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Il Coronavirus ha fermato l’onda distruttiva della globalizzazione

Sono anni che l’Italia non cresce e per salvarsi dovrà scommettere su se stessa


08/06/2020

di Mario Pinzi


Sono anni che l’Italia non cresce ed è giunto il momento di tirare i fili della nostra genialità e rimboccarci le maniche per far rendere quello che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità. 
Immaginare cosa accadrà dopo la pandemia non è facile, ma l’Italia per salvarsi dovrà tornare alla sovranità monetaria e scommettere su se stessa. 
Il futuro Governo dovrà favorire i consumi interni utili a produrre le risorse da investire in nuovi brevetti capaci di soggiogare, per la loro genialità, i mercati mondiali e da questo nuovo miracolo italiano tirare fuori i giusti guadagni per pagare in maniera adeguata la filiera produttiva.  
Abbandonando Bruxelles possiamo attuare delle riforme utili a trasformare il nostro Paese in un territorio favorevole agli investimenti stranieri offrendo dei vantaggi fiscali superiori a quelli dell’Olanda, dell’Austria e del Lussemburgo.  
Cosa dobbiamo fare per raggiungere questo obiettivo?   
Bisogna trovare il coraggio di agire con decisione perché nella nostra Italia ci sono delle cose che da anni attendono una risposta: riforma della Giustizia, riforma bancaria, riforma della pubblica amministrazione, annullamento della burocrazia, abbassamento delle tasse, ripristino della laurea “del saper fare”, aumento degli stipendi e riduzione degli sprechi. 
Per fare questi cambiamenti occorre una maggioranza assoluta e la guerra batteriologica ci sta offrendo un’opportunità che va colta senza indugi.    
Con questa crisi le masse hanno compreso il tradimento dell’Unione e proprio per questo motivo i legami con questa Europa vanno spezzati prima che la folla si inferocisca come sta accadendo negli Stati Uniti per la morte di George Floyd. 
La pandemia ha fatto arretrare l’integrazione economica e questo risultato ci spinge a tornare a essere quelli che siamo sempre stati: dei “geni creativi” capaci di conquistare il mondo come hanno fatto i nostri antenati. 
L’attacco di Trump alla globalizzazione ha messo in evidenza le leve della finanza speculativa che mirano allo sfruttamento del lavoro come faceva la monarchia con i propri sudditi.  
Un errore accettato dall’Europa che ha aperto un vuoto di offerta che ci mette in ginocchio.   
L’Italia può salvarsi perché è l’unico Paese che ha i mezzi economici per compensare il vuoto che è stato creato e può farlo per il risparmio raggiunto dalle proprie famiglie che supera la fantastica cifra di 9.500 miliardi. 
Da sempre la globalizzazione ha spinto le produzioni europee verso Cina, India e America e l’ha fatto sfruttando della valida tecnologia prodotta a basso prezzo. 
Se allarghiamo lo sguardo in quei Paesi capiamo che ora le cose sono cambiate e l’Europa non è più competitiva come lo era una volta.    
La crisi ha fatto comprendere che questa è una strada sterile che ha lasciato sul campo morti e feriti e il processo produttivo dovrà essere ricostruito pagando ai nostri giovani quello che meritano per metterli nelle condizioni di creare delle famiglie capaci di incrementare i consumi interni.   
Cari lettori, la globalizzazione cosi come è stata pensata ha prodotto una diminuzione del consumo e, secondo il Wto, il calo internazionale nel 2020 scenderà intorno al 32%, molto di più del Pil mondiale. 
Purtroppo la nostra Magistratura per favorire la globalizzazione ha tradito la Costituzione e i sospetti che erano nati con l’invasione extracomunitaria sono diventati certezze. 
Affinché non ci siano equivoci sulla responsabilità della Magistratura, in sintesi vi riporto la frase più significativa della telefonica del Pm Luca Palamara del Consiglio Superiore della Magistratura con un suo servo giornalista: “Benché l’ex ministro (Salvini) abbia ragione occorre comunque dargli addosso” e non continuo perché nella conversazione ci sono della volgarità e delle affermazioni che è meglio tralasciare.   
Dalle intercettazioni che molti giornali hanno riportato si può comprendere in quale situazione pericolosa siamo caduti e quanto sia importante realizzare una completa riforma della Magistratura. 
Di fronte allo sfacelo in cui ci troviamo, Mattarella non può imitare Ponzio Pilato condannando l’Italia alle crocefissione per il desiderio dei Giuda e auguriamoci vivamente che non lo faccia.     
Chiudo invitando i lettori a recuperare la trasmissione televisiva de La7 del 31-5-2020 condotta da Massimo Giletti dove l’ex presidente dell’ANM conferma l’importanza di chiarire la sua conversazione telefonica perché è un uomo delle istituzioni che ama la Magistratura e l’importante toga che indossa.
Forse non sono tutti come lui, ma sono certo che non raggiungono un numero sufficiente per cambiare le cose e proprio per questo motivo dobbiamo farlo noi…  

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