, perché anche la categoria dei Medici di base soffre della stessa paura e così, non sapendo a chi rivolgersi, il paziente medio si fionda al Pronto soccorso e lo intasa.

La cosa buffa, per modo di dire, è che poi questi malati “casalinghi” non gravi vengono ricoverati in corsia negli ospedali. Il che vuol dire, per esempio che un ben più grave malato di epatite virale trova il “suo” posto letto occupato.

Com’è possibile che un Ospedale accetti di alimentare una selezione tra malati, preferendone un tipo sugli altri? Cosa che configura per così dire una specie di strisciante “razzismo sanitario”.

Eh, qui casca il proverbiale asino, perché razzismo è, ma non sanitario: economico. Ma per comprenderlo dobbiamo retrocedere nel tempo al maggio scorso.

A quell’epoca si era superata la prima ondata iniziata a marzo e già si prevedeva la seconda ondata a ottobre. Una delle proposte intelligenti che circolava per evitare il futuro inevitabile intasamento degli Ospedali era quella che prevedeva la creazione di uno spazio apposito in ogni regione, che accogliesse esclusivamente malati di Covid gravi e in riabilitazione.

In tal modo si evitava di saturare gli Ospedali e anche gli altri malati no-covid potevano trovare il loro spazio. Tuttavia, a parte la Fiera di Milano e la struttura a Civitanova nelle Marche, nulla è stato fatto fino al decreto che liberava le risorse ai primi di Ottobre. Di cosa si sono occupati invece? Di finanziare monopattini e biciclette.


Ancora una volta il Governo arriva quando i buoi sono scappati dalla stalla: da cinque mesi (!) si attende a ottobre la seconda ondata, ma invece di trovare le strutture di accoglienza regionali pronte ad accoglierla, strutture che disintasano gli Ospedali, ai primi di ottobre con gli Ospedali intasati arriva il via libera del Governo per farle! Pare si faccia apposta ad arrivare sempre tardi.

Uno si dice: la soluzione del centro unico regionale è l’uovo di Colombo! Possibile che un Governo così decisionista come quello di Giuseppe Con(tro)te, di cui si ricorderanno tutti i testi scolastici dei nostri discendenti, sia così timido da intervenire (su un disastro annunciato e previsto) con la solita “mortale mossa sociale” dei lockdawn?

E poi ci si chiede anche se il Governo è l’unico a non aver capito la necessità di questa soluzione o se magari qualcuno l’ha ritardato. Probabile. E chi, allora, si è opposto specialmente a questa soluzione?

Da non credere: gli Ospedali si sono opposti! Non la loro componente medica, bensì quella amministrativa che quei malati di Covid li vuole anche a rischio di saturarsi. Anzi, meglio saturarsi di questi malati.

Perché? Perché sanno fare di conto. Di fatto, per ogni malattia c’è un prontuario che rimborsa una diaria giornaliera specifica. Ipotizziamo che ci siano 100 malati di epatite virale da accogliere: come diaria giornaliera, dice intervistato Guido Bertolaso, essi comportano un rimborso giornaliero per la struttura ospedaliera di 200 euro l’uno, per un totale di 20.000 euro al giorno.

Nel caso i 100 malati lo fossero di Covid, il rimborso per cadauno di essi è di 2000 euro, per un totale di 200.000 euro di diaria giornaliera complessiva incassati dalla struttura sanitaria. Un bel jackpot: con duecento mila euro al giorno qualche debituccio non lo risaneresti anche tu?

Vale la pena però capire la ragione di queste scelte, non altrimenti definibili che sconcertanti. Vale la pena capire il perché di questa attenzione spasmodica al denaro, che è costantemente in aumento.

La prima ragione in assoluto, e ci fermiamo a questa, è che non siamo più in un sistema sociale a predominio unilaterale politico-statale. La Società liquida a traino politico è defunta da qualche decennio anche in Italia, ma i Partiti non se ne sono ancora accorti: da qui nasce il caos attuale e anche i risultati anoressici a livello economico, politico e culturale di chiunque vada al Governo.

Ora infatti domina incontrastata la Società gassosa a traino economico: ossia un sistema sociale a predominio unilaterale economico-finanziario. Il fatto è importante, perché nell’attuale Società gassosa economica non vale più il filtro della “giustizia” (era il filtro chiave nella Società liquida politica), ma il filtro della “utilità”.

La Società gassosa economica è un sistema antisociale caratterizzato dal predominio della dimensione economica sulle altre due. Sistema assolutamente più adatto a banche e speculatori che alle persone comuni o ai funzionari pubblici.

Questa nota sistemica strutturale di sottofondo andrebbe modificata prima di qualsiasi altra cosa. Non sorprende né scandalizza infatti, ed è in linea con le aspettative, che nella logica della Società gassosa a predominio economco-finanziario alcuni malati siano più “utili” di altri e che la Medicina venga vissuta in un'ottica commerciale: né più né meno che come merce tra le altre merci.

Con buona pace di tutti.

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