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Un involontario "testimonial" delle conseguenze malsane di un sistema sociale a monodimensione economica: Federico Rampini

Dell'immutata strutturazione, che è la causa di ciò che osserva, neppure se ne accorge


07/05/2017

di Andrea di Furia

Il nostro sistema sociale è in overbooking ma persino i passeggeri in regola col biglietto hanno perso tutti i diritti e, con la scusa del terrorismo, sono in balia degli umori (che ti possono impunemente cambiare i connotati) dei Chief executive, degli Oligarchi idolatri del Vitello d’oro di Wall Street.

Emblematico il caso del recalcitrante dottor Dao: strappato dal suo posto in aereo, a favore di un Funzionario della Compagnia che gli aveva regolarmente venduto il biglietto, e libidinosamente pestato a sangue.

Riflettiamo. Dal dominante libero mercato nella Società gassosa di inizio terzo millennio, per aver regolarmente pagato il biglietto aereo, il dottor Dao ha guadagnato due denti rotti e il setto nasale fratturato.

Verrebbe da dire: “Meno male che non ha voluto guadagnare di più, della possibilità di trasporto, dal sistema sociale ritenuto il migliore possibile dai gestori dei Fondi spazzatura. Altrimenti chissà come lo avrebbero conciato”.

L’overbooking sociale si sta manifestando in tutte e tre le dimensioni (Economia, Politica e Cultura) ma in modalità diverse. Che gli analfabeti sociali di ritorno moderni non riescono a collocare in un quadro di riferimento comprensibile e capace di dare un orientamento coerente. Per cui regnano confusione e paura.

In particolare sono confusi proprio quelli che ci guidano a livello culturale, politico ed economico. Lucignoli che ritengono di sapere tutto senza invece nulla sapere.

E rimangono basiti nel riflettere [quei pochi che riflettono ancora] come la tempestiva azione di “customer service” che si è occupata con solerzia dell’estetica dentale e nasale del povero Dao è avvenuta proprio nella Patria del marketing!

Dove, a loro confuso parere, il Consumatore avrebbe dovuto sempre e comunque avere ragione. Con l’aggravante di una barbarie commessa per di più adesso e non in quella preistoria in cui, forse, ci si immaginano come normali atti di tale brutalità.

Questa commistione di avvenirismo tecnologico e brutalità preistorica li spiazza! Se però ognuno di noi considerasse una buona volta la reale strutturazione “monodimensionale” del sistema sociale attuale”, a cominciare dalla sua nascita originaria, allora troveremmo sùbito questa “preistoria” proprio a partire da 5.000 anni fa.

Qual era la dimensione sociale dominante? La Cultura, nella sua espressione religiosa. Non si erano ancora emancipate dalla Cultura le dimensioni Politica ed Economica.

Quindi, partendo da qui, non era possibile allora strutturare un sistema sociale a 3 dimensioni perché ce n’era una sola: la Cultura. Così, di necessità, si strutturò il sistema a 1 Dimensione e nacquero le Teocrazie orientali – l’Egitto dei Faraoni, ad esempio - come superamento del più primitivo sistema tribale.

In quel sistema sociale teocratico, strutturato a 1 dimensione, se dovevi pensare ad attività politiche (come ad esempio una guerra o la fondazione di una colonia) o ad attività economiche (come la coltivazione e l’allevamento) il permesso lo dovevi chiedere ai Sacerdoti. Che ti insegnavano pure come fare.

Infatti Politica ed Economia riposavano ancora indistintamente “nel seno” della Cultura che decideva su tutto. La corrispondenza tra dimensione culturale dominante e strutturazione del sistema sociale è matematicamente precisa (1:1). E la coincidenza è perfetta sia sul piano temporale (la Preistoria), sia sul piano spaziale (il Territorio), sia sul piano relazionale (la Comunità).

Se tuttavia torniamo a noi, oggi questa coincidenza perfetta non c’è più: la strutturazione resta preistorica (a 1D) come nelle Teocrazie orientali, ma le dimensioni sociali che nel frattempo si sono emancipate ora sono 3 (Cultura, Politica ed Economia).

Infatti quella politica si è emancipata dalla sfera culturale-religiosa circa 3.000 anni fa, nell’epoca greco-romana; e quella economica si è emancipata dalla sfera giuridico-politica circa 300 anni fa, nel XVIII secolo, con le prime macchine tessili.

Matematicamente l’originario equilibrio (1:1) che caratterizzava il rapporto tra struttura e dimensione sociale culturale, nel sistema sociale attuale è diventato 1:3. E nulla coincide più: tutto si lìquefa. Di più: si rarefà.

Tre oggi sono le dimensioni sociali ma il “contenitore unico”, che conserva l’unicità della strutturazione del sistema, è diventato il Mercato. Non è più lo Stato.

E dal fatto che un contenitore “unico” raccolga insieme tutte le istanze economiche, tutte le istanze politiche e tutte le istanze culturali, nasce la confusione degli odierni “esperti”... che non se ne avvedono.

 


I quali fino ad ora hanno fatto apparire il libero mercato e la dimensione economica moderna come i portatori sani della concorrenza tra imprese, a tutto vantaggio dei consumatori.

Errore madornale! Nel Mercato, come “contenitore strutturale unico” del sistema sociale attuale, inevitabilmente si mischiano concetti che appartengono a tre dimensioni sociali e così si rischia di attribuire alla dimensione sbagliata le caratteristiche di un’altra. Com’è realmente il caso della libera concorrenza.

