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Placida inerzia del Paese e sfibrante attivismo sanitario

Un paradosso illuminante


11/10/2020

di Andrea di Furia

Ritengo che chi ancora pensa con la sua testa, e non solamente con gli spot promossi dal Governo, debba ringraziare questa pandemia per la chiarezza che ha portato. Possiamo infatti percepire come si fronteggino due orientamenti: uno verso l’inerzia più profonda, l’altro verso l’attivismo più sfrenato.

Del secondo siamo tutti testimoni: qualsiasi attività culturale, politica ed economica è tutta indirizzata ad attivare il tema sanitario della pandemia. Il che vuol dire che ogni iniziativa culturale (teatro, cinema, feste, celebrazioni, matrimoni) è superlimitata, meglio se eliminata; che le manifestazioni politiche sono interpretate dal punto di vista del distanziamento; che l’economia è massacrata per tutelare la salute dei lavoratori e che dovranno accontentarsi, da disoccupati, del vaccino.

Del primo siamo altrettanto testimoni: dissesti territoriali da frane e alluvioni cui non è stata ancora messa la “mascherina” del consolidamento idrogeologico; non si fanno i “tamponi” a ponti e viadotti contagiati dall’usura, e che così crollano; i Politici si lavano le mani rispetto alle migliaia di cose da fare (affinché il Paese funzioni) perché preferiscono disinfettarsele in attesa del vaccino-killer della pandemia.

Ora ci sono effetti collaterali pluridecennali che si moltiplicano nella direzione dell’inerzia (scuole inagibili, aumento di burocrazia e corruzione, periferie fatiscenti ecc.) e ci sono effetti collaterali freschi di giornata che si moltiplicano sul fronte dell’attivismo sanitario (aumento delle baby mamme causa arresti domiciliari sanitari; eliminazione e spostamento a babbo morto dell’assistenza delle malattie non Covid; raccomandazione a San Gennaro di chi sta perdendo il lavoro).

Entrambe le situazioni (Inerzia e attivismo) sono agli opposti nell’astrazione concettuale pensante, ma nella realtà quotidiana si mescolano vorticosamente aggravando le negatività specifiche e originandone altre ancor più creativamente deleterie.

Se vi guardate attorno state vedendo la trasformazione della Civiltà occidentale in una Civiltà ospedale: le Scuole sembrano tanti reparti psichiatrici; le Chiese idem; Palestre, Stadi, Teatri e Sale cinematografiche idem; le strade idem.

In questo scenario vediamo un Governo attivista solo per la sicurezza sanitaria, mentre latita ed è inerte per le altre sicurezze per cui dovrebbe lavorare: la sicurezza dei Territori; la sicurezza delle Comunità (annichilita dal terrorismo pubblicitario sanitario); la sicurezza delle Persone dallo stesso mobbing sanitario governativo.

Questo attivismo è per così dire la foglia di fico che copre l’inerzia globale sottostante, della cui causa e della cui indistruttibilità ci parla sul Corriere della Sera di sabato 10 ottobre un opinionista che apprezziamo, e che speriamo prima o poi si decida a guardare il sociale anche aristotelicamente dal punto di vista della struttura... e non solo della sostanza.


Ernesto Galli della Loggia: «Deriva da quanto ho detto l’ormai congenita incapacità del sistema politico italiano, specie quando si tratta di cose importanti, di decidere e far eseguire quanto deciso in tempi umani. Le cause sono conosciute e straconosciute da sempre, ma non si è mai trovato uno straccio di maggioranza o di Governo che pensasse a porvi rimedio o ne fosse capace».

Quali sono queste cause? Nell’articolo sono enumerate:

  1. Pessima seconda parte della Costituzione e pessime leggi elettorali che favoriscono la rissosità dei Partiti e impediscono al Premier di coordinare i ministeri
  2. Numero spropositato di chi deve mettere becco al processo decisionale (tavoli di consultazione, pareri richiesti obbligatori, comitati interministeriali, conferenza Stato-Regioni ecc.)
  3. Farraginosità legislativa: partono gli uffici legislativi dei ministeri il cui compito è quello di rendere complicate le cose, farcirle di codicilli e clausole esoteriche in un linguaggio incomprensibile
  4. Eminenze grigie burocratiche: hanno il compito di emanare i regolamenti attuativi, per cui senza la loro approvazione le leggi vengono o mandate alle calende greche o vengono modificate a parer loro (e dei loro supporter)
  5. Abuso della richiesta di controllo della legittimità degli atti amministrativi da parte del Tar, uno sport assolutamente da record in campo appalti.

E questa paralisi si riverbera in tutte le cose che ci sarebbero da fare in un Paese davvero “civile”, non solo a chiacchiere come il nostro: sistema della ricerca da ripensare, ordinamento regionale che non funziona, sistema fiscale più umano, trasporti urbani, smaltimento e trattamento rifiuti e altre priorità tutte urgenti.

Ernesto Galli della Loggia: «Ebbene, potrà apparire stupefacente ma per nessuna di tali questioni si ha notizia che qualche Partito abbia un’idea concreta di come davvero cambiare le cose, abbia un’ipotesi appena dettagliata di una nuova legislazione. Nulla. Sono anni che il nostro sistema politico e di governo appare dominato da una sostanziale inerzia».

