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Regola prima: nei momenti di crisi è obbligatorio investire. Anche a debito

Lo tenga a mente questo Governo, nato sotto la inaccettabile spinta di Bruxelles


09/09/2019

di Mario Pinzi


Noi siamo in una democrazia parlamentare e il Governo per operare deve avere la fiducia del Parlamento. 
Detto questo, va precisato che i parlamentari vengono eletti attraverso il voto e la sovranità appartiene al popolo. 
La costituzione conferma che, per non invalidare le elezioni, in qualsiasi situazione la scelta degli elettori deve essere in ogni caso rispettata. 
Fatta questa premessa, Sergio Mattarella, non trovando una maggioranza compatibile con le scelte fatte dall’elettorato aveva l’obbligo di sciogliere il Parlamento e andare al voto. 
Perché ha disatteso la norma costituzionale e ha nominato il Conte bis?  
Questo governo, cari lettori, è nato per volontà dell’asse franco-tedesco, e per costituirlo aver atteso il voto della piattaforma Rousseau, dove hanno votato il 70% di 100.000 iscritti, è una farsa che offende, ma fa comprendere la scelta del Presidente.  
Se questo non è un comportamento ingiurioso, lascio a voi un termine più appropriato. 
Alcuni economisti di estrazione Keynesiana affermano che in un momento di crisi economica gli Stati, per attenuare l’urto recessivo, hanno l’obbligo di investire in opere pubbliche finalizzate a rimodernare il Paese e questa strategia può essere effettuata anche a debito. 
Sergio Mattarella, dopo aver eseguito puntualmente il desiderio europeo del “non voto”, ha comunicato ai burocrati di Bruxelles di autorizzare maggiore flessibilità sui conti, ma è stato subito bacchettato. 
Il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, gli ha comunicato di restare calmo al suo posto, e se questo burocrate si permette di rispondergli in quel modo, cari lettori, siamo messi molto male e Roberto Gualtieri, il neo ministro dell’Economia, potrà continuare a cantare “Bella ciao” per parecchio tempo.  
Questo comportamento certifica che questo governo è nato per volontà della Ue e questa certezza è talmente frustrante che è giusto alzare la voce. 
Conte serve all’Unione europea per non avere ostacoli alle regole imposte dall’asse franco-tedesco, che sono finalizzate a raggiungere inflazione zero e austerity. 
Questa strategia va nelle direzione opposta alla prosperità di un Paese e dovrebbe essere contrastata con tutte le nostre forze. 
Per giustificare la truffa, il numero due della Bce, Louis De Guindos, afferma che solo i Paesi che hanno uno spazio di spesa come la “Germania” possono investire per far ripartire i consumi interni, ma noi che abbiamo un debito altissimo possiamo scordarci di farlo. 
Insomma, per annientarci sono pronti a tutto e l’estromissione di Salvini dal governo era fondamentale per essere liberi di agire come meglio credono.   
A questo punto la strategia della Lega deve essere finalizzata all’attesa. 
Quando Di Maio capirà che il suo uomo è nelle mani dell’asse franco-tedesco, la delusione sarà molto grande e quello sarà il momento magico per offrire al deluso, a fronte della caduta del Governo, la salvezza politica, dandogli all’interno della Lega un posto di grande prestigio. 
Questo è uno strappo non facile, ma possibile e utile per salvare il nostro Paese.  
Il popolo italiano deve premere per questa offerta, perché Conte da sovranista si è trasformato nel condottiero di un governo europeista che non ama l’Italia.
La Lega, per la decisione presa ha un calo di consensi, ma nonostante tutto è la prima forza politica del Paese. 
Quando si tornerà al voto, perché presto, cari lettori, si tornerà al voto, Salvini prenderà la maggioranza assoluta e con il consenso del popolo potrà licenziare questa squallida dittatura europea che ci sta uccidendo. 
La nostra Italia è frustrata da una grave malattia che si chiama euro e la domanda che sorge è la seguente: perché accettiamo questa squallida imposizione che infonde metastasi?
Cari lettori, il pregio di questo giornale è che ognuno di noi colleghi la pensa a modo proprio e io come direttore non censuro nessuno. Per questo motivo cresciamo. Forse sto esagerando, ma L’Europa per non morire, dovrebbe seguire il nostro esempio…   

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