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Un sogno illuminante

Logica del 2 e logica del 3 nel pensiero sociale di ciascuno di noi


17/09/2018

di Andrea di Furia

Mi hanno raccontato un sogno. All’interno di un ufficio ministeriale oltre al capo che assiste in silenzio ci sono due persone che discutono in un’atmosfera serena e stimolante. Il dialogo avviene tra queste due. E mentre una afferma di occuparsi di organizzazione in senso lato l’altra, sentiti gli esempi, replica che questo in realtà è un occuparsi solo di micro-appuntamenti… mentre l’organizzazione è ben altra cosa.

Questo sogno è importante perché attraverso di esso possiamo capire oggettivamente, al di là della nostra personale opinione, se siamo portatori di una logica sociale sana o malsana. Importante questione preliminare, per chi si occupa a vario titolo della Società umana contemporanea: dal Sociologo, al Politico, al Professore, all’Economista per finire alla Persona comune.

Qualcuno infatti può vedere nel dialogo tra le due persone, nelle due diverse tesi, la cosa decisiva del sogno e su questa base può sentirsi in diritto/dovere di prendere posizione a favore dell’una o dell’altra. Se questo è ciò che coglie la nostra attenzione allora possiamo dire che siamo portatori della “logica sociale del 2”.

 


Secondo questa logica se condividiamo il punto di vista del primo interlocutore costui ha ragione (potremmo dire che è dio, e noi con lui) mentre il secondo ha torto e (a nostro insindacabile e divino parere) è il diavolo. E avviene la stessa cosa se, viceversa, condividiamo il punto di vista del secondo interlocutore: si invertono solo le posizioni di chi si prende il ruolo di dio e chi subisce quello del diavolo.

Questa logica del due non può che far sfociare il dialogo nel litigio, nella prova di forza, nel conflitto permanente e sterile: in una parola è capace di trasformare il sociale nell’antisociale, nella guerra di tutti contro tutti.

È la logica dello scontro continuo oggi dominante, che è facile osservare in Donald Trump o nei quotidiani scontri politici in Italia ma assai meno nel nostro stesso pensiero sociale. Per usare un’immagine che vale più di mille parole “siamo in grado di vedere la pagliuzza nell’occhio altrui, ma non la trave nel nostro”.

Parteggiare per Di Maio o Salvini o il PD o Forza Italia ecc. vuol dire seguire pedestremente questa logica del 2 che non vuole il nuovo. Vuol dire contribuire all’aumento esponenziale dell’antisocialità e del caos mentre ci si crede paladini dell’ordine sociale. Vuol dire preferire la menzogna che condividiamo alla verità scomoda che non condividiamo, indifferentemente da chi sia l’interlocutore scelto tra i due cui va il nostro plauso.

Vuol dire preferire la conservazione pur vantandoci di essere riformisti, vuol dire coltivare il vecchio non più all’altezza dei tempi solo cambiandogli il nome (es. Democrazia cristiana che diventa Forza Italia o il Partito comunista che diventa Ulivo prima, poi PD e magari tra poco qualcos’altro ancora). Vuol dire occuparsi di micro-appuntamenti mentre l’organizzazione è ben altro.

Domanda: si può chiedere a questo pensiero antisociale che li determina la capacità di risolvere i conflitti in atto in ognuna delle tre dimensioni sociali? Si può chiedere a questo pensiero che nel suo dna ha il litigio sterile e l'opposizione duale la capacità di portare ordine e risanare il caos che investe il sistema sociale mondiale, internazionale e nazionale oggi?

Se la logica non è un’opinione la risposta è no. Un albero non può dare frutti diversi da ciò che è: se produci conflitto e scontro tra persone, popoli e territori non puoi portare accordo e incontro: puoi soffiare solo sull’egoismo personale, sull’egoismo di popolo, sull’egoismo territoriale per alimentare il caos.

Diverso è se facciamo parte di chi non segue la logica del 2, oggi perfettamente antisociale, e nel sogno narrato all’inizio vede l’espressione della "logica del 3" che, viceversa oggi, è perfettamente sociale. Per chi la vede già da sé ci fermiamo qui, per tutti gli altri la illustreremo la prossima volta.

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