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Orticola: cresce il Made in Italy botanico

Fiore all’occhiello di un settore che nel nostro paese vale 3 miliardi di euro dei quali uno in esportazioni


22/05/2023

di Fabrizio de’ Marinis


E’ il fiore all’occhiello e la punta di diamante, colta e filosofica, di un settore che in Italia vale oltre tre miliardi di euro di giro d’affari, in costante espansione da tempo, con un picco del più 30% nel 2021. Un punto di riferimento che fa tendenza e va ben oltre il semplice florovivaismo. E il suo poetico motto “Terrestria Sidera Flores” - “ I Fori sono  le Stelle della Terra” coniato all’inizio del secolo breve già trascorso -  ha da tempo travalicato le Alpi, attirando, da ogni dove, botanici, paesaggisti, giardinieri d’alto rango ed estimatori e amanti dell’universo vegetale. Il Giardino all’Italiana, daltronde, continua a fare scuola nel mondo, come scuola di pensiero e architettura del paesaggio.
Orticola 2023, la XXVIma edizione della mostra mercato di fiori, piante e frutti rari, insoliti e antichi, che dall'11 a domenica 13 maggio scorsi, ha reso magici i giardini pubblici Montanelli, a Milano, ha chiuso i battenti con punte di oltre ventimila visitatori, nonostante l’inclemenza del tempo e gli intensi piovaschi primaverili. Un inno, insomma, alla natura e alla sua intelligenza, che così tanto ha da insegnarci. Ma soprattutto a quella dei fiori e al loro magico manifestarsi.
Ma nulla può fermare chi vive e si compenetra con la natura. Cappellini floreali svolazzanti come variopinte farfalle e dame imbambolate e stregate dall’ultima creazione del re degli Iris o dalle candide e impalpabili Aquilegie. Canaponi e fustagni toscani, con stivale d’obbligo, come appena usciti dalla serra di famiglia, per i gentiluomini. Ma anche tanta eleganza sommessa e mai a tinte troppo forti, come deve essere quando si portano i secoli addosso.
Il popolo degli amanti dell’universo vegetale, declinato in tutte le sue meraviglie si è dato appuntamento, anche quest’anno, per rendere omaggio a Orticola e alle sue variopinte scenografie floreali, una delle mostre ai massimi livelli nazionali per la qualità e la varietà delle migliaia di piante esposte e per la competenza tecnica dei suoi 138 espositori, arrivati da tutta Italia e anche dall’estero - di cui 12 presenti per la prima volta - e 90 vivaisti, alcuni dei quali con le più vaste collezioni floreali  e di piante insolite del mondo. Non sono mancati, anche quest’anno, un altissimo numero di giovani vivaisti e aziende botaniche nascenti, all’insegna della competenza e della creatività, con oltre 140 momenti d’incontro, tra corsi, dibattiti e presentazioni di libri e mostre come quella sui Giardini Storici Siciliani.
E poi il gemellaggio con il Giappone e la sua millenaria cultura floreale, con la presenza dell’ambasciatore del Paese del Sol Levante. Tra i nuovi ingressi c'è l’Azienda Agricola Andrea Pagani che presenta la sua ricchissima collezione di querce, forse la più ricca d’ Europa, che riproduce direttamente da seme; il vivaio Gardenesque giardini eclettici di Andrea e Simone con i suoi kokedama. E poi il vivaio specializzato in rose, “La Rosa del Borghetto”, che a Orticola ha presentato, in anteprima,  “Perugino”, nuovo ibrido esclusivo di rosa, commemorativa del 500simo della morte del grande pittore. Mentre l’Azienda Agricola Purgatorio, ha partecipato con le piante mellifere, che attirano api e impollinatori. Tra queste hanno selezionato le varietà che favoriscono la produzione di miele, come Centaurea, Agastache, l’albero del miele (Tetradium daniellii). Insomma, ogni angolo e scorcio floreale ha regalato emozioni e bellezza.
