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Forze di vita e forze di morte nel sociale


12/10/2021

di Andrea di Furia

Abbiamo ribadito più volte che il sistema sociale non va visto come una macchina inerte, ma come un organismo vivente. E la caratteristica di un organismo vivente è quella di avere in sé forze di vita e forze di morte che si contrappongono e si alleano in tempi e modi diversi. Forze di vita più forti all’inizio, forze di morte più forti alla fine.

Da questo punto di vista il sistema sociale potrebbe essere paragonato a una pianta che nasce, cresce, deperisce e muore, lasciando un seme perché nasca una nuova pianta.

In questa sequenza di vita-morte in un qualsiasi organismo vivente, dove si colloca il sistema sociale attuale? Sono presenti più forze di vita o più forze di morte?

La nostra esperienza quotidiana ci dice che le forze di morte sono iperattive in tutte e tre le dimensioni sociali, mentre quelle di vita – quelle che ci danno la visione di un futuro migliore del presente – sono estremamente deboli.

Di solito non ci si domanda perché le cose sociali stanno così. Un po’ per pigrizia di molti, un po’ per convenienza di pochi ci si riempie la bocca di considerazioni neutre quali: siamo la Società umana più evoluta, la più ricca della storia, mai l’uomo ha raggiunto un tale benessere dalla sua preistoria a oggi, abbiamo sconfitto tutte le malattie e anche il virus di questi ultimi due anni l’abbiamo abbattuto con i vaccini così come si fa con i cinghiali in esubero.

Tuttavia, a parte soddisfare l’orgoglio personale di sentirsi migliore di un uomo dell’età della pietra, in questo modo si sfugge a una domanda a cui gli eventi attuali ci chiamano con forza perché tutto ciò che abbiamo oggi davanti agli occhi è il frutto di un pensiero sociale millenario che era vitalissimo all’epoca delle Teocrazie orientali assire, persiane, egiziane, mentre oggi è un malato terminale tenuto artificialmente in vita da integralismi religiosi, politici ed economici che coll’uomo attuale non hanno più nulla a che fare.

Pensiamo a chi domina la dimensione economica attuale: invece di produrre cibo per gli uomini produce sprechi alimentari per la felicità della finanza mondiale, che nel frattempo si è impadronita di tutto, anche del potere di devastare l'ambiente planetario.

Pensiamo a chi domina la politica attuale: invece di aumentare il benessere della Comunità statale la opprime con il nodo scorsoio della burocrazia, sempre più stretto al suo collo da Politici che nel frattempo  danno lezioni democratiche a tutti… senza accorgersi che in realtà parlano del sesso degli angeli: nel momento storico attuale più che di democrazia dovremmo parlare di econocrazia, perché il potere dal Popolo (sempre più senza lavoro, precario e povero) è passato alle Élite con portafoglio.

Pensiamo a chi domina la dimensione culturale attuale: qui la Religione langue se non è intubata dal polmone pneumatico dell’integralismo, l’Arte nasce più da esigenze commerciali che da impulso creativo interiore, la Scienza è sempre più applicazione tecnoscientifica interessante per il business.

Delle tre dimensioni sociali, oggi vediamo che l’Economia domina sulle altre due. È diventata un filtro attraverso cui si vede tutta la vita dell’Organismo sociale: ma è una vita che dopo una velocissima espansione come frutto già si prepara a contrarsi in seme per una prossima pianta sociale, più adeguata i tempi nostri. Anche all’interno della dimensione economica (come nelle altre due) qui vediamo dunque vita e morte, dalla quale morte rinasca nuova vita in forma più evoluta.

E nel sistema sociale? Dove possiamo collocare come maggiormente attive le forze di vita e di morte? Le prime nella dimensione Cultura, le seconde nella dimensione Economia. Nella dimensione Politica esse operano in collaborazione-oppressione: più collaborative nelle forme istituzionali democratiche, più oppressive nelle forme istituzionali dittatoriali.

Ma il mix storicamente è vario, tanto che ci può come ora essere più facilmente un surplus di forze oppressive nelle istituzioni democratiche quanto ci può essere più raramente un surplus di forze collaborative nelle istituzioni dittatoriali.


Nell’attuale momento storico abbiamo fenomeni sociali che si spiegano bene a partire dall’osservazione di queste forze di vita e di morte. La prossima veloce morte dell’attuale sempre più imbolsita e improbabile democrazia, ad esempio.

Democrazia che da una parte sorprende per non garantire l’eguaglianza tra i membri della Comunità statale, per sopprimere le libertà della singola Persona, perché non si cura minimamente del Territorio-ambiente.

Da un’altra parte, invece, conferma con questi aspetti la propria sottomissione a un potere più forte, che si è imposto a livello sistemico. La democrazia ha bisogno di un terreno sociale in cui la Politica possa esprimere al massimo le proprie potenzialità: terreno fertile che ha trovato quando il sistema sociale era strutturato a predominanza politica.

Ora, invece, la composizione del terreno sociale non è adatto alla vita della democrazia. Ora il terreno è fertile per un sistema sociale strutturato a predominanza economica. Non sorprende quindi il doppio motivo per cui la democrazia è, per così dire, un malato terminale che da un momento all’altro può finire la propria vita: aver esaurito la fertilità del terreno politico nella Società liquida, e trovarsi catapultato nel terreno economico, non fertile a sufficienza, dell’attuale Società gassosa.

