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Siamo analfabeti sociali di ritorno: "ingenui", come Zygmunt Bauman, o "profiterol"?

La “paura liquida” quale sintomo dell’incapacità culturale moderna di risolvere le contraddizioni sociali


11/12/2016

di Andrea di Furia

Indipendentemente a quale categoria apparteniamo, lo vedremo in seguito, la caratteristica più saliente della moderna civiltà occidentale è l’analfabetismo sociale di ritorno: ossia l’incapacità conclamata, dati i risultati che via via si evidenziano “raggiunti” nelle tre dimensioni sociali classiche (Cultura, Politica, Economia), di leggere il sociale. Quindi anche… di scriverlo.

E come avviene agli analfabeti letterari, i nostri elaborati sociali -ovvero le iniziative culturali, politiche ed economiche attivate per “modificare correggere risanare” il sistema sociale malato attuale - sono pieni di errori da barrare con la penna rossa.

Direte che come individui non possiamo nulla e che è compito della scienza, della sociologia l’indicare magagne e soluzioni possibili. Ma anche questo è un errore perché, abbiamo già visto insieme, che la scienza è assolutamente incapace di comprendere il sociale perché alla base del suo voler essere oggettiva c’è... l’esclusione dell’uomo.

Già la stessa logica pensante, se non la si è persa, ci dice che non si può comprendere ciò che si esclude: e l’uomo - escluso dalla scienza attraverso l’illusione dell’oggettività che deve caratterizzare ogni ricerca scientifica - è il componente essenziale di ogni sistema sociale. Nel suo stesso DNA la scienza è perciò incapace di afferrare il sistema sociale dall'interno.

Lo osserva solamente da fuori! Disserta su di esso senza risolvere alcunché come noi disserteremmo del motore di una macchina senza sollevare il cofano e senza metterci le mani dentro. Che problemi potremmo risolvere così? Nessuno, come di fatto avviene.

Ma il mito della Scienza ancora narcotizza l’Umanità moderna post Rivoluzione francese, così come il mito della Confessione religiosa aveva finito per ottundere l’Umanità storicamente precedente. Né la Religione prima, né la Scienza adesso sono più in grado di leggere il sociale moderno.

Diamone un esempio pratico in àmbito economico prima: la scienza applicata alla finanza è tutta razionalità... ma non spiega a se stessa l’irrazionalità dei mercati. Banale rilevare che l’uomo qui non è considerato nella sua totalità, ma solo come numero di un’equazione matematica. Al massimo se ne considera il quoziente intellettivo (Q.I.), che è sempre un numero. Poi la realtà costringe i ricercatori ad aggiungere “all’intelligenza razionale” anche “l’intelligenza emotiva”, dopo che scoprono risiedere solo in quest’ultima la “capacità sociale” dell’uomo.

Per chi conosce questi argomenti va solo fatto osservare che siamo di fronte a alle classiche due facce della stessa medaglia. Medaglia tuttavia che in realtà è solo "il riflesso corporeo" di un preciso elemento animico: l’anima razionale e affettiva (emotiva): la parte dell’anima che sta al centro tra anima senziente istintiva e anima cosciente personale. Ma siamo ancora ben lontani dalla comprensione del sociale moderno.

Passiamo adesso alla sociologia: lo studio scientifico della società. Anche la sociologia vede gli errori che vediamo tutti, tranne coloro che affermano (mentendo per quieto vivere o per interesse) che abbiamo il miglior sistema sociale possibile. Il che già dice, a chi ha orecchie per intendere naturalmente, che siamo alla metastasi sociale (= cancro invasivo totalmente diffuso in tutte e tre le dimensioni del sistema sociale attuale) nella nostra civiltà occidentale, Per come si è evoluta da due secoli a questa parte.

 


Eppure questo vedere scientifico non porta a concretizzare il correttivo conseguente necessario a risanare il sistema sociale:  porta alla paura per la sopravvivenza e per il futuro di ognuno. Come ben rileva nel suo “Paura Liquida” un luminare della sociologia: Zygmunt Bauman.