Infine il nostro commentatore lamenta la mancanza della guida di una vera politica, da lui vista come “la più certa premessa per il declino dell’Italia”.

Tutto quanto fin qui detto è però “sostanza sociale”, non è “forma” sociale.
E qui sta il limite di questi commenti che non fanno altro che fotografare una realtà sociale in declino (che già c’è da decenni) senza offrire una soluzione, e poi si lamentano che altri non ne abbiano.

Ora va chiarito al di fuori di ogni e qualsiasi dubbio, che una soluzione ai problemi “sostanziali” del sociale, estratta affrontando uno o più di essi, non esiste. Mentre esiste una soluzione agli stessi problemi se li si  affronta dal punto di vista della “forma” del sistema sociale, della sua struttura: in questa direzione deve andare la nuova legislazione invocata da Galli della Loggia.

Quando trattiamo di sostanza sociale (es. la burocrazia, la corruzione ecc.) ossia di un “contenuto” del sistema sociale moderno, ci dimentichiamo sempre del “contenitore”: del sistema sociale stesso.

Con un esempio “visivo” si può chiarire la tenue “nebulosità” dell’approccio concettuale astratto al sociale rispetto alla realtà concreta. Immaginiamo di restare con la mano sporca di cioccolata (sostanza) perché il suo contenitore (forma) si è rotto. Cosa facciamo? Eliminiamo il contenitore rotto (la vecchia struttura del sistema) e mettiamo la cioccolata in un altro (una nuova struttura del sistema).

Nel sociale dobbiamo fare la stessa cosa! Eliminiamo il sistema sociale monodimensionale rotto e lo sostituiamo con una nuova struttura sociale tridimensionale.

L’inerzia deriva dal fatto che la struttura vecchia del sistema impedisce a chiunque di portare a casa la soluzione “sostanziale”. Pensiamo a quanti hanno promesso di eliminare/ridurre la burocrazia agendo sulla burocrazia (agendo quindi sulla sostanza burocrazia) senza mai agire prima sulla struttura (sulla forma) del sistema. Per forza che, invece di diminuire, la burocrazia aumenta!

Guardando alla struttura del sistema anche Galli della Loggia potrebbe afferrare come la vera politica che invoca sia un’impossibilità e un’illusione. La struttura attuale “concreta” del sistema sociale è determinata oggi dal predominio della dimensione economica su quella politica.

Non è più la Politica a determinare la ricerca, la sanità ecc. è invece l’Economia. Siamo infatti nella Società gassosa, mentre declina la Società liquida a predominio politico di stampo risorgimentale.

E lo vediamo bene: tutta l’attività del Governo italiano è tesa (pubblicità, bollettini, ricerca, misure legislative, sovvenzioni, investimenti) a quell’elemento economico che è il vaccino antipandemico. Perché è “utile” all’Economia in primis, e dopo ma molto dopo anche alla salute.

Tornando alle condivisibilissime osservazioni di Galli della Loggia, ci aiuta l’immagine della raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale. In Italia è ancora in uso, non si sa fino a quando però, il cassonetto dell’indifferenziata culturale, politica ed economica... Stato.

Lo Stato è il cassonetto della spazzatura sociale tridimensionale che a forza di contenere “rifiuti sociali culturali, politici ed economici” si è rotto, e tutto il contenuto deborda e fuoriesce. Dobbiamo allora sostituirlo con il cassonetto Mercato? Assolutamente no. Ricreeremmo la stessa situazione "sostanzialmente" irreparabile.

Dobbiamo invece innovare: attivare una legislazione che modifica questa raccolta dell’indifferenziata sociale in un'unico cassonetto e passare alla “raccolta differenziata del sociale tridimensionale” in tre cassonetti separati.

Così rispondiamo alla richiesta di “tempi umani tra decisione ed esecuzione”, problematica già rilevata da Adriano Olivetti: il quale osservava l’incapacità del Governo a reagire tempestivamente alle mutate condizioni economiche. Se infatti pensiamo al sistema sociale come a un orologio, la lancetta dell’Economia è quella dei secondi, mentre quella della Politica è quella dei minuti e quella della Cultura quella delle ore.

Quindi, se ci rivolgiamo al fattore tempo come tempestività tra pensare sociale e agire sociale, è evidente che i secondi economici hanno bisogno di un loro specifico strumento e àmbito, diverso da quelli specifici di Cultura e Politica. Occorre differenziare: passare dalla raccolta indifferenziata del sociale a quella differenziata.

I tre cassonetti per la "differenziata" ci sono già: Mercato ma che dev'essere esclusivo e specifico solo per tutto ciò che è Economia; Stato ma che dev'essere esclusivo e specifico solo per tutto ciò che è Politica; Scuola ma che dev'essere esclusivo e specifico solo per tutto ciò che è Cultura.

Con una legge che attua questa nuova strutturazione tridimensionale equilibrata e sinergica (non più monodimensionale squilibrata e competitiva per il predominio sociale) il problema dell’inerzia economica, politica e culturale non si pone più, ma neppure quello dell’attivismo unidirezionale.

In questa nuova struttura del sistema sociale, che caratterizziamo come Società calorica tridimensionale, i problemi “sostanziali” possono essere isolati, ognuno nel suo cassonetto dedicato e specifico, e finalmente affrontati e risolti.. per tempo!

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