Il compito di questa Società gassosa è quello di contrarre in seme sociale tutto ciò che dipende da in vecchio modo di pensare il sociale (come un meccanismo per comandi input-output) è ancora in fase espansiva e, con ciò, preparare la nuova pianta sociale adatta a inizio terzo millennio.

Questa fase può essere consapevolmente guidata e abbreviata – il che vuol dire senza troppo dolore e miserie ulteriori per l’Umanità – se si prende atto oltre al fatto che il predominio dell’Economia non fa bene alla Politica e che un sistema sociale a struttura unidimensionale (anche a predominanza Politica, come la Società liquida) non le è di aiuto, ma di ostacolo.

Naturalmente è soprattutto di ostacolo la “voglia di vita” delle forze di morte economiche. Forze di morte che sono il suo normale dna. Pensiamo che per nutrire l’uomo molte vite (vegetali e animali) debbono essere uccise e che ora questa funzione è effettuata prevalentemente dalla dimensione economica da veri e propri monopoli industriali-finanziari.

Pensiamo agli attuali Oligarchi, ai Pochi detentori del potere economico planetario, che hanno appena concluso la vittoriosa guerra di casta contro tutti noi, utilizzando a proprio vantaggio (cosa normale nella Società gassosa a predominio economico) e colonizzando con propri uomini e mezzi tutte le istituzioni democratiche: troppo indebolite per poter resistere a questo assalto.

Oggi molti conflitti di interesse sono presenti sul tavolo da gioco che è diventata la Società umana attuale. E occorre "sparigliare, perché i vincitori vivono di pensieri antichi: si sentono i Faraoni del nuovo ordine mondiale e fanno di tutto per conservare lo statu quo ottenuto, così vantaggioso per le loro personali fantasie di dominio.

Ma le forze di morte economiche, rese oggi così evidenti nella loro sfrenata e violenta azione dalla crisi ambientale e climatica, faranno il loro corso anche su queste fantasie antisociali.

Nella Società gassosa economica, però sono come cavalli senza briglie lanciati al galoppo dall’auriga: il pensiero unico neoliberista. Le briglie sono realizzate dalla concorrente e sinergica azione delle altre due dimensioni sociali: quelle della Cultura sono però inesitenti (basta pensare alle moderne Università-azienda) o sono sfilacciate e prive di nerbo (basta pensare ai Lobbisti-mangiafuoco e ai loro Politici-burattini).

Altra immagine-sintesi utile a capire dove siamo e dove perciò possiamo andare a parare, è quella che visualizza il Mercato nella Società gassosa come il bidone unico dell’indifferenziata in cui si accumulano i rifiuti sociali economici, politici e culturali: quelli vecchi mai smaltiti ed ereditati dalla Società liquida politica, e quelli nuovi di sua produzione.

In questa situazione come si può pensare, se non sognando, che non ci sia un’invasione a gamba tesa della dimensione economica sulle altre due? Quando mai, ad esempio, abbiamo visto Ospedali-azienda occuparsi più del proprio budget e delle economie di scala che dei malati?

E, osservato questo, come possiamo ridare nerbo alle briglie politiche e culturali? Come rendere sinergiche e non più conflittuali per la conquista del potere le tre dimensioni sociali e i loro gruppi dominanti?

Istituendo per legge (ancora un flebile barlume di democrazia residua nel Parlamento) un sistema sociale che offre a ogni dimensione il suo specifico terreno, su cui esercitare il proprio potere, senza che questo incida direttamente sulle scelte delle altre dimensioni.

Istituendo per legge la Società calorica sinergica in cui Mercato, Stato e Scuola si comportano come alleati con pari livello di autonomia reciproca: senza invadere la sfera discrezionale gli uni degli altri.

E l’immagine-sintesi più utile a capire dove andiamo a parare con l'istituzione della Società calorica sinergica, è quella che vede Mercato, Stato e Scuola come bidoni per la raccolta differenziata del sociale economico, politico e culturale: ciascuno dei quali raccoglie i propri rifiuti sociali specifici, e su di essi esercita il proprio potere discrezionale.

In questa struttura di sistema sociale, infatti, nessuno dei tre bidoni della spazzatura sociale così differenziata è più ostacolato - nello smaltimento e nel riciclo dei propri rifiuti sociali - dalle velleità di potere degli altri due contenitori differenziati.


Le due immagini-sintesi contrapposte (dell’unico bidone dell’indifferenziata sociale tridimensionale Mercato, e dei tre bidoni per la raccolta differenziata Mercato+Stato+Scuola) possono già orientare il pensiero sociale dei più pigri tra noi verso l’urgenza di modificare per legge la struttura del sistema sociale: da unidimensionale predominante (Società gassosa) a tridimensionale sinergica (Società calorica).

Non abbiamo già avuto enormi vantaggi dal passare per legge alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, per quanto ancora imperfetta e perfezionabile, rispetto alla precedente raccolta indifferenziata?

Così avremo gli stessi enormi vantaggi - rispetto alla precedente attuale raccolta indifferenziata nella Società gassosa a predominio economico-finanziario-commerciale - nel passare per legge alla raccolta differenziata dei rifiuti sociali economici, politici e culturali in un Organismo sociale... che li può finalmente smaltire e riciclare.

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