Premesso che ora siamo progrediti già nella “Società gassosa”, dove il motore unidirezionale sociale è il Mercato planetario e non lo Stato nazionale, tuttavia vogliamo facilitarci i compiti appoggiandoci temporaneamente alla sua definizione più interessante: per la quale ci troviamo in una Società umana in cui tutto (valori, ruoli, comunità, punti di riferimento solidi) si è liquefatto. Per il famoso sociologo, oggi over novanta ma lucidissimo, siamo nella "Società liquida" e dopo aver introdotto origine, dinamica e usi della paura, liquida anch'essa, conclude con questa sottolineatura:

Bauman: «Un momento di riflessione mostrerà, tuttavia, che creare la consapevolezza dei meccanismi che rendono la vita penosa o addirittura invivibile non equivale ad averli neutralizzati: far luce sulle contraddizioni non significa risolverle. (…) Nella sociologia l’inizio è più che mai determinante: è il primo passo che traccia e prepara la strada a una correzione che altrimenti non esisterebbe, e tanto meno sarebbe notata».

In effetti la sociologia non si è mai schiodata da questo primo passo: da questa incapacità che a ben guardare non è solo sua, ma è caratteristica specifica di tutto il pensiero scientifico ogni volta che esporta se stesso dall’osservazione della Natura, l’unico àmbito in cui è invero produttivo e socialmente sano.

E il nostro sociologo, consapevole di questa deprimente incapacità della sociologia moderna di essere al livello del sociale che pur esamina, termina con questa decisa affermazione:

Bauman: «Possiamo profetizzare che, a meno di essere imbrigliata e addomesticata, la nostra globalizzazione negativa, che oscilla tra il togliere la sicurezza a chi è libero e l’offrire sicurezza sotto forma di illibertà, renderà la catastrofe ineluttabile».

Questo fastidioso aleggiare della catastrofe lo sentiamo tutti, sia gli analfabeti sociali “ingenui” come Bauman, sia gli analfabeti sociali di ritorno “profiterol” che attualmente dominano il mondo come Banchieri, Uomini di governo e Professori Universitari.

Questi ultimi, “i profiterol”, non si esprimono attraverso la paura per sé, come “gli ingenui”, ma fanno leva sulla paura degli altri per coltivare il proprio potere personale, la propria ambizione, la propria ricchezza. E così attivano comportamenti decisamente “antisociali” che in epoca greco-romana si sarebbero caratterizzati con il detto “mors tua vita mea”: il che rende impossibile la vita di una qualsiasi società umana, la condanna morte.

Essendo viceversa analfabeta sociale di ritorno "ingenuo", che si caratterizza per essere preoccupato non solo per sé ma anche per gli altri, il nostro sociologo volendo offrire un'indicazione terapeutica a chi verrà dopo di lui conclude così il suo saggio:

Bauman: «L’unico modo davvero promettente di iniziare una terapia contro la crescente paura che finisce per renderci invalidi è reciderne le radici: poiché l’unico modo davvero promettente di continuarla [la terapia sociale] è che si affronti il compito di recidere quelle radici».

Ma dove sono queste radici della paura? Non lo dice. Bel suggerimento quindi, ma inconcludente. Dobbiamo arrangiarci da soli.

Qui siamo da lui ricondotti all’impotenza del pensiero scientifico e all’impotenza della sociologia: che cosa dobbiamo fare allora per recidere le radici della paura? Così si torna a brancolare in quella liquida palude dell’analfabetismo sociale di ritorno moderno che impedisce anche alla sociologia, ma non solo, di essere davvero efficace, davvero risolutiva.

Personalmente abbiamo un grande debito di gratitudine verso Bauman, perché la sua folgorante definizione "Modernità liquida" è davvero la base iniziale per quella " concreta" comprensione strutturale del sociale che purtroppo a lui (e generalmente ai sociologi) è mancata, ma che deve urgentemente avvenire.

Tuttavia dev’esser chiaro che il pensiero che attinge alle profondità di questa definizione non può essere quello concettuale scientifico, così superficiale in ambito sociale, che al massimo trova “azzeccata” la definizione di Bauman intendendola come un intelligente slogan.

