Share |

Nessun pasto è gratis

Esiti antisociali del sistema sociale malsano


05/09/2016

di Andrea di Furia

Di ritorno dalle vacanze un caro amico mi ha raccontato di un posticino al mare che sarebbe stato idilliaco se sotto le sue finestre, ad ogni ora del giorno e della notte con qualche raro intervallo di pausa, non ci fosse stato il continuo litigioso starnazzare di un cospicuo branco di papere che ammutoliva solo le rare volte che si faceva vivo l’allevatore.

L’amico non si era reso conto di avermi dato un’immagine precisa dell’ultimo incontro di Cernobbio dove i paperi-politici cessano le loro rituali litigiose pantomime al cospetto del padrone-investitore internazionale. Per poi riprenderle sùbito dopo: vuoi sulla crescita che non si vede nemmeno col candeggio dei dati economici, vuoi sul lavoro che manca soprattutto ai giovani, vuoi sull’ultimo terremoto, vuoi sugli sbarchi dei migranti, vuoi sul burkini, vuoi sul neo-Sindaco di Roma Virginia Raggi e il Movimento5Stelle.

L’Italia sarebbe anch’essa un posticino idilliaco se non ci fossero caterve di paperi-politici che starnazzano ad ogni piè sospinto su tutto: senza rendersi minimamente conto di essere degli analfabeti sociali di ritorno.

Ossia di non conoscere nemmeno l’ABC del sociale e delle sue dinamiche, sia fluidiche sia strutturali.

Prendiamo ad esempio - merito di tutte le iniziative intraprese a sostegno dell’economia nazionale - la crescita che il Governo si aspetta dell’1% nel 2016: equivale a circa 1 miliardo e mezzo in più del 2015. Viene ritenuto un gran risultato. Ma fronte di questo obiettivo - che forse (con l’aria deflattiva che tira) secondo alcuni economisti non sarà raggiunto - abbiamo solo di interessi sul debito pubblico circa 100 miliardini tondi tondi. Dov’è, secondo voi, la crescita necessaria per tutto ciò?

I casi sono due o è un’illusione menzognera puntare alla crescita dell’1% - e serve una crescita in doppia cifra per almeno un trentennio - o sono un’illusione menzognera gli interessi sul debito pubblico: causati dall’attuale sistema economico-finanziario che è bancocentrato in quanto tutti i soldi vengono erogati dalle Banche e ritornano come un boomerang (sociale) alle Banche... nella massima percentuale possibile.

Dal punto di vista strutturalmente sano (=tridimensionale, a 3D) – sembra un paradosso, ma è la realtà quotidiana per crescenti quote di popolazioni nei Paesi industrializzati questo ritorno in percentuali bulgare del denaro alle Banche internazionali è “economicamente”... antieconomico!

Si produce infatti una ricchezza malata, per di più “autoimmune”: che rende la vita economica sempre più cara e insostenibile: un caffè al bar resta sempre un caffè... ma ieri costava 100 lire oggi 2.000 (1.936,27 il cambio con 1 euro), domani, costerà inevitabilmente, per chi se lo potrà permettere, 10.000 lire equivalenti (5 euro): non certo di nuovo 100 lire (5 centesimi di euro).

Quindi l’errore sta tutto nel sistema economico attuale  la cui tendenza unilaterale reale nel rendere sempre più cara la vita delle Comunità nazionali e delle Persone va messa sotto controllo, a tutela delle Persone, delle Comunità e dei territori.

Chi la dovrebbe mettere sotto controllo? In un sistema sano - strutturalmente a 3D (ossia tridimensionale equilibrato) - toccherebbe alla dimensione politica e a quella culturale.

La cui autonomia (di entrambe!) dalla dimensione economica attiverebbe le iniziative necessarie per arginarne la portata “costituzionalmente” distruttiva attraverso il riequilibrio di Capitale, Lavoro e Rendita che, nella dimensione economica, rappresentano rispettivamente le ragioni delle tre dimensioni sociali in quanto produttive di reali valori economici: Capitale per la dimensione economica, Lavoro per la dimensione politica, Rendita per la dimensione culturale.

