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Serve urgentemente la logica del 3 nel pensare il sociale attuale

Un sogno illuminante 2


23/09/2018

di Andrea di Furia

La settimana scorsa siamo partiti da un sogno, che mi era stato raccontato, per cercare di comprendere in che modo il pensiero umano possa osservare la Società attuale, l’attuale sistema sociale, dal concreto punto di vista oggettivo e non dal punto di vista della propria “infallibile” opinione personale.

Questo sogno è una vera e propria cartina di tornasole animica per verificare - indifferentemente se siamo Persone comuni, Economisti, Politici, Professori o Sociologi – il nostro orientamento verso un pensiero sociale sano o malsano fin dalle sue più profonde e inosservate basi.

Il sogno era questo: all’interno di un ufficio ministeriale oltre al capo che assiste in silenzio ci sono due persone che discutono in un’atmosfera serena e stimolante. Il dialogo avviene tra queste due. E mentre una afferma di occuparsi di organizzazione in senso lato l’altra, sentiti gli esempi, replica che questo in realtà è un occuparsi solo di micro-appuntamenti… mentre l’organizzazione è ben altra cosa.

Ed è diverso se la cosa che ci colpisce con più forza è il dialogo tra le due persone, che rivela una basale “logica del 2”, o se invece la cosa che ci attira è il ruolo silenzioso del capo, rivelatore di una “logica del 3”, quale garante dell’atmosfera serena e stimolante che circola tra i due dialoganti.

Nel primo caso siamo portati a scegliere tra i due interlocutori, tra la tesi che più si allinea alle nostre inclinazioni, simpatie e astrazioni. E la volta scorsa abbiamo osservato che le due posizioni opposte degenerano nella prova di forza e nel conflitto. Il che inverte decisamente l’atmosfera iniziale serena e stimolante, indicando la reale forza antisociale di questo modo di pensare il sociale.

Modalità che, una volta vinta la prova di forza, sfocia nella visione settaria e unilaterale della stessa Società umana. Lo vediamo bene oggi, quando la prova di forza nel sociale avviene tra la dimensione politica (lo Stato) e la dimensione economica (il Mercato). Scontro in atto che al momento vede il Mercato dominare incontrastato sullo Stato, ma sempre all’interno di un ambiente conflittuale e socialmente ansiogeno, caotico e malsano.

Di “sereno e stimolante” c’è qualcuno che può vedere qualcosa? Dal continuo demonizzare l’avversario può sortire qualcosa di diverso dall’attuale antisocialità sempre più densa e soffocante? Prendiamo Donald Trump che demonizza l’Iran o l’Iran che demonizza Donald Trump: è possibile in questo confronto duale un risultato che non sia una prova di forza? che non porti ad altro che alla guerra culturale, politica, economica?

Manca un qualsiasi elemento di equilibrio che abbia la forza di eliminare le reciproche unilateralità antisociali. Ed è questa manchevolezza, questa vera e propria deficienza di equilibrio, la caratteristica oggettiva di base che vive nel pensiero sociale orientato dalla “logica del 2”, dalla logica dello scontro continuo, dalla logica di tutti contro tutti.

 


Nel secondo caso, invece, ci accorgiamo che il terzo elemento - quel capo che sta sullo sfondo in silenzio - è il portatore sano dell’atmosfera serena e stimolante: è il portatore di quell’equilibrio tra i due interlocutori che caratterizza la “logica del 3”. Togli il terzo elemento e si scatena il malsano conflitto antisociale, inserisci il terzo elemento e si instaura la serena e stimolante atmosfera sociale.

La “logica del due”, purtroppo, sta dominando inosservata il pensiero sociale moderno e porta inevitabilmente sempre [anche con le più oneste intenzioni] al conflitto duale: a rimpiangere la superiorità dello Stato (la Politica) sul Mercato (l’Economia) o a promuovere la superiorità del Mercato (l’Economia) sullo Stato (la Politica); a rimpiangere la superiorità della Chiesa (la Cultura) sullo Stato (la Politica) o a promuovere la superiorità del Mercato (l’Economia) sulla Scuola (la Cultura) e così via.

La “logica del tre”, invece, non rimpiange e non promuove nessuna superiorità dimensionale: è portatrice sana dell’equilibrio e delle “pari opportunità” dimensionali. È la tridimensionalità sociale… che promuove.

Ossia un sistema sociale in cui tutte e tre le dimensioni (Economia, Politica e Cultura) siano autonome l’una dall’altra e siano sullo stesso piano di esercizio discrezionale del potere e delle loro specifiche prerogative funzionali.

Oggi il sistema è basicamente antisociale perché monodimensionale: una sola dimensione prevale sulle altre due, le asserve e soffoca alimentando il flusso senza fine delle disuguaglianze sociali. Che sia stato lo Stato, o sia oggi il Mercato il risultato non cambia: c’è un unico contenitore per la “raccolta indifferenziata” del sociale complessivo (culturale, politico ed economico). È da questo contenitore unico per la “raccolta indifferenziata” del sociale che fuoriesce il cattivo odore antisociale malsano che ci attanaglia e ci sconvolge.

È giunta l’ora – come dice l’Uomo con la lampada nella favola di Goethe - di accorgersi, grazie ad un pensiero basato sulla “logica del 3”, che tutte e tre le dimensioni sociali si sono reciprocamente emancipate.

È giunta l’ora di passare alla “raccolta differenziata” del sociale: il Mercato per la circolazione di merci e servizi sul Territorio (Economia); lo Stato per la tutela dei diritti e doveri nella Comunità nazionale (Politica); la Scuola per lo sviluppo di talenti e qualità nelle Persone singole (Cultura).

È giunta l’ora, nel pensare il sistema sociale attuale, di abbandonare la conflittuale “logica del 2” per passare all’equilibrata “logica del 3”.

È giunta l’ora della sana ed equilibrata Società tridimensionale dei tempi nuovi:la società umana in cui è stimolante e sereno vivere.

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