Davvero il fanatismo moderno verso la scienza come panacèa di tutti i mali, l’idolatria assurda verso il pensiero scientifico onnicomprensivo e onnipotente è così accecante che non si osserva più l’evidenza tragica dei fatti.

 


Così come due millenni e mezzo fa “l’Arte della politica” e non la ""Scienza della politica" ha espresso in modo sano per quei tempi la Democrazia - oggi foglia di fico delle peggiori dittature culturali, politiche ed economiche in atto (perché rese occulte da questa definizione, che è persino diventata un tabù!) - così nel sociale moderno è nuovamente richiesto un pensiero di livello superiore a quello scientifico che a inizio terzo millennio è ancora in uso per comprenderlo.

Vorremmo caratterizzarlo come pensiero sociale “artistico-scientifico”.

Pensiero che non perde nulla della sua acquisita scientificità, che accoglie tutto ciò che di concettualmente astratto la scienza riscontra… ma in più lo potenzia, lo eleva al livello che serve sia raggiunto per comprendere il sociale davvero. E così terminare di essere analfabeti sociali di ritorno “ingenui” come intera Umanità, e cessare di operare nel sociale facendo solo errori che vanno automaticamente a vantaggio dei soli “profiterol”.

Poiché l’Arte opera attraverso immagini, davvero l’immagine artistico-scientifica che nasce applicando al sistema sociale moderno la geniale definizione solo scientifica di Bauman (Società liquida) chiarisce fin nel dettaglio cosa si deve fare come prima cosa, in assoluto, per tagliare le radici della paura dove vanno effettivamente tagliate.

Come secondo imprescindibile passo di una sociologia all’altezza dei tempi nostri, infatti, vanno considerate liquide le tre componenti del sistema sociale moderno: Economia, Politica e Cultura.

Di qui è logicamente conseguente la riflessione che essendo essenzialmente differenti l’una dall’altra (nell'essenza ma anche come liquidi) le tre dimensioni sociali necessitano di tre contenitori differenti per poter essere immagazzinate senza co-inquinarsi.

Esattamente come usualmente versiamo l’acqua nella caraffa, il vino nella bottiglia e l’olio nell’oliera – dunque non tutti e tre quei liquidi nello stesso contenitore! - in modo da poterne prendere le quantità di volta in volta necessarie ai nostri bisogni alimentari.

Avviene questo nel sociale attuale? No! I tre liquidi dimensionali della Società liquida (Cultura, Politica, Economia) vengono immessi in un unico contenitore: o si mescolano nello Stato nazionale che decide tutto lui, o si mescolano nel Mercato planetario che, similmente, decide tutto lui.

“Decide tutto lui” è anch’esso un concetto scientificamente accertato nel sociale, ma non basta per capire il sociale stesso e va arricchito con l’immagine seguente: nello stesso contenitore (ad es. lo Stato) stiamo mettendo da due secoli tre liquidi diversi: acqua culturale, vino politico, olio economico.

I tre liquidi, stivati assieme nello stesso contenitore, non possono che inquinarsi vicendevolmente rendendo il sistema sociale occidentale moderno culturalmente annacquato, politicamente sbronzo, economicamente untuoso: l’habitat perfetto per gli sguazzanti “profiterol”.

Portiamo storicamente, davanti ai nostri occhi, questo pensiero artistico-scientifico del sociale moderno: nello Stato, in quello stesso unico contenitore, i tre liquidi sociali (Politica, Cultura, Economia) stanno insieme da oltre due secoli, se ci fermiamo alla Rivoluzione francese del 1789-92.

 


Ebbene, avete provato a mettere insieme acqua, vino e olio in parti uguali in un unico contenitore? Li avete mai lasciati a loro stessi per alcune settimane? Riuscite a immaginare che cosa succerebbe loro se lasciati a co-inquinarsi per due secoli e passa nello stesso contenitore? Riuscite a immaginare la vomitevole cosa che viene fuori ogni volta che avete bisogno di estrarre un po’ di quel liquido per realizzare le vostre ricette alimentari?