Non dimentichiamolo mai: in una società basata sulla divisione del lavoro com'è oggi la nostra... nessun pasto è gratis.

 


Purtroppo il nostro sistema sociale è giurassicamente strutturato a 1D, ossia in modo che una sola dimensione sociale prenda il sopravvento sulle altre due e le costringa al suo totalitario servizio.

Ad esempio fino a poco tempo fa era la fluida dimensione politica con il suo contenitore strutturale (lo Stato), mentre oggi è la fluida dimensione economica con il suo contenitore strutturale (il Mercato).

Per cui Capitale, Rendita e Lavoro sono tutti asserviti alle esigenze della dimensione economica e soltanto briciole della ricchezza prodotta arrivano alla dimensione politica - la quale non è più in grado di tutelare il lavoro (il che innesca come vediamo bene oggi una situazione sociale malsana) - e a quella culturale – alla quale viene sottratta la destinazione “sana” della rendita, l’unica che ne giustifica a inizio terzo millennio l’esistenza.

Se infatti la Rendita viene investita attivamente nella dimensione economica (nella predatoria speculazione borsistica) e passivamente in quella politica (in sostituzione del lavoro che manca) essa acquista una valenza malsana per tutto il sistema sociale (per i Territori, per le Comunità e per le Persone).

Il Capitale, a sua volta, cessa di avere una funzione sana perché il sistema attuale non lo indirizza al benessere dei Territori in cui lo si impiega, né verso le Comunità nazionali, bensì solo al benessere della Persona che lo possiede.

Il che finisce per essere, dopo vari giri, il benessere della ristrettissima casta degli Azionisti delle Banche internazionali monopoliste: oggi proprietarie di ben oltre il 50% delle multinazionali mondiali.

E il Lavoro? Poiché viene soffocata [obbligo di bilancio in pareggio] la capacità della dimensione politica di favorirne una sana attivazione, i suoi rappresentanti (i paperi politici) cercano alternative nel voto di scambio, nel clientelismo burocratico e nell’affarismo (Mafia Capitale).

Al pensiero sociale moderno - che essendo a 1Dimensione è in ritardo di almeno due secoli rispetto alla realtà sociale moderna che è a 3Dimensioni - serve acquisire coscienza di come sia importante afferrare (specialmente una volta che la dimensione economica ha conquistato la supremazia sulle altre due dimensioni) che nulla può risanare il sistema attuale prima della concreta ristrutturazione [da 1D a 3D] del sistema stesso.

Se permane strutturato a 1D, il sistema sociale non può che passare - per le dinamiche dello slittamento laterale degenerativo o della Legge di Gravità sociale – dalla pregressa, e agli sgoccioli, Società liquida dominata dalla dimensione politica negli ultimi due secoli alla più perniciosa e violenta Società gassosa già in via di velocissimo consolidamento: se si osservano gli eventi di inizio terzo millennio con l’occhio sociale, che è tridimensionale oggettivo.

Il riequilibrio del rapporto, oggi guastato e cancerogeno, tra Capitale, Lavoro e Rendita non può prescindere dall’esistenza di un sistema sociale in cui le ragioni del Capitale sui Territori nell’unico Mercato planetario economico trovino una moderazione da parte delle ragioni del Lavoro nei circa 200 Stati giuridici e delle ragioni della Rendita nella libertà culturale di circa 7 miliardi di Persone.

Dove strutturalmente la triplicità dei “fluidi contenuti sociali” (in sintesi economia, politica e cultura) può incontrare in modo sano la triplicità autonoma – non unidimensionalmente impastata, come ora - di “solidi contenitori sociali” (in sintesi Mercato, Stato, Scuola) è, va ribadito, nella Società tridimensionale dei tempi nuovi: i nostri.

(riproduzione riservata)