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La ripartenza? Alla fredda astrattezza di Giovanni Bazoli preferiamo la calda concretezza di Stefano Freddo


07/04/2020

di Andrea di Furia

Come sarà la ripartenza? Saremo più felici o più disperati, più uguali o più disuguali, più poveri o più ricchi? Visti i provvedimenti del Governo e le ipotesi dei vari Partiti… direi più disperati come Persone singole, più disuguali come appartenenti alla Comunità nazionale, più poveri come protagonisti dell’economia sul Territorio mondiale.

Certo le idee e i suggerimenti non mancano ma, dal punto di vista del pensiero sociale complessivo, sono spessissimo involuti, rarissimamente evoluti. Adesso il mantra è “servono centinaia di miliardi”. Va bene, ma per ottenere cosa? Il pensiero economico involuto riflette solo sull’emergenza puntuale, mentre quello economico evoluto considera anche il quadro complessivo: culturale, politico oltre che economico e con la stessa idea è capace di cogliere più obiettivi oltre a quello direttamente mirato.

Vediamo un esempio di questi due modi di pensare la realtà economica della ripartenza a partire dagli stessi dati: il primo tipo lo osserviamo nelle idee del Banchiere di lungo corso Giovanni Bazoli, il secondo in quelle di Stefano Freddo, uno dei pensatori di riferimento intorno al pensiero socio-economico di Nicolò Giuseppe Bellìa: e di quest’ultimo consiglio la lettura di Verso l’Antropocrazia.

Il primo tipo di suggerimenti e proposte, tratto dall’intervista di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera del 4 aprile, caratterizza se stesso come “Piano per la ricostruzione nazionale”; il secondo tipo lo abbiamo ricevuto direttamente come “Proposta per la ricchezza nazionale”. Li sottoponiamo all'attenzione dei lettori - prima l'Intervista di Cazzullo a Bazoli, poi la Proposta di Freddo - così come sono stati trasmessi.


Giovanni Bazoli: «Non è scandalosa la mancanza di solidarietà dell’Europa? Possiamo e dobbiamo chiedere aiuto all’Europa per fronteggiare sia le necessità sanitarie, sia quelle economiche e finanziarie derivanti dalla pandemia. L’Europa deve accogliere questa richiesta, non chiudersi in una nuova lega anseatica. Ma serve anche un grande sforzo domestico, italiano. Avremo gli eurobond? Sì, ma difficilmente subito. Potremo ottenerli quando avremo avviato le nostre riforme. Quali? Le riforme dell’impresa, del lavoro, del Fisco, della scuola, per ritrovare la produttività. A questo devono provvedere gli italiani. Anche con una patrimoniale? La patrimoniale non è possibile politicamente, e darebbe un gettito inferiore alle aspettative. Resta il fatto che abbiamo un anomalo rapporto tra grande debito pubblico ed enorme ricchezza privata: 4.374 miliardi di attività finanziarie delle famiglie (contro 926 miliardi di passività), 1.840 miliardi di attività finanziarie delle società non finanziarie; contro 2.409 miliardi di debito pubblico. Penso a un grande prestito non forzoso, finanziato dagli italiani e garantito dai beni dello Stato. Ne hanno scritto Ferruccio de Bortoli e Giulio Tremonti. Pensa davvero che gli italiani saranno d’accordo? Sì, se troveranno conferma le qualità morali emerse in questi giorni. Se non si perdono quei sentimenti, se si mantiene questa virtù civica e repubblicana, possiamo realizzare un grande piano di ricostruzione nazionale. Non bastano cento miliardi; ne servono trecento. Meno del 7% della ricchezza finanziaria delle sole famiglie potrebbe segnare la svolta che cambia la storia d’Italia. Soldi da destinare alle riforme produttive».

Mentre Bazoli tocca solo la ricchezza delle famiglie (i 300 mld “non forzosi” sono il 7% dei 4.374 mld di attività finanziarie delle famiglie), Freddo tolte le passività (926 mld) alla ricchezza delle famiglie include anche i 1.840 mld di attività finanziarie delle società non finanziarie; e arrotonda i 5.288 mld risultanti a 5.300 mld di euro, per comodità di calcolo.


