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Il sistema sociale moderno: fiore o seme?

La chiave strutturale per comprendere il caotico presente


04/12/2016

di Andrea di Furia

Le normali chiavi di lettura della situazione sociale di oggi hanno esaurito da tempo la loro funzione e specialmente quelle “scientifiche” non sono più in grado di decifrare un presente sempre più ricco di incognite, cui sfugge uno sguardo aperto sul futuro della Comunità umana. L’Umanità moderna è la meno adatta ad affrontare le cosiddette sfide del presente, perché ad esse si approccia con un patrimonio concettuale ormai logoro e devitalizzato, solo capace di far proliferare ciò che è “disumano”.

Abbiamo già fatto notare come il linguaggio concettuale astratto della scienza moderna non è in grado di “comprendere”, e quindi “gestire”, il sociale di inizio terzo millennio. Un esempio per tutti è il concetto della “crescita” in economia che astrattamente, numericamente, è infinito... ma concretamente non lo è affatto.

Nella realtà sociale ad ogni “crescita” corrisponde una “distruzione”, così come in matematica al segno (+) corrisponde il segno (-): servono tutti e due i segni, senza uno dei quali non c’è più matematica. Se infatti cresce la democrazia, si distrugge la tirannide; così come se cresce la tirannide si distrugge la democrazia.

Così dunque avviene nel sociale: considerare solo le forze di crescita è un’illusione e una menzogna, di cui si avvalgono molti furbetti del pianetino.

Di fatto, nella realtà sociale che cresce c’è una contemporanea distruzione e lo vediamo se abbiamo occhi per vedere: si distruggono i Territori, si distruggono le Comunità, si distruggono le Persone.

Dal punto di vista sociale sono questi ultimi i reali soggetti delle tre dimensioni classiche: e sono tutti oggi nel caos. Caos paradossale, se osserviamo: siamo la società più ricca, più informata e più democratica che si sia mai vista sul Pianeta... e ancora nel sociale dominano "in crescita" la povertà, l’ignoranza e la guerra.

Per centrare questi obiettivi – ossia ottenere il benessere sconfiggendo la povertà, vincere l’ignoranza attraverso l’educazione e realizzare un mondo pacifico rendendo obsoleta la guerra sul Pianeta - non solo si spara con le polveri sociali bagnate delle mille iniziative escogitate per affrontare l’ormai ingestibile caos, ma addirittura con un fucilino (il sistema sociale moderno) che ha la canna completamente otturata.

Sicché prima o poi deve inevitabilmente esplodere: così come stanno esplodendo le Banche nella dimensione economica, i Populismi nazionalistici nella dimensione politica e l’impossibilità di rendersi Persone autonome nella dimensione culturale.

Per ottenere questi tre sani ed equilibrati obiettivi: autodeterminazione delle Persone con la sconfitta dell’ignoranza, serena convivenza delle Comunità mondiali, e sconfitta della povertà e del bisogno sul Territorio planetario - i quali altro non sono che i tre specifici oggetti dello slogan rivoluzionario: Liberté, Egalité e Fraternité, correttamente inteso dal punto di vista “strutturale sociale” – occorre una diversa strutturazione sociale del sistema mondiale: deve nascere la Società tridimensionale dei nuovi tempi, dei nostri tempi!

Occorre istituire un sistema sociale a struttura tridimensionale (a 3D), in cui le tre dimensioni sociali (Cutura, Politica ed Economia) possano convivere sinergicamente senza azzannarsi alla gola per il predominio.

Invece, da millenni e pure oggi, la struttura sociale è ancora strutturata soltanto “a una dimensione” prevalente sulle altre due.

Monodimensione, dunque, che ha solo cambiato look passando dal “millenario” dominio dimensionale culturale-religioso al “secolare” dominio giuridico-statale, per terminare con l’ultimo restiling: il decennale “dominio” dell'arrembante dimensione economico-finanziaria.

 


la millenaria metamorfosi del sistema sociale a 1D - dalla monodimensione “solida” religiosa alla monodimensione “liquida” politica e infine alla monodimensione “gassosa” finanziaria di oggi - come vedete, ha solo espresso il predominio di una delle tre dimensioni sociali sulle altre due.

