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Fuochi fatui elettorali nella diciottesima legislatura

La futilità dei punti programmatici di tutti i Partiti


09/02/2018

di Andrea di Furia

Che la Storia, specialmente in àmbito sociale, non insegni mai nulla alle generazioni che si susseguono è un fatto palese. Ma non è ‘colpa’ della Storia. La ragione vera è che l’uomo moderno non è capace di leggerla e scriverla, la Storia, quindi non ne può capire i messaggi e gli insegnamenti: specialmente in ambito sociale. Una cruda verità che va accettata, anche se può dare fastidio.

In tutto il mondo l’uomo di oggi è un perfetto analfabeta sociale di ritorno (asr). E tale sindrome (ASR) è veramente subdola, perché mai come oggi l’uomo moderno ha viceversa la pretesa di saper leggere e scrivere la Storia (specialmente in ambito sociale) come mai prima d’ora.

Un analfabeta “letterale” sa di non saper leggere e scrivere perché ha dei punti di riferimento fuori di sé: chi sa leggere e scrivere davvero. Se proprio vuol nascondere questa sua deficienza è costretto a mentire, a inventarsi significati ipotetici per quei segni che vede scritti sul foglio.

Un analfabeta sociale di ritorno moderno, invece, è “soggettivamente” convinto di saper leggere e scrivere perfettamente. E purtroppo è convinto che quello che “soggettivamente” pensa della Storia e del sociale moderno sia una realtà incontrovertibile, e non una sua invenzione, perché gli mancano i punti di riferimento fuori di sé: chi sa leggere e scrivere il sociale. Altra verità tragica.

Nel presente momento storico, a inizio terzo millennio, questo avviene in tutti i circa 200 Stati sovrani del mondo, ma in Italia - dopo XVII legislature dal 1948 ad oggi e dopo la successione di 61 Governi (Sessantuno!) con una media record di 3,5 governi diversi a legislatura – il fatto di essere governati da analfabeti sociali di ritorno, che sono eletti da analfabeti sociali di ritorno… ebbene questo appare sempre più evidente.

Appare evidente agli asr stessi, ma solo alla fine: quando le opinioni si scontrano con la realtà dei risultati ottenuti. Esaminiamoli in sintesi: costante aumento del costo della Vita, del costo dello Stato, del costo del Mercato, del costo della Scuola; costante diminuzione della qualità culturale; costante aumento della conflittualità sterile nella relazione politica; costante aumento della schiavitù personale nel mercato del lavoro, della sudditanza nell’ambito partitico e della mancanza di autonomia in quello culturale; crescente utilizzo degli strumenti di ordine pubblico e conseguente diminuzione delle libertà acquisite; crescente distruzione ambientale nei territori, precarietà crescente e perdita della visione di senso e del futuro nella Comunità civile.

Le rarissime eccezioni a questo depressivo elenco, i rarissimi punti programmatici realizzati dai programmi di partito in queste trascorse XVII legislature sono, tuttavia, un contrappeso insignificante. Tanto che possiamo sostenere che sta proprio nella loro insignificanza, rispetto al quadro generale, il motivo della loro riuscita: pensiamo ad esempio ai famosi 80 euro rispetto al problema della povertà di 15 milioni di Italiani.

E a questo punto, invece di riconoscersi “oggettivamente” incapaci di leggere e scrivere il sociale moderno, le giustificazioni (colpa di Tizio o di Caio, del Partito, dell’opposizione, della BCE, della congiuntura economica, di Trump ecc.) si sprecano. Mai che venga a qualcuno il dubbio (dopo XVII legislature!) che è la propria incapacità “oggettiva” di leggere e scrivere il sociale la causa principale dei risultati deludenti ottenuti.

Nei governanti, poi, ad ogni nuova tornata elettorale i disastri commessi spariscono come neve al sole: come se questa fosse una gigantesca spugna sulla lavagna delle loro antecedenti malefatte. Pensiamo solo come sono diventate verginelle a Roma le destre e le sinistre: tutto ciò che di pessimo hanno fatto adesso è “colpa” dell’incapacità a governare dell’attuale capro espiatorio: la rappresentante del M5S.


Negli elettori, salvo i delusi-disillusi in crescita, le proprie opinioni illusorie ad ogni tornata elettorale ritornano potenti nonostante i continui vicoli ciechi percorsi. Adesso siamo alle soglie della XVIII legislatura e a marzo si va a votare.

Osservate allora i nostri Politici: nei telegiornali o in giro per la campagna elettorale. Come sono sicuri di sé, come distribuiscono perle di saggezza e ammonimenti agli elettori sui social. Nella nuova tornata elettorale le brutte figure fatte hanno lasciato il passo alla rinnovata voglia di leggere e scrivere il sociale: invariabilmente tutti i Partiti hanno la loro nuova bibbia di punti programmatici: chi 20, chi 22, chi 100.

