Share |

Il Natale sociale è ancora un miraggio

Auguriamoci almeno che lo sterile linguaggio scientifico astratto dominante sia sempre più confinato nel suo ambito “naturale”… fuori dal “sociale”


23/12/2016

di Andrea di Furia

Una delle cartine di tornasole che ci dice come il mondo che conosciamo sia stato ormai rovesciato quasi completamente, al punto che nessuno più si accorge della sua inversione malata, sta nella degenerazione in cui sono precipitate le festività del Natale.

Se siamo capaci di un pensiero sociale tridimensionale, non quindi solo religioso-bigotto, ci rendiamo subito conto che un qualcosa di eminentemente “culturale” (la celebrazione di uno degli eventi epocali che hanno dato un senso al nostro intero Pianeta) è ormai diventato un qualcosa di eminentemente “economico” (la celebrazione di uno degli eventi seriali che hanno dato un senso a un qualsiasi Centro commerciale).

Il passaggio da un evento di carattere “universale”, descrivibile con più facilità attraverso il linguaggio spirituale, a un evento di carattere “particolare”, descrivibile con più facilità attraverso il linguaggio scientifico, oltre a evidenziare la sua caduta di livello ci dà anche la misura di una precisa perdita.

La perdita di ciò che evolutivamente sta tra l’universale e il particolare: la perdita del “sociale”, descrivibile con più facilità attraverso il linguaggio artistico, concettuale-artistico immaginativo, di cui abbiamo più volte trattato.

Parafrasando una canzone dei Nomadi… “Sociale è morto”.

Noi che ci definiamo moderni, in realtà apparteniamo ad un’Umanità che non “vede, non sente, e non parla”. Soprattutto è incapace di parlare il linguaggio “artistico-sociale” necessario a collegare la nostra “percezione” del sociale con una “rappresentazione” del sociale adeguata alla sua attuale evoluzione: quando tutte tre le dimensioni sociali si sono emancipate!

Paradossalmente, nel sociale siamo solo capaci di parlare, e di lamentarci, di ciò che in mille forme brilla per la sua assenza. Riassumibile nel triplice motto rivoluzionario: Fraternità, Eguaglianza e Libertà. Mancano tutte e tre: sopravvivono solo le loro vuote caricature.

Motto rivoluzionario che l’analfabeta sociale di ritorno moderno scambia per uno slogan “politico”, mentre ciascuna delle tre voci è… “la” legge specifica di una dimensione sociale precisa: la Libertà della dimensione culturale, l’Eguaglianza della dimensione politica, la Fraternità della dimensione economica.

Essendo queste 3 leggi dimensionali specifiche disattese costantemente, nell’epoca della globalizzazione finanziaria, ecco spiegato in maniera lineare perché il sociale moderno è nel caos, è incontrollabile, è antisociale… è, rendiamocene conto una buona volta, morto.

Perché questo avviene? Perché il pensiero scientifico moderno è incapace di comprendere per intero il sociale: ne coglie solo "un terzo", la dimensione economica, con cui approccia illusoriamente l’intero (culturale-politico-economico).

Dimensione economica che risulta così sovradimensionata, unilaterale, arrogante e soffocante le altre due. Già da ora è in grado di nutrire il doppio dei 7 miliardi di persone, ma spreca il 60% di ciò che produce per alimentare l’Idra finanziaria. Chapeaux!

Oggi lo tocchiamo con mano: per far vivere le Banche la dimensione economica impulsata dal pensiero scientifico dei Tecnocrati moderni schiavizza le Persone, disgrega le Comunità e distrugge i Territori. Su tutto il Pianeta!

 


Usando un linguaggio religioso, chiediamoci: com’è stato possibile sviluppare questo antipolitico e demoniaco regno di Mammona, del malèfico dio denaro?

Usando un linguaggio scientifico, chiediamoci: com’è stato possibile sviluppare questo antieconomico e schiavistico sistema antisociale?

Usando un linguaggio artistico, chiediamoci: com’è stato possibile sviluppare questo anticulturale e mortìfero predominio conflittuale Stato/Mercato sulla Scuola?

La risposta a questa triplice e qualitativamente diversa domanda può darla solo un pensiero tridimensionale che superi il livello specialistico-scientifico astratto attuale che (illusoriamente) pretende risolvere i problemi di ogni dimensione con le forze, le conoscenze, gli strumenti, gli esperti della dimensione stessa.

Il pensiero specialistico-scientifico astratto, dunque privo di immagini concrete, non si avvede che:

