Share |

Il caso esemplare del sequestro dell'idraulico

La denuncia invece della medaglia: perché il civismo è diventato reato


06/05/2018

di Andrea di Furia

“Sequestro di un idraulico” è il titolo di un arguto intervento di Massimo Gramellini su La Repubblica di ieri. Il sequestratore è una grintosa pensionata di 75 anni, il luogo del sequestro il bagno del suo appartamento a Torino, il sequestrato è l’artigiano che aveva chiamato per risolvere un problema idraulico. Il movente? Non i soldi del riscatto, non la vendetta passionale.

Il movente scatenante la nostra sequestratrice è stato il rifiuto immotivato da parte dell’idraulico di rilasciare la ricevuta fiscale. Errore della sequestratrice è stato quello di chiamare a darle manforte i Carabinieri, che invece di premiarla per il civismo l’hanno denunciata (impropriamente) per esercizio arbitrario delle proprie ragioni [il rilascio della ricevuta fiscale, se richiesta, non è una “ragione privata”, ma un “obbligo legale” ]e per sequestro di persona.

Qual è l’errore della nostra sequestratrice “civica”? L’autore del pezzo tenta di spiegarlo fotografando un andazzo che tutti purtroppo conosciamo ma che, in realtà, è solo un effetto non una vera e reale causa.

 


Massimo Gramellini: «Poiché la giustizia è una cosa, ma la legge un’altra – di solito un po’ più ingiusta – la sequestratrice sarà chiamata a risarcire il povero idraulico, che userà i suoi soldi per sdebitarsi con il fisco. (…) Alla fine lo Stato sarà soddisfatto, l’idraulico pure e la pensionata pagherà per tutti, così la prossima volta impara».

Perché la Giustizia è una cosa e la Legge una cosa un po’ più ingiusta e contraddittoria? Perché un comportamento civico esemplare diventa un reato perseguibile? Perché la legge non difende più i cittadini onesti come la coraggiosa pensionata di Torino? La nostra sequestratrice probabilmente se lo sta ancora chiedendo, ma non lo sa neppure l’arguto Gramellini e probabilmente un buon 99% degli Italiani.

Eppure ci dev’essere qualcosa che ha trasformato la Legge da strumento di tutela della Giustizia in strumento di tutela delle ingiustizie, da protettrice dei deboli e degli onesti a guardia del corpo dei potenti e dei corrotti.

Questo qualcosa è un dato di fatto “strutturale sociale” concreto che continua a sfuggire all’occhio attento dei nostri commentatori culturali, dei Sociologi, del Professori, dei Politici e degli Economisti.

Ci riferiamo alla “struttura monodimensionale” del Sistema sociale che non è più adatta ai tempi nostri: ai tempi in cui le tre dimensioni sociali si sono reciprocamente emancipate serve una sana "struttura tridimensionale" del sistema sociale!

Struttura che viceversa ovunque, nel Mondo e non solo in Italia, è “a 1Dimensione sociale prevalente sulle altre due, che asserve e soffoca”. Oggi l’Economia è la dimensione sociale che, prevalendo, inevitabilmente asserve e soffoca la Politica e la Cultura.

Il problema sociale odierno è strutturale [solo indirettamente è un problema umano o Istituzionale] perché ogni dimensione sociale prevalente ha il suo “contenitore specifico” in cui raccoglie “indifferenziatamente” tutte le iniziative sociali: le proprie e quelle delle altre due dimensioni asservite e soffocate.

Fino agli anni ’70 del secolo scorso il contenitore sociale “unico e indifferenziato” era Lo Stato, espressione del predominio della Politica sulle altre due dimensioni; mentre da allora è il Mercato, espressione del predominio dell’Economia sulle altre due dimensioni, ad essere diventato il contenitore "unico e indifferenziato” delle iniziative sociali di tutte e tre le dimensioni.

Qui nel passaggio dalla Società liquida politica di fine secondo millennio alla Società gassosa economica di inizio terzo millennio si può notare un aumento della velocità degli avvenimenti sociali. Prendiamo ad esempio in considerazione il crimine: nella dimensione economica il suo riconoscimento è quasi immediato (ad es. la truffa), in quella politica (ad es. rubare per il Partito) è assai più lento, in quella culturale (ad es. avere una Scuola non libera e autonoma, ma sottoposta al tutoraggio dello Stato e del Mercato) è lentissimo.

Tuttavia la considerazione fondamentale sta proprio nella monodimensionalità strutturale malsana del sistema sociale in sé. Sta qui l’origine del caos sociale montante: nel consequenziale contenitore "unico e indifferenziato" per tutte le iniziative economiche, politiche e sociali.

Questo rimescolamento, questo malsano miscuglio indifferenziato, quale propria diretta conseguenza porta fuori dal loro binario tutte le cose sociali, rovesciandole come un guanto. Per questa ragione concreta, per questo automatismo sociale strutturale inosservato e incontrollato - indipendentemente dalla volontà di persone e Istituzioni - la Giustizia degenera e subisce la Legge ingiusta che tutela i furbi.

E in questo rovesciamento antisociale continuo il civismo da medaglia della nostra coraggiosa pensionata di Torino... non può che diventare un reato.

 

(riproduzione riservata)