Trasposta questa immagine nella "Società liquida" moderna, vi rendete conto di che cosa si estrae da quel contenitore unico (ieri Stato nazionale, oggi Mercato planetario) per aumentare la “crescita”, per diminuire la “disoccupazione”, per combattere "la fame nel mondo", per controllare lo “tsunami migratorio” in atto, per garantire la “pace”?

Si estraggono solo, come dimostrano i fatti, decilitri di putrefazione sociale liquida: che viene fatta passare per programmi sociali innovativi, aiuti, riforme strutturali, accordi internazionali e così via. C’è da meravigliarsi se poi tutto involve e peggiora?

Afferrate l’enorme, crudele, delinquenziale perché inutile, dispendio delle risorse sociali in atto per tentare di opporsi a sintomi collaterali dell’originario guasto reale... completamente ignorato?

Guasto originario e concreto che è la situazione “strutturale” [il contenitore unico, il sistema sociale a 1D prevalente sulle altre due]: situazione strutturale neppure presentita dall’orgoglioso pensiero sociale scientifico astratto moderno, solo capace di far luce sulle contraddizioni ma non di risolverle come sottolinea Bauman.

Se poi afferrate anche la necessità urgente di un nuovo pensiero sociale “artistico-scientifico”, ossia capace di accoppiare nel sociale l’immagine concreta al concetto astratto, ecco che immediatamente vedete due cose: da una parte l’imputridire dei liquidi sociali (iniziative, programmi, accordi ecc.); dall’altra che la causa prima del loro imputridire è il ”contenitore unico”: il fatto che è “uno” e non sono "tre"!

Perché diverso sarebbe se i tre liquidi sociali venissero conservati in tre contenitori differenti: l’Economia nel Mercato con ambito planetario (che ormai si è già realizzato da sé), la Politica nello Stato nazionale (che ormai si è già realizzato da sé, in varie forme), la Cultura nella Scuola (che tuttavia non è libera dai tutoraggi dello Stato e del Mercato, quindi non si è ancora altrettanto realizzata da sé).

Solo una riforma strutturale del sistema sociale moderno, solo portando la sua struttura dalla malsana 1D (una dimensione sociale dominante le altre due) alla sana 3D (tre dimensioni sociali autonome che si formano da sé ma equilibratamente sinergiche) possiamo affrancarci da quella globalizzazione negativa - così definita da Bauman, perché toglie sicurezza a chi è libero e offre sicurezza a chi si fa schiavo del gruppo dominante del momento – oggi sempre più fondata sul “contenitore unico” Mercato.

Solo la nascita della “Società tridimensionale” dei nostri tempi può arginare questa evidente tendenza antisociale. Obiettivo sociale che oggi e divenuto un “apriori assoluto”, una necessità che deve precedere tutte le altre - le campagne elettorali, il formarsi dei Governi, gli investimenti in ricerca, il lavoro, gli accordi internazionali e chi più ne ha più ne metta - pena il disastro che ormai tutti sentono aleggiare intorno a sé, e i cui prodromi evidenti sono la ripetuta improvvisa esplosione delle Banche, il montare dei nazionalismi e l'omologazione culturale dello scienziato come "divino creatore".

Chi pensa ottusamente, non uscendo dall’analfabetismo sociale che ha contagiato l’intera Umanità contemporanea, che prima vadano fatti altri passi rispetto alla separazione delle tre dimensioni sociali in tre separati contenitori, adeguati alla complessità del presente, non può che immettere altro putrefatto inquinamento liquido nel disastrato sociale moderno. E neppure immagina di cosa si stia assumendo la responsabilità anteponendo la cura del sintomo alla cura della causa strutturale originara.

Solo l'istituzione della sana Società strutturalmente tridimensionale può tagliare alle radici quella diffusa paura liquida sentita dagli uomini d’oggi di cui parla Bauman, uno dei maestri della sociologia moderna, e che caratterizza il nostro ormai decotto sistema sociale occidentale.

Radici della paura oggi primariamente, unicamente, strutturali.

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