  1. tentare di risolvere i problemi economici con l’Economia è basalmente “antieconomico” perché ciò produce il contrario, lo vediamo, della fraterna Economia. Ossia produce solo la schiavizzante Finanza onnipervasiva. Da due secoli, nessuno può negarlo, questo atteggiamento ha arricchito poche famiglie terrestri a fronte dell’impoverimento globalizzato. Il Pianeta intero è sull’orlo della catastrofe economica e ne vediamo il sintomo nella costante esplosione improvvisa delle Banche! Nessuno davvero rammenta che negli ultimi 25 anni sono esplose centinaia di Banche? Oltre 100 nei soli USA (...e getta)?
  2. tentare di risolvere i problemi politici con la Politica è basalmente “antipolitico” perché, lo vediamo, produce il contrario della Politica egalitaria, collaborativa. Ossia produce solo la cronica conflittualità bellica: interna tra i Partiti ed esterna tra i Popoli. Da due secoli, nessuno può negarlo, questo atteggiamento ha dato un enorme potere ai Militari e ai Signori delle Armi a fronte di relazioni ipocrite, come le azioni di Peace kiping, fra le Comunità nazionali. Nessuno davvero ricorda, di fronte alla recrudescenza del “populismo” nelle nostre Nazioni che si dicono avanzate (!), a cosa hanno portato gli orrori dei tre nazionalismi populisti di inizio ‘900?
  3. tentare di risolvere i problemi culturali con la Cultura è basalmente “anticulturale” perché impulsa il contrario della libera Cultura. Ossia produce solo intolleranza e chiusura nelle Persone. Da due secoli, nessuno può negarlo, questo atteggiamento ha dato sempre più spazio a Intellettuali "tali" più per meriti politico-economici che culturali. Nessuno davvero rimembra, di fronte alla dipendenza sempre più stretta della Scuola dal volere unilaterale del Mercato e/o dello Stato, che le prime Università europee hanno fatto la differenza perché erano sostanzialmente “Libere Università”?

Il problema di fondo è che il pensiero specialistico-scientifico possiede solo la “c” dell’“abc” sociale e millanta di possedere anche la “a” e la “b”. Ma con la “c” puoi solo occuparti della “natura”, di ciò che quantitativamente cade sotto i tuoi occhi, di ciò che si pesa e si misura, di ciò che sostanzialmente si tratta e si muove nella sola dimensione sociale economica: non del sociale "intero, né della complessiva "Umanità".

Il pensiero scientifico imperversante nelle Università, tra i Politici e tra i Tecnocrati moderni può solo comprendere finanza e bisogni dei Territori non possiede i concetti base né la terminologia per occuparsi del “sociale” (delle Comunità, che inevitabilmente disgrega) e dell’“umano” in genere (delle Persone, che inevitabilmente rende sue schiave).

Nasce di qui il suo DNA disumano e la sua incapacità sociale che quotidianamente subiamo: difatti il pensiero concettuale astratto non osserva per sua propria inadeguatezza - va finalmente osservato se vogliamo dare una mano a disincagliare dai suoi limiti la moderna sociologia della “sterile denuncia”, come lamenta Zygmunt Bauman e come vedremo una prossima volta - non pervenendo mai alla “strutturazione” del sistema sociale: la causa prima!

Il pensiero scientifico astratto imperante (=privo di immagini concrete) riesce benissimo a comprendere le 3 dimensioni nello “spazio” (alto-basso; destra-sinistra; avanti e dietro), un poco meno le tre direzioni progredienti nel “tempo” (passato-presente-futuro), ma non afferra minimamente le tre dimensioni nel “sociale” (Cultura, Politica, Economia). Ne sta dando prova da oltre due secoli: se si hanno occhi per vedere, naturalmente.

 


Come le prime due tridimensionalità orientano circa la “direzione” da prendere nello spazio e nel tempo, così la terza orienta circa la “struttura” da istituire nel sociale se lo si vuole sano e non malato, se lo si vuole fecondo e non distruttivo, se lo si vuole davvero moderno e non giurassico.

Struttura sociale che, va compreso in profondità, noi stessi possiamo scegliere sia a 1D, a 2D, a 3D:

  1. se è a 1D, 1 Dimensione sociale prevale sulle altre due (che assoggetta e letteralmente soffoca sadicamente);
  2. se è a 2D, 2 Dimensioni confliggono per la supremazia (e si dividono bramosamente le spoglie della povera terza);
  3. se è a 3D, 3 Dimensioni sono autonome, sullo stesso livello discrezionale operativo: si sorreggono e si equilibrano reciprocamente.

Ognuno può osservare come il sistema sociale mondiale sia strutturalmente a "1Dimensione prevalente sulle altre due" da almeno 7 millenni e come da pochi decenni, prepotentemente, la Dimensione sociale dominante sulle altre due è sempre più quella Economica del Mercato, purtroppo finanziario: che tutto velenosamente assoggetta e corrompe.

E tuttavia, come la vita contenuta nel seme rinasce continuamente dalla sua morte, come ogni anno celebriamo la festa della nascita del Bambino celeste sulla nostra Terra e l’avvento del Nuovo anno, così vogliamo celebrare anche ora la speranza della nascita di una comprensione tridimensionale del sociale moderno, la speranza della nascita del concreto linguaggio immaginativo-concettuale - necessario come l'acqua nel deserto al disidratato sociale moderno - nel cuore di tutta l’Umanità.

Auspicando dunque che finalmente nasca nelle Persone, nelle Comunità e nei Territori la tridimensionale comprensione dell’urgenza e l’anelito “attivo” all’istituzione del Sistema sociale equilibrato e sano a 3D, ossia la Società tridimensionale dei tempi nuovi a inizio terzo millennio, auguriamo ai lettori di questa rubrica Buon Natale 2016 e Buon 2017.

(riproduzione riservata)