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Strutturazione sociale: un sguardo più ampio sulla guerra russo-ucraina


04/04/2022

Come considerare la questione bellica russo-ucraina fuori dagli anoressici stereotipi della propaganda bilaterale, è possibile? La confusione è massima perché si intrecciano motivi economici, politici e culturali tutti assieme e il sistema a struttura monodimensionale attuale è proprio quello che ci vuole per aumentare la confusione e far felici conduttori, analisti e sponsor dei talk show.

Ovviamente la guerra è indegna ovunque sia praticata, anche sotto la falsa terminologia di peace keeping ma, come vediamo, l’indignazione non ci fa capire né risolvere nulla, né la propaganda sia del regime assalitore né la contropropaganda dell’assalito e dei suoi alleati fa qualcosa di diverso dal nutrire la nostra bellicosa pancia: pro o contro che sia.

Se vogliamo comprendere - ed è importante perché la vittima vera del conflitto non sono né l’Ucraina, né la Russia - dobbiamo temporaneamente mettere la pancia in stand-by e cessare di reagire pavlovianamente ad ogni comunicazione su questo tema.

E’ più importante farsi un’idea ragionando con la propria testa: che non arriva mai a scrivere sulla lavagna da una parte i buoni e dall’altra i cattivi di turno, ma cerca di arrivare ad una verità: anche se non ci piace, anche se va contro la nostra idea di partenza.

La prima distinzione da fare nel sociale è quella tra "forma e sostanza sociale". La guerra tra Russia e Ucraina fa parte della sostanza sociale: è il fatto puntuale sostanziale esaminato. La forma sociale è invece la struttura del sistema sociale, il terreno di coltura in cui tale fatto sostanziale avviene.

Questa distinzione è essenziale, se si vuole trovare l’origine reale causale di ciò che sta avvenendo perché, in realtà, la struttura del sistema è la causa primaria di tutto ciò che di economia, politica e cultura accade nel mondo. I vari accadimenti sostanziali, settoriali e specialistici, se trattati a sé sono soltanto sintomi ovvero cause derivate: di secondo o terzo livello. Su cui per tutti è facile, e obbligatorio, fare propaganda per occultare le cause primarie.

Dal punto di vista strutturale-sociale - mai affrontato dalle attuali chiacchiere e opinioni anche intelligentissime- l’attuale conflitto russo-ucraino in atto è solo una causa di terzo livello: neppure di secondo livello.


E la confusione è tale che si sta mettendo sullo stesso piano una causa di terzo livello - il conflitto per la riunione della Crimea al territorio della Russia, che prevede l’acquisizione del Donbass separatista, con contorno delle relative ragioni economiche politiche e culturali - con una causa di secondo livello che riguarda l’esistenza stessa e lo scopo specifico della NATO.

E come in medicina se curi i sintomi non curi la causa originaria, che tali sintomi produce, così anche tornando la pace tra Russia e Ucraina [cosa auspicabile comunque] questo non incide in nulla sulla causa di secondo livello: quella che riguarda l’operato concreto e la vita della NATO.

Operato che nell’ultimo ventennio, di fatto apertamente come vedremo, ha prodotto l’inferiore causa di terzo livello (conflitto Russia/Ucraina) e che a sua volta, come finalità perseguita, è un prodotto causale di secondo livello derivato della reale causa prima originaria: la struttura monodimensionale parassitaria e antisociale del sistema USA/UE che abbiamo definito Società gassosa economico-finanziaria-mercantile.

Questo esame della situazione e dei livelli causali non nasce dal parteggiare né per la Russia, né per gli USA/NATO. Rammentiamo infatti che abbiamo definito la struttura monodimensionale parassitaria altrettanto antisociale della Russia come Società liquida politico-giuridico-statale.

In questa specifica situazione causale di secondo livello, la Russia è lo sparring partner che è chiamato in causa dalla NATO solo come “sacco” da allenamento, in vista del prossimo vero campionato mondiale pugilistico-geopolitico-economico-culturale che mette in palio il primato planetario tra i due palestratissimi sfidanti USA e CINA.

Perciò, oltre alle derivate ragioni di terzo livello della Russia, dobbiamo infatti osservare e conoscere le ragioni di secondo livello della Nato: che molto hanno contribuito ad attivare l’azione di peacekeeping russa in Ucraina (così la definisce Mosca, magari ispirandosi a quelle occidentali in Afghanistan).

Sono importanti, perché queste ragioni vedono la Russia (e i tanti Paesi ex russi) solo come un utile strumento per ottenere il proprio obiettivo vero, che è stato ben mascherato e reso confuso dalla retorica propagandistica di agire sempre a difesa della Democrazia nel mondo, mai per proprio interesse.