Stefano Freddo: «Oggi, in un'intervista al Corriere della Sera, il Presidente Emerito di Intesa San Paolo, Giovanni Bazoli, propone di applicare una "volontaria" patrimoniale alla ricchezza privata delle famiglie di circa il 7% per ricavare 300 miliardi al fine di sostenere il reddito degli Italiani.

PROPOSTA ANTROPOCRATICA ALTERNATIVA

  1. Si convertono tutti i valori monetari circolanti in valuta elettronica
  2. Si può applicare una tassa monetaria "una tantum", del 46% ai 5.300 miliardi arrotondati di massa monetaria per reperire i 2.400 miliardi che consentano di ESTINGUERE IL DEBITO PUBBLICO IN UN'UNICA SOLUZIONE. Rimarranno al netto del debito estinto 2.900 miliardi.
  3. Si restituiscono i soldi ai possessori dei titoli del debito. Poiché il 53% dei titoli sono in possesso di investitori italiani, una volta estinto il debito, 1270 miliardi ritorneranno nelle tasche degli italiani. La massa monetaria italiana ammonterà quindi a 4.170 miliardi.
  4. Si aboliscono tutte le attuali tasse dirette e indirette. L'attuale pressione fiscale è del 51,2%. Da ciò deriva l'immediato dimezzamento dei prezzi. Dato l'immediato dimezzamento dei prezzi, il potere d'acquisto della massa monetaria residua salirà a 8.340 miliardi attuali, con un aumento del potere d'acquisto rispetto a quello attuale di 3.040 miliardi, quindi di circa il 60% maggiore dell'attuale.
  5. Si propone ora di applicare alla massa monetaria una tassa annua del 15%, che viene riscossa mensilmente nella misura del 1,25%. Si ricava un prelievo monetario annuo di 615 miliardi.
  6. Si istituisce il reddito base incondizionato di 400 euro mensili per 60 milioni di italiani, con potere d'acquisto di 800 attuali per il dimezzamento dei prezzi. Il fabbisogno è di 288 miliardi annui. I 327 miliardi rimanenti dopo l'erogazione del reddito base vanno a coprire le esigenze dello Stato. Dato il dimezzamento dei prezzi, il potere d'acquisto delle entrate statali corrisponde a 654 miliardi di euro. L'annullamento del debito pubblico farà risparmiare immediatamente gli interessi annui (39 mld nel 2019) sul debito stesso, mentre l'erogazione del reddito base farà risparmiare tutte le spese per gli ammortizzatori sociali, liberando in totale altri 100 miliardi per i servizi pubblici.

IN CONCLUSIONE. Le produzioni italiane a prezzi dimezzati saranno richieste dai mercati esteri e rapidamente la Massa Monetaria aumenterà, consentendo sia di aumentare l'ammontare del reddito base che di diminuire la percentuale di tassazione monetaria».

Oltre alle interessanti prospettive offerte da Freddo - che indirizzano il pensiero sociale verso soluzioni percorribili immediatamente non solo per l’emergenza ma anche utili per affrontare il debito pubblico e la precarietà personale (non toccati da Bazoli), e di cui segnaliamo il libro Padre perdonaci, una stimolante raccolta di scritti che presentano e chiariscono l’Antropocrazia - mi fa piacere ritrovare qui citato il "reddito di base" incondizionato per tutti i 60 milioni di Italiani (tutt’altra cosa dal reddito di cittadinanza, che è condizionato e limitato a pochi), perché sul tema dei 9 tipi di reddito “non da lavoro” possibili ho scritto un libro stimolato dall'amico Valerio Bianchi: Un nuovo mondo a portata di mano – Dialoghi di risveglio sociale. Una lettura, oltre ai libri di Bellìa e di Freddo, che ci fa fuoriuscire dai grigi confini degli attuali domiciliari per respirare un'aria sociale tridimensionale, concreta, fresca e nuova.

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