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A domanda… risposta


17/01/2023

di Andrea di Furia


Sul Corriere della Sera di sabato 14 gennaio, a pagina 30, l’articolo “I cambi d’abito in democrazia tra realismo e demagogia” di Angelo Panebianco, in cui si tratta della facilità con cui in Italia si cambia outfit politico quando si è al Governo (realisti) e quando si è all’Opposizione (demagoghi), si chiude con un’accorata domanda:

Angelo Panebianco: «Esiste un marchingegno istituzionale che consenta di attenuare gli effetti dei nostri due endemici vizi?».

L’altro endemico vizio che si aggiunge al cambio d’abito, è “la tirannia del breve periodo”: l’inseguire l’emergenza del momento. Panebianco che, come tantissimi ormai, non si aspetta più niente di buono dalle istituzioni e si dà questa sconsolata risposta:

Angelo Panebianco: «Nell’ultimo mezzo secolo lo si è cercato ovunque, senza mai trovarlo».

Eppure, il proverbio “chi cerca, trova” è sempre valido! Allora, l’insuccesso che ci impedisce di esclamare Èureka! (ho trovato) vuol dire due cose:

  1. o il mezzo con cui si cerca è inadeguato alla ricerca (es. il binocolo, per cercare un virus)
  2. o si cerca dove non di può trovare ciò che si cerca (es. una stella alpina 3 metri sotto la superfice del Mediterraneo)

Non da mezzo secolo, ma da più due secoli stiamo purtroppo cercando la “quadra sociale” con uno strumento spuntato e inadeguato alla materia trattata: il pensiero scientifico concettuale astratto (adeguato e molto utile per la scienza naturale, non adeguato e poco utile per la scienza sociale).

Non da mezzo secolo, ma da più due secoli stiamo purtroppo cercando di trovare “soluzioni sociali al sistema antisociale in cui viviamo” cercandole nella sostanza sociale (Economia, Politica, Cultura) dove non si possono trovare (e dove diventano tutte fallimentari, perché illusorie).

Circa il pensiero scientifico da irrobustire con le flebo delle immagini-sintesi ci siamo già più vote espressi e rimandiamo a precedenti commenti.

Mentre in relazione a dove si possono trovare soluzioni che rendano sociale l’attuale antisociale sistema dobbiamo guardare all’altra faccia della medaglia, di cui la “sostanza sociale” (Politica, Cultura ed Economia) è solo un lato.

L’altro lato è la “struttura sociale” del sistema (UNIdimensionale, BIdimensionale, TRIdimensionale) che è determinata dalla interrelazione dinamica delle 3 dimensioni sociali: relazione che va portata alla luce, perché è la “causa madre” di tutti i problemi sociali attuali… ovunque nei 5 continenti.

Se la relazione tra le 3 dimensioni è sinergica, collaborativa, armonica la struttura sociale è TRIdimensionale: vale a dire che ogni dimensione ha il suo terreno adeguato alla sua funzione (Cultura-educazione di ogni Persona; Politica-tutela dei rapporti reciproci nella Comunità dei Cittadini; Economia-soddisfazione delle esigenze sul Territorio-ambiente); vale adire che ogni iniziativa culturale nasce esclusivamente nell’ambito culturale ed è soggetta ad un’Autorità culturale (non a quella politica, non a quella economica… come purtroppo accade ora). Idem per iniziative Politiche soggette solo ad Autorità politica; e per inizitive economiche soggette siolo ad Autorità economica.

Da ciò deriva che ogni istituzione si incardina in quell'istituzione chiave di ogni dimensione: la Scuola per la dimensione Cultura; lo Stato per la dimensione Politica; il Mercato per la dimensione Economia.

Oggi questa TRIstrutturazione sistemica sociale non esiste in nessun Paese sovrano: e questa è la principale ragione (non le situazioni sostanziali come la povertà, la precarietà, la mancanza di lavoro, che sono solo concause secondarie) dei conflitti locali interni ai vari Stati e dei conflitti geopolitici esterni tra i vari Stati.

Infatti invece di sinergia tra le tre dimensioni, purtroppo, esistono altre due realtà relazionali sociali: quella conflittuale (ad esempio tra Politica ed Economia), da cui origina la struttura sistemica sociale BIdimensionale; e quella parassitaria da cui origina la struttura sistemica sociale UNIdimensionale: in cui una delle tre dimensioni (ad esempio l’Economia) domina le altre due, le vampirizza e le fagocita.

In un Paese sovrano la Bidimensionalità strutturale si ha temporaneamente, come adesso in Italia, quando la lotta tra una Politica nazionale esausta che tramonta e un’Economia internazionale rampante che sorge ancora non si è decisa.

In questo clima conflittuale, nessuna istituzione ha tempo o interesse a trovare il marchingegno cui aspira Panebianco. Se pure lo avesse non lo può trovare nelle litigiose intemperie che danno origine alla struttura sistemica BIdimensionale, che è temporanea in quanto appena una delle dimensioni in lotta vince, ecco che si origina la terza struttura di sistema: quella UNIdimensionale parassitaria, in cui la dimensione vincente (es. l’Economia) vampirizza e fagocita tutte le migliori energie delle altre due dimensioni dominate.

Anche in questa malsana struttura antisociale di sistema (dilagante sul Pianeta da milenni) nessuna istituzione ha interesse a cercare il marchingegno cui aspira Panebianco, e se pure lo avesse non lo può trovare nella rivendicativa relazione che si genera tra la dimensione dominante con i suoi obiettivi prioritari da seguire (Economia) e le due dimensioni dominate (Politica e Cultura) con i loro obiettivi prioritari da posporre quasi sempre… a babbo morto.

Prendiamo l’istituzione chiave dell’Economia dominante parassitaria: il Mercato. Dà forse fastidio al Mercato una politica fatta di voltagabbana (realisti di Governo e demagoghi all’Opposizione, nel senso di Panebianco)?
Anzi! L’Economia parassitaria internazionale e locale ci va a nozze!

Prendiamo l’Istituzione chiave Stato (ma di una Politica nazionale fagocitata dall’Economia internazionale). Dà forse fastidio allo Stato una politica fatta di voltagabbana (realisti di Governo e demagoghi all’Opposizione, nel senso di Panebianco)?
Assolutamente no! E’ vista anzi come sana “dialettica democratica”!

Prendiamo l’istituzione chiave Scuola (ma di una Cultura nazionale fagocitata dall’Economia internazionale). Dà forse fastidio alla Scuola una politica fatta di voltagabbana (realisti di Governo e demagoghi all’Opposizione, nel senso di Panebianco)?
Neanche per sogno! Tra i due litiganti, non è forse il terzo che gode?

Quindi cancelliamo la risposta che tristemente Panebianco dà a se stesso e sostituiamola con la seguente risposta, che è concreta e indica anche cosa fare per realizzare quel marchingegno di cui, giustissimamente e condivisibilmente, ha lamentato la mancanza:

Quel marchingegno è ciò che separa strutturalmente, rendendole sinergiche, le tre dimensioni sociali, e con ciò riesce a separare fuori dalla testa del Politico, ciò che dentro la sua testa è indivisibilmente intrecciato sia come pensare sociale, sia come sentire sociale, sia come volere sociale: creando in lui confusione, paura e paralisi”.

Ciò che separa nel sistema è la sua struttura, che deve diventare TRIdimensionale per essere realmente sinergica. Da questa separazione, e solo da questa, possono nascere quelle istituzioni capaci di attenuare, come auspica Panebianco, gli effetti dei due endemici vizi dei nostri Politici.

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