Come nasce la NATO? Esattamente nel 1949 come alleanza difensiva tra gli USA e le nazioni dell’Europa occidentale contro il Patto di Varsavia tra l'Unione Sovietica (URSS) e le nazioni dell'Europa orientale.

Fin qui nulla da eccepire. Nulla da eccepire però fino al 1991, quando dopo la caduta del muro di Berlino si scioglie il Patto di Varsavia, ma non si scioglie la Nato. Come avrebbe dovuto per cessazione di scopo.

Tuttavia, in ben due diverse situazioni ufficiali, il Presidente americano George Bush senior e il Segretario di Stato James Baker tranquillizzarono l’allora Presidente russo Michail Gorbaciov: dato che la Russia rinunciava alla sua egemonia sull’Europa centro-orientale, gli Stati Uniti non avrebbero in alcun modo approfittato di tale situazione per allargare la loro influenza [ossia quella della NATO] su quel grande spazio lasciato libero. Mai si sarebbero approfittati della situazione, mai avrebbero minacciato la sicurezza strategica russa.


Promesse da marinaio, naturalmente.

Appare evidente nei fatti concreti, poi avvenuti nel successivo ventennio, come fosse invece bramosa la volontà di allargare l’influenza americana… lasciando però passare tra un allargamento e l’altro almeno un lustro prima di fare un altro deciso passo in avanti verso il sempre più geograficamente vicino confine russo.

L’allargamento inizia col botto nel 1999, forse per festeggiare i 50 anni dalla nascita: come Braccio di Ferro si pappa golosamente tre lattine di spinaci di seguito, così nelle fauci della NATO entrano la repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia. Un bel boccone che richiede 5 anni per essere digerito.

Nel 2004 altro boccone da indigestione quinquennale: entrano Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia. Ma, ovviamente non finisce qui, perché fermarsi? E dopo altri 5 anni, nel 2009, ecco golosamente pappate anche Albania e Croazia.

Per gustare l’ammazzacaffè, il Montenegro, tocca invece aspettare il 2017, e infine - ma solo temporaneamente perché la fame si sa vien mangiando - ecco il momento del dessert con l’accettazione nella NATO della Macedonia del nord.

Se si vivesse in un sistema sociale sano - ossia strutturato in maniera sinergica e non parassitaria (l’abbiamo chiamato Società calorica tridimensionale) - un tale comportamento avrebbe fatto anagrammare NATO in ONTA per il duplice significato che ha questo termine nel vocabolario: “Grave motivo di vergogna o di offesa”.

E, come si vede dai fatto compiuti, entrambi i significati sono validi per la NATO: vergogna per non mantenere la parola data, e offesa perché certamente quelle della NATO non sono state amorevoli carezze per avvicinarsi alla Russia, bensì colpi bassi… decisamente sotto la cintura.

Dato che invece viviamo in un malsano sistema a struttura monodimensionale parassitaria antisociale, NATO va anagrammato in NOTA: non traducibile con post-it, ma come la nota musicale di fondo (della tromba di guerra) che la caratterizza più realisticamente come un’alleanza offensiva.

Offensività che si sarebbe potuta tranquillamente far cadere, anche persistendo in vita la NATO, se nell’alleanza difensiva si fosse accettata anche la Russia. Che in tal senso si era proposta nel 1993, e per l’Europa geografico-politica intera sarebbe stato un evento epocale di valenza secolare.

Ma gli USA (e getta), verrebbe da dire in questa come in altre sue passate alleanze, obbligarono i colonizzati alleati europei centroccidentali a rispondere no. Dunque, la Russia-avversaria serve ad altri importanti obiettivi di chi USA, appunto, la NATO come un suo strumento diretto di “crescita continua”.

A questo punto occorre una breve pausa di digestione delle informazioni, perché molti ingenuamente sono convinti dagli autorevoli propagandisti NATO [quelli che ti mettono di fronte all’aut aut, o sei con la NATO o sei un collaborazionista della Russia, come fa Federico Rampini] che esiste solo il pericolo russo. Ma non è così.

Per costoro la Russia è una cattiva bambina con nostalgie zariste, mentre l’America con nostalgie imperialiste è la versione bambina  buona: sicché il preventivo comportamento offensivo della NATO lesivo della Russia non conta, e risulta estraneo e incomprensibile alla propria reazione di pancia, che si è fermata al gradino più immediato della comprensione.

Offensività giustamente incomprensibile come motivo di terzo grado, ma comprensibilissima invece come motivo di secondo grado che esamineremo prossimamente.

E grazie a questo esame scopriremo che il principale obiettivo consapevole di queste strategie della NATO non è la Russia... e non è nemmeno la CINA. Paradossale, vero?

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