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Ora o mai più per una Unione vera e vitale

Allontaniamo dalla Ue l’asse franco-tedesco e creiamo una nuova Europa con l’obiettivo di farla contare nel mondo


23/07/2018

di Mario Pinzi


L’Europa a livello internazionale non conta nulla, e la colpa è dell’asse franco-tedesco. 
Donald Trump e Vladimir Putin la snobbano perché hanno compreso che l’egoismo e l’incapacità di chi la guida presto la farà frantumare. 
Cosa dovrebbe fare la nuova Europa per essere accettata come leader globale? 
Questo è un interrogativo semplice che può essere risolto in brevissimo tempo. 
In termini pratici basterebbe rivalorizzare le basi della cultura cristiana. 
Questa è una soluzione che nasce dal buon senso e la scrivo con ferrea convinzione perché il Cristianesimo, nonostante le discriminazioni, ha sempre trovato nelle masse del mondo un terreno favorevole alla sua diffusione e, grazie alla sua caratteristica salvifica, crea un impatto talmente forte nell’intimo degli individui che tutti i capi di Stato del mondo si inchinano. 
All’interno di questa globalizzazione, vi posso assicurare che i valori del Cristianesimo sono in grado di fornire delle risposte concrete ai problemi di questo bislacco pianeta, e grazie alle proprie virtù l’Europa potrà essere proiettata al vertice delle potenze mondiali. 
Cari lettori, rimanere legati all’asse franco-tedesco è un vero suicidio, e Roma essendo la capitale del Cristianesimo, ha il dovere di mettersi alla guida della Ue per farle conquistare il posto che merita. 
Se questa mia proposta verrà seguita, sono certo che nelle gerarchie del mondo, il vecchio Continente, diventerà molto più importante degli Stati Uniti, Russia e Cina, e i loro presidenti (Trump, Putin e Xi Jinping) dovranno chinare il capo difronte alle sue decisioni. 
Chiarito questo importante aspetto del nostro futuro, concedetemi di evidenziare l’imbecillità di chi non rispetta la dignità umana e desidera far annientare l’Italia da un esercito di disperati africani. Secondo la Cgia di Mestre, nella comunicazione diffusa il 7 luglio, in Italia, sono entrati 3,3 milioni di lavoratori invisibili, che sottraggono al fisco la fantastica cifra di 42,6 miliardi di euro. 
C’è un esercito di immigrati che ogni anno generano 77 miliardi di fatturato in nero, e 80% del denaro che percepiscono queste brave persone spicca il volo verso l’Africa. 
L’introito della prostituzione delle giovani donne di colore è difficile da quantificare con precisione, ma vi posso assicurare che è stratosferico, e va sottolineato che anche questo denaro non resta nel bel Paese.  
Paolo Savona afferma che l’Italia, da tempo, vive al di sotto delle proprie risorse, e secondo il ministro, l’avanzo sull’estero che è del 2,7% del Pil (circa 50 miliardi), è esattamente quello che manca alla domanda interna per diminuire la disoccupazione e ridurre la povertà. 
Savona sostiene che, nonostante l’avanzo primario conseguito a suon di tasse, l’Italia è costantemente in deficit per non aver affrontato concretamente la spending review, ma il vero problema che sta alla base dei nostri guai sono gli 80 miliardi di interessi passivi che spendiamo annualmente sull’importo di 2300 miliardi del debito pubblico. 
Savona ha fatto queste corrette affermazioni, ma ha taciuto la vera risoluzione che consiste nello spostamento del nostro debito nelle tasche degli italiani per fargli incassare gli 80 miliardi che stiamo pagando ai fondi stranieri per il nostro debito.   
Sono certo che questo assordante silenzio sia motivato a non tornare al centro delle polemiche sul suo “piano B” che gli ha fatto perdere la direzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze. 
La possibilità tecnica per risolvere i problemi esiste, ma manca quella politica e questo governo che ha preso in mano le redini di una Italia moribonda, ha il dovere di comprendere quali sono i veri bisogni delle persone. 
I problemi sono enormi, ma con le buone o le cattive, devono essere risolti.  
In futuro, l’Europa, se non vorrà essere schiavizzata, dovrà trovare nel mondo la propria posizione di prestigio, e per farlo ha la leva del Cristianesimo che lasse franco-tedesco ha fatto eliminare dalla carta costituzionale europea.
La cultura cristiana è l’unica verità che la Ue possiede per ottenere nel mondo il posizionamento che merita, e chi è incredulo non va ascoltato…       

(riproduzione riservata)