Ora la Storia, in ambito sociale, ci dice che nessuno di questi punti verrà mai realizzato. Sono illusioni, sono invenzioni, sono opinioni soggettive di chi non sa leggere e scrivere il sociale moderno. Astrattamente sono tutte plausibili e realizzabili ma, concretamente, sono votate all’insuccesso. Possiamo infatti prendere tutti questi punti programmatici, farne un mazzo e buttarli tranquillamente – perdonate rima e francesisimo - nel cesso.

E per comprendere il perché bisogna passare dal “sociologico pensiero solo scientifico” al “sociologico pensiero scientifico anche artistico”: la prima tipologia di pensiero ragiona solo in concetti [e da 2500 anni, dall’epoca dei Sofisti greci, sappiamo che concettualmente si può validamente sostenere come vero sia il bianco sia il nero: si può mentire addirittura dicendo il vero!]; mentre la seconda tipologia rettifica il concetto aggiungendo anche l’immagine concreta relativa. Il concetto può mentire (il pollo statistico mangiato settimanalmente da tutti gli Italiani), l’immagine mai (tantissimi il pollo lo vedono solo nei sogni)!

Possiamo immaginare i punti programmatici, ad esempio, come a bulloni senza il dado: assolveranno al compito per cui sono destinati. No, si sviteranno al primo impiego. Oppure immaginiamo i nostri Politici come a tanti Tecnici del servizio telefonico: ognuno vuole metter il suo filo del telefono, ma nella nostra immagine è assente la centralina in cui andrebbero collocati. Possono funzionare lasciati all’aria aperta, posizionati per terra? No.

Oppure possiamo vederli letteralmente nei pannolini di un bambino, di una bambina, sulla spiaggia mentre corrono a riempire di acqua marina il loro 20°, 22°, 100° secchiello programmatico bucato (senza fondo). A fine corsa quanta sarà l’acqua rimasta nel secchiello? Neppure una goccia.

In sostanza l’analfabeta sociale di ritorno moderno, sia eletto che elettore, non si avvede che manca un elemento essenziale (il dado al bullone, la centralina al filo del telefono, il fondo del secchiello per raccogliere l’acqua del mare) nei suoi variegati programmi. Non si accorge che ogni suo sforzo, ogni sua soluzione è totalmente inutile. Addirittura controproducente!


Zygmunt Bauman, sociologo che naturalmente usa solo il pensiero scientifico applicato al sociale, è stato un grande perché si è accorto dell’inutilità di questo tipo di pensiero che, sono parole sue in Paura liquida, alla fin fine “non incide nel sociale”.

È stato un grande anche perché la sua capacità di analisi del sociale è veramente a livelli siderali, rispetto al 100% dei Politici che ci chiedono il voto… perché nulla cambi, anzi peggiori. Fosse vissuto qualche anno in più avrebbe, ritengo, dato corpo ad una sua immagine che è stata capita solo come slogan: modernità liquida.

In realtà definire la Società umana moderna come “modernità liquida” è il primo passo per salire dal pensiero solo scientifico al pensiero scientifico-artistico in ambito sociale.

Il primo tipo di pensiero non comprende letteralmente il sociale: lo riduce a media matematica e, mutilandolo, lo interpreta sostanzialmente dal punto di vista della dimensione economica in base all'esclusivo parametro del reddito medio. Il secondo tipo di pensiero ha il pregio di essere adeguato alla realtà sociale moderna: lo sa leggere e scrivere com'è, nella realtà concreta.

A cosa accenni il fondo del secchiello mancante, o il dado mancante per il bullone o la centralina mancante per il filo del telefono – ossia ciò che il moderno asr non sa né leggere né scrivere - lo abbiamo osservato da svariati punti di vista. E’ la “struttura portante” monodimensionale del sistema sociale attuale che, inosservata, rende futile e inutile qualsiasi punto programmatico escogitato dalla creatività umana.

La monodimensionalità inosservata del sistema sociale moderno viene portata alla luce del sole, e rivelata alla nostra attenzione, dall’immagine della “modernità liquida" di Bauman non ridotta a slogan.

Passare dalla monodimensionalità del sistema – che si esprime facendo di una delle tre dimensioni sociali (ora l’Economia) la tiranna delle altre due – alla tridimensionalità del sistema – che le sottrae allo sterile conflitto perenne e le rendefinalmente sinergiche – è questo l’unico punto programmatico “concreto” che andrebbe considerato valido nei programmi di partito.

Ma è proprio qui che tutto il momento elettorale diventa fatuo: è proprio questo, l’unico punto programmatico che manca!

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