Una storia lastricata di successi da oltre 158 anni. Orticola di Lombardia, infatti nasce nel lontano 1865, grazie all’idea del conte Francesco Pertusati, proprietario di uno dei più bei giardini di Milano nel suo palazzo in corso di Porta Vigentina, dell’industriale Egidio Gavazzi e del principe ereditario Umberto di Savoia e di altri centocinquanta appassionati. Uomini d’arte e d’affari, intellettuali, botanici, studiosi di natura, agricoltura e fiori rari, tutti amici del conte. Un amore antico, che nel Milanesato, oltre alle tante ville di delizie e giardini e parchi sparsi sul territorio, trova il suo emblema maggiore in Villa Arconati, uno splendido esempio di barocchetto lombardo. Per la sua ampiezza e lo stile grandioso, anche nelle guide settecentesche era già definita la piccola Versailles italiana, per la monumentalità e per la grandiosità dei suoi giardini all’italiana, che fecero scuola in tutta Europa.
All’interno delle tante specializzazioni trovate in Mostra, ci sono le piante acquatiche, gli alberi da frutto moderni e antichi ( Vivai Maioli e Belfiore) e gli agrumi, le erbacee annuali e perenni, come anche di origano, verbena, salvia ornamentale, e di limoni, mandarini e yuzu. Ma Orticola ospita anche vivai con collezioni più specifiche come erbe aromatiche, bulbi, cactacee e carnivore, rose, peonie e ortensie. Si trovano però anche collezioni eccezionali di un unico genere, quali i rododendri del vivaio Rhododendron, gli aceri di Renato Ronco, i pomodori di Fattipomodorituoi, le iris americane de Il Principe Iris, i fiori di cera di HoyaMia, i Pelargonium de L’Antico Fiore e de Il Fiore all’Occhiello, i garofani di Floricoltura Billo, le tillandsie de Le Figlie del Vento e l’incredibile assortimento di Fuchsia de Il Giardino delle Essenze Perdute, unico vivaio in Italia ad essere specializzato in questo genere, del quale vanta una collezione di oltre 400 fra ibridi, varietà e specie.
Tra i vivaisti che ogni anno vengono a Milano da tutt’Italia a presentare la loro produzione alla mostra-mercato Orticola, ve ne sono poi diversi che, nei loro vivai, possiedono collezioni uniche, di interesse nazionale, tanto da essere studiate e censite dalla SOI, Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana, come ad esempio la collezione di Buddleja di Francesca Moscatelli di Donna di Piante, di agrumi di Oscar Tintori, delle carnivore di Daniele Righetti di Stranger Plants, delle ortensie di Tara Vivai e di Dianthus nani del già citato Federico Billo di Floricoltura Billo.
Orticola è senza dubbio oltre che un’esclusiva mostra d’eccellenza, un luogo del pensiero filosofico botanico, dove la ricerca è ponderata e meticolosa e segue le alchimie del pensiero rinascimentale meneghino e le magie delle “Camere delle Meraviglie” dei suoi antichi palazzi, alla scuola dei mirabilia di Manfredo Settala. Tanto, da rappresentare tendenze e nuove vie del florovivaismo italiano ed internazionale. E non solo all'interno dei giardini. Orticola travalica i cancelli e con Fuori Orticola approda in città, con eventi fino al 21 maggio. Il programma è ampio, si va dalla mostra “Mario Carrieri. Amati fiori 2023” alle Gallerie d'Italia, ad altre iniziative che quest’anno coinvolgono 26 tra musei, orti, ville e giardini, 39 negozi allestiti da 27 progettisti floreali.
Orticola, quindi, rappresenta un atteso faro di tendenze e novità della filiera florovivaistica in Italia, che vanta circa 24.000 aziende, con un giro d’affari, come già detto, di tre miliardi di euro. Un sostanzioso contributo alla bilancia economica del nostro Paese, con esportazioni per oltre un miliardo di euro, con un saldo attivo tra import ed export, di oltre 400 milioni di euro e con una crescita di fatturato tra il 2020, anno pandemico, e il 2021 che sfiora il 30%. Si tratta non solo di società di vendita delle piante ma anche di aziende che vendono i relativi accessori, substrati di coltivazione, prodotti fitosanitari, impianti di irrigazione e vasellame.