La quale non è una caratteristica della dimensione economica - che tende piuttosto ai monopoli che non alla libera concorrenza – bensì della dimensione politica, che protegge i diritti delle Comunità amministrate a non essere in balia della debordante dimensione economica.

Ma la dimensione politica può esercitare il suo compito giuridico solo fin tanto che è lei la dimensione dominante sulle altre due: solo fin tanto che la monodimensionalità strutturale si esprime nel “suo” contenitore unico: lo Stato.

Con ciò siamo nella Società liquida degli ultimi due secoli, identificata da Zygmunt Bauman, che è durata fino all'arrivo della Società gassosa di inizio terzo millennio. La nostra attuale!

L’avvento della quale fa sì che la monodimensionalità del sistema sociale – che in 5 millenni è sempre stata ignorata, e non è mai cambiata - si esprima ora nel “suo” specifico contenitore unico: il Mercato.

Ma nel momento in cui il Mercato sostituisce lo Stato? Che cosa, per ovvi motivi e per la logica dei fatti, deve succedere? Questo: ciò che si era conquistato per il diritto cessa di esistere.

Come dimostra il caso del povero dottor Dao che, come tantissimi, nulla sapeva della strutturazione a 1D del sistema sociale a guida economica. E pensava - come tutti noi, vero? - che il suo diritto al posto regolarmente comperato con soldi buoni e nel tempo giusto non potesse essere barattato con un solenne pestaggio.

Su “D”, il settimanale di La Repubblica del 6 maggio, ci soccorre e avvalora la nostra osservazione strutturale il commosso ricordo di Federico Rampini degli USA negli anni ’70, che definisce l’Eden americano, il paradiso oggi perduto dei consumatori: al tempo della New York che celebra come “il bello della concorrenza [quando] il Cliente era il Re”, e gli Statunitensi avevano inventato il “customer service”.

Poiché tuttavia Rampini non sospetta minimamente il ruolo causale della preistorica strutturazione a 1D del sistema sociale americano in rapporto al “fattaccio” del dottor Dao, pur avendo sotto gli occhi tutti gli elementi per comprenderlo può soltanto meravigliarsi che tutto ciò sia potuto avvenire. E, nostalgicamente, continua così.

Federico Rampini: «Non potevamo saperlo, ma quel modello stava sprigionando gli ultimi bagliori. Il paradiso dei consumatori era il risultato delle grandi battaglie “consumeristiche” degli anni ’60: i processi storici al Big Business lanciati dall’Avvocato Ralph Nader per tutelare la sicurezza e la salute, l’invenzione della class action».

Viceversa, se consideriamo la strutturazione sociale a 1D, possiamo chiarirci quel che è avvenuto: era l’ovvio canto del cigno della dimensione politica e dello Stato, che stava per essere sopraffatto dal subentro del definitivo predominio della dimensione economica dei lobbisti, e sostituito dal Mercato”.

E il nostro commentatore? Come paragona l’ieri all’oggi negli USA e, appunto, getta? Affermando ciò che segue.

Federico Rampini: «Il trasporto aereo è diventato un mondo dove gli Americani non hanno più diritti, le compagnie hanno tutti i poteri, fino agli abusi più flagranti. Le leggi USA sono regredite in modo pauroso… a furia di concentrazioni siamo nelle mani di un oligopolio [ipocrita anticamera del Monopolio], tre compagnie (United, Delta e American) si spartiscono gran parte del mercato, monopolizzando [appunto] le rotte più importanti e gli slot aerei». Non c’è più «nessun incentivo a trattar bene i clienti, che non possono rivalersi. … la Polizia americana usa la violenza con impunità».

Cosa ci dice questa amara constatazione? Esattamente questo: con la monodimensione economica divenuta predominante sulle altre due, con il Mercato come contenitore unico – quale espressione della preistorica strutturazione monodimensionale del sistema [che è la stessa in tutto il mondo] – non c’è diritto che tenga.

Occorre che la dimensione politica si attualizzi e, risvegliata alla necessità di modificare la preistorica strutturazione monodimensionale del sistema sociale attuale, istituisca il passaggio ad una Società tridimensionale dei nuovi tempi.

Società in cui il plurimillenario ed esausto sistema sociale attuale a 1 D – quello malsano dal contenitore unico ed esclusivo, valido per tutte le dimensioni – sia democraticamente mandato in pensione.

Occorre passare ad un sistema sociale a 3D, dove siano "3" anche i contenitori autonomi. Dove sono funzionalmente e qualitativamente dedicati ciascuno alla propria specifica dimensione: Mercato solo per Economia e circolazione di merci e servizi sul Territorio; Stato solo per Politica e tutela di diritti e doveri nella Comunità; Scuola solo per Cultura e sviluppo di talenti e qualità delle singole Persone.

E matematicamente riemerge la perduta armonica coincidenza tra struttura del sistema sociale e dimensioni sociali emancipate (3:3). Fine della confusione, fine della paura.

Qualcuno potrebbe rilevare che resistono tanti altri diritti e ciò è sufficiente alla coesistenza sociale. Ma non è così. Senza una modifica strutturale a 3D del sistema sociale attuale, questi diritti ancora sopravvissuti sono solo in attesa di una nostalgica targa, celebrativa del “caro estinto”.

Aspettando l’urgentissimo e necessario passaggio strutturale epocale, che è comunque in ritardo di oltre due secoli dalla tradita Rivoluzione francese, restiamo fiduciosamente in attesa delle prossime, godibilissime, “targhe” di Rampini.

 

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