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Perché l'Europa deve cambiare

Nonostante gli allarmi di Visco finalizzati a creare del panico per le dichiarazioni di Salvini, gli investitori internazionali hanno acquistato a man bassa i nostri titoli di Stato e questo dimostra che con la Ue qualcosa è cambiato


03/06/2019

di Mario Pinzi


Partiamo osservando cosa è accaduto con i governi di Monti, Letta, Renzi e Gentiloni che hanno seguito alla lettera le direttive di Bruxelles. 
In quel periodo il debito pubblico è aumentato di 300 miliardi e in maniera progressiva continua a crescere facendo saltare il rapporto debito/Pil imposto dalla Ue. 
La risposta che è stata data alla lettera di Bruxelles non la conosco, ma la saggezza imponeva una risposta molto semplice: il debito diminuisce solo se c’è crescita e per ottenerla vanno costruite nuove regole che eliminano quelle che la bloccano.  
Se vogliamo salvare l’Italia, flat tax e le grandi opere hanno la precedenza assoluta e se Bruxelles lo vieta si deve creare un accordo con Orban, Le Pen e il nuovo leader inglese per iniziare una vera guerra fredda contro l’Europa.  
Se consideriamo che in questi ultimi anni le banche hanno tagliato circa 250 miliardi di credito alle imprese, non ci si può meravigliare se il debito cresce. 
Il nostro Pil è in calo perché i consumi interni sono fermi e per muoverli occorrerebbe inondare l’industria manifatturiera di denaro fresco. 
Se Bruxelles continua a chiedere nuove tasse è evidente che è in mala fede e va mandato in quel paese.  
Se Salvini troverà il coraggio di farlo governerà l’Italia indisturbato per i prossimi vent’anni. 
I 2.300 miliardi del nostro debito non sono pochi, ma a fronte dei 9.000 miliardi posseduti dalle nostre famiglie è evidente che lo possiamo pagare 4 volte. 
Cari lettori, lo spread aumenta perché l’Italia è tenuta sotto scacco e vogliono inondarci di extracomunitari per modificare il nostro DNA. 
Queste elezioni hanno sbugiardato non solo Papa Francesco e la Cei, ma anche tutte le comari che ci vogliono convincere che questa Europa è stata la nostra salvezza e continuerà ad esserlo. 
Siamo in una Unione dove dovremmo essere tutti uguali e non si capisce perché qualcuno abbia deciso di aiutare l’asse franco-tedesco a demolirci. 
Per il desiderio del popolo italiano, Salvini ha l’obbligo di mettere dietro alla lavagna inginocchiati su dei chicchi di grano duro i burocrati di Bruxelles tenendoli in punizione fin che non saranno rinsaviti. 
I 30 miliardi di spesa annunciati dalla Lega per la ricostruzione del Paese e quelli per la riduzione fiscale devono essere effettuati senza il lasciapassare Europeo e se questo verrà fatto vuol dire che la nostra sudditanza è finita.  
L’Europa, vedendosi messa davanti al fatto compiuto di una spesa non concordata, ci manderà la solita letterina che verrà cestinata per far comprendere che il loro potere è terminato. 
Se insisteranno sarà divertente mandare una risposta illustrata dai nostri migliori vignettisti per ottenere da loro un sorriso amaro. 
Le regole devono cambiare e se vogliono lo scontro in accordo con i leader che hanno vinto le elezioni europee si dovrà valutare come intensificare la guerra fredda.   
Sanzionare l’Europa sarebbe un segnale politico importante per far comprendere che siamo pronti a tutto per creare un’Unione rispettosa dei popoli. 
Quale credibilità può continuare ad avere questa Europa sulla finanza speculativa internazionale se Italia, Inghilterra, Francia e Ungheria non seguiranno più le sue regole? 
Cari lettori, nessuna. 
Insomma, se applichiamo queste volontà anche Sergio Mattarella dovrà capire che il vento è cambiato. 
Il nostro presidente è stato scelto da Renzi perché ha sempre militato nella sinistra Dc ed era logico che seguisse le regole europee, ma ora è giunto il momento di voler bene al proprio Paese e seguire le strategie del buon senso promosse da Salvini.  
Aver concesso ai giudici l’uso del software per spiare i cellulari, che consente l’ascolto di tutte le nostre telefonate, è come aver esautorato la politica dai suoi doveri e consegnato l’Italia nelle mani dei Pm. 
Se ne parla poco, ma la gelosia franco-tedesca nei nostri confronti è viscerale. 
Tutti i nostri successi passati e presenti, per loro diventano un tormento inaccettabile.  
Per cambiare le cose dovremmo cancellare il nostro passato, ma questa è una cosa impossibile da fare. 
Cari lettori, se vogliamo continuare a restare in questa Unione, con le buone o con le cattive dobbiamo educarli al buon senso. 
Non sarà facile, ma vale la pena provarci.
Dora in poi siamo noi che giriamo il nuovo film dell’Unione, perciò abbiamo l’obbligo di creare una nuova storia che abbia la capacità di insegnare al popolo europeo di volare sfruttando il vento dei sogni e al termine del viaggio essere quelli che non siamo mai stati…   

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