E se Orticola è l’atteso appuntamento di primavera. Questa vasta realtà produttiva, dai numeri importanti e di tutto rispetto, ogni anno, a febbraio, trova a Rho Fiera, sempre a Milano, dal 2015, la sua veste invernale e il suo volto più imprenditoriale e industriale, con l’appuntamento internazionale di My Plant & Garden, consorzio tutto italiano, formato da un ampio gruppo di aziende rappresentative del settore. Nasce, come promotore dell’iniziativa, senza scopo di lucro, e funge da tramite tra le richieste e le esigenze degli espositori e la segreteria organizzativa V Group, società di servizi, da 16 anni, consulente di Fiera Milano. Il consorzio risponde alla crisi di rappresentatività del settore con una iniziativa - sottolineano gli organizzatori - che offre al comparto del verde nuovi mercati, nuovi stimoli, nuovi alleati in affari e che è basata su capacità organizzativa, dialogo continuo e trasparenza gestionale. Una dimensione di ampia rappresentatività, non solo nazionale, che coinvolge gli attori di tutte le filiere del verde, dalla ricerca, alle costruzioni, dal seme, alle forestazioni, dalla produzione all’innovazione, dalle componenti elettroniche di programmazione e strutturali, alla distribuzione.
Tutte ben rappresentate nei nove macrosettori della fiera: vivai, fiori, decorazione, edilizia, macchinari – anche con area demo esterna - servizi, tecnica, vasi e arredo giardino. Questi garantiscono un’ampiezza e profondità di offerte, innovazioni e soluzioni uniche, che hanno fatto di Myplant il luogo dove bisogna esserci, per eccellenza dei protagonisti delle filiere ideative, produttive e distributive.
Numeri importanti, da approfondire, dicevamo, che non smentiscono l’importanza di una realtà strategica per il nostro Paese, vera e propria “serra” proiettata nel Mediterraneo, dalle condizioni pedoclimatiche eccezionali ed uniche. Toscana, Liguria, Sicilia, Lombardia, Lazio, Puglia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte – secondo gli indici di riferimento Istat e le osservazioni del consorzio – guidano, nell’ordine, la classifica delle regioni italiane che registrano il più alto valore alla produzione del settore florovivaistico nazionale, cresciuto del 5% nel 2021 rispetto all’anno precedente. Un valore che nel 2021, con i suoi 3 miliardi di euro di giro d’affari, ha rappresentato il 4,6% della produzione, a prezzi di base, dell’agricoltura italiana. Il dato più alto delle ultime annate prese in esame, sottolineano a Myplant & Garden, Salone internazionale del Verde, a commento dell’andamento registrato dal settore nel 2021 (i dati del 2022 sono ancora in analisi), con produzioni italiane ed esportazioni da record.
Analizzando la distribuzione territoriale delle imprese e del fatturato, invece, emerge in modo molto chiaro il forte peso assoluto del numero di imprese in alcune regioni, peso che tuttavia si modifica nell’analisi della ripartizione del fatturato, con Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia che presentano i numeri più rilevanti in termini di numero di imprese, ma con Lombardia, Veneto, Liguria e Toscana che presentano i dati più significativi a livello di giro d’affari.
Sulla base delle certificazioni Istat,  Myplant & Garden ha evidenziato, nel suo ultimo appuntamento del febbraio scorso, come la produzione di fiori e piante in vaso, nel 2021 , è stata pari a quasi 1,3 miliardi di euro (+5,1% rispetto al 2020), generata per il 39% dalle regioni del Nord-Ovest e per il 35% da quelle del Sud e delle isole. La produzione dei vivai, pari a 1,5 miliardi di euro (+4,9%), deriva per il 60% dalle regioni centrali.
Le realtà produttive italiane sono concentrate soprattutto in quattro regioni: Liguria, che ha il primato delle aziende che coltivano fiori in piena aria, Toscana e Lombardia, dove sono presenti le principali attività vivaistiche ornamentali arbustive e forestali, Campania, dove le aziende sono specializzate soprattutto nella coltivazione di fiori in coltura protetta. La Toscana mantiene il primato delle produzioni vivaistiche nazionali, con un fatturato alla produzione di 816 milioni di euro (+4% sulla media 2019-2020).
Le produzioni floricole, invece, vedono la Liguria al vertice con 386 milioni di euro (+4,6% sul biennio precedente). L’Italia conferma, ancora una volta, il suo strategico ruolo di esportatore netto del prodotto orto-florovivaistico: anche nel 2021 il valore alla produzione dell’export ha raggiunto i 1143 milioni di euro (903 nel 2020). Numeri da non sottovalutare, nelle future politiche economiche nazionali, rivolte al settore, che da sempre contraddistingue il nostro Paese nell’eccellenza mondiale.

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