Eppure la “struttura” sociale è sempre rimasta la stessa: stessa barca, ma timoniere diverso. Stesso scheletro spolpato, stesso sguardo irridente, ma acconciatura fru-fru diversa: più vaporosa.

Oggi dobbiamo renderci conto che strutturalmente questa barca è come quel ponte crollato di recente sotto il peso del TIR: anche la nostra barchetta sociale moderna è degradata a tal punto, nella sua “struttura”, che non può non affondare da un momento all’altro per il costante aumento di peso della questione sociale a inizio terzo millennio.

Se non vogliamo affidarci alla bacchetta magica di un Signor Laqualunque (dunque non solo dei Renzi, dei Trump, dei 5Stelle, di chi li ha preceduti e di chi li seguirà ecc.) dobbiamo guardare al sociale con un occhio diverso, e aggiungere al concetto astratto immagini concrete che ci orientino.

Pensiamo ad esempio a un qualsiasi seme vegetale: di margherita, di viola, di tulipano. Se lo consideriamo astrattamente non vediamo altro che una “forma” [quella del seme, diversa da quella del frutto o da quella di un computer] che rinserra in sé la “vita” della pianta. Finché la si tiene in mano, o in scatola, quella forma perdura: anche per millenni. Rammentiamo i semi trovati nelle tombe antiche? Una parte di essi è morta per consunzione, ma un’altra parte, seminata, ha di nuovo prodotto vita vegetale.

Cos’è accaduto perché tornassero a germogliare? Che seminando il seme, facendolo così irradiare dai 4 elementi (terra, aria, acqua e calore), abbiamo messo in atto un processo che distrugge la forma! E con la forma distrutta la vita riprende il suo inarrestabile corso: la pianta mette radici, fusto-foglie e fiore.

Anche nel sociale “vita” e “forma” si corrispondono, e alla morte della seconda rinasce la prima. E qui invece abbiamo da millenni conservato, come in una tomba, il nostro sistema nella “forma” monodimensionale (a 1D) senza mai distruggerla.

Abbiamo sempre e di nuovo riverniciato il sistema sociale monodimensionale lasciandolo inalterato "strutturalmente", quindi senza mai consentire alla “vita sociale” racchiusa in esso di vivere ed esprimersi davvero.

Questo “seme sociale a 1D predominante sulle altre due” (il sistema)  sta morendo per consunzione. Non importa che il progresso tecnico e scientifico negli ultimi decenni sia stato clamoroso e ancor puiù clamoroso si stia per manifestare: è solo l’ultimo fuoco d’artificio prima dello spegnersi della festa.

Basta esercitare il pensiero logico per capire cosa ci aspetta dietro l’angolo, se avremo voglia di farlo. Se infatti possiamo afferrare il fatto che ciò che accade attorno a noi dipende anche dal nostro punto di vista, allora potremo affrontare questo toro sociale per le corna. E solo allora potremo governarlo.

Intanto riflettiamo sul fatto che tutto il pensiero sociale scientifico moderno è a 1D, e si basa sul pregiudizio (sempre smentito dai fatti) che il nostro sistema sociale sia il “fiore” dell’evoluzione sociale: ovvero sia il miglior sistema sociale possibile.

Mentre la realtà ci dice che non è così, che il nostro sistema sociale è sempre più involuto, sempre più logoro: le istituzioni, ad esempio, non sono più in grado di dare risposte coerenti; la giustizia non c’è più; le disuguaglianze queste sì che crescono, come i femicidi, la povertà, la precarietà, la paura e l’insicurezza, le droghe, le banche e le guerre ecc.

Per risanare il sociale il primo passo è cominciare finalmente a pensare "strutturalmente" questo malsano sistema sociale a 1D prevalente sulle altre due, accoppiando al concetto sia l’immagine sbagliata del “fiore” sbocciato, sia quella veridica del “seme” non ancora seminato... e a rischio di auto-consunzione.

Vedrete allora come la realtà sociale, in maniera limpida e chiara, vi si squaderna davanti.

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