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L’Europa in mano a interventisti geopoliticamente... tafazziani


12/02/2023

di Andrea di Furia

L’Europa geografica (UE + altri Paesi extra UE = NATO) è in mano alle Élite interventiste senza se e senza ma, costi quello che costi… naturalmente agli altri. Ora, mentre è facile avere fede nella scienza sponsorizzata da BillGates&Company, è difficile pensare che ci sia qualcuno così geopoliticamente “pirla” o così “cattivo” da volere la guerra a tutti i costi, pensando di farla franca.

Questo “pensare” così incapace di cogliere la dura realtà dei fatti è, purtroppo però, il pensare che la quasi totalità delle persone utilizza per tentare di capire come vada avanti il mondo.

Analizzandolo non è un pensare attivo, ma passivo… dunque un pensare “riflessivo”, facilmente condizionabile dalla propaganda interessata ad addormentare od orientare le coscienze individuali e collettive.


Passività “meccanica” [non attività creativa] che rende illusoria la nostra rappresentazione della realtà, come acutamente osserva il filosofo francese Edgar Morin, ne Il silenzio dell’Europa che non vuole la pace, su la Repubblica del 10 febbraio scorso, a proposito delle Élite politiche ed economiche.

Edgar Morin: «Illusoria era la certezza dei politici e degli economisti, secondo cui il neoliberismo sarebbe il produttore di una crescita continua. La pandemia mondiale, suscitando una crisi planetaria enorme e multidimensionale [economica, politica, culturale], fu incompresa dato il dominio di un pensiero meccanicista, lineare, incapace di concepire la complessità dei fenomeni. Mentre ci si rallegra di essere entrati nella società della conoscenza, si è sprofondati in una cecità [conoscitiva] tanto più grande in quanto si crede di possedere i mezzi adeguati del sapere».

Del mutilante pensiero meccanicista quotidiano, lineare e incapace di cogliere la complessità dei fenomeni sociali, per gli over16 interessati ne abbiamo ampiamente trattato nel nostro saggio La raccolta differenziata del sociale economico politico, culturale quale causa prima assoluta del disastro sociale in cui ci siamo proiettati.

Disastro che sarebbe ingeneroso attribuire ai soliti BillGates&Co, dato che ad esso abbiamo tutti contribuito usando il loro stesso pensiero scientifico concettuale astratto, illudendoci di fare della reale Sociologia: che si è fermata (ha messo coraggiosamente nero su bianco Zygmunt Bauman) solo al suo primo gradino, quello della critica più esaustiva ma sterile.

Usando una terminologia adeguata ai fenomeni sociali attuali: viviamo ora nella Società gassosa a predominio economico, finanziario, commerciale (che si è sostituita alla preesistente Società liquida politica a predominio politico, giuridico, statale). Vale a dire che l’architettura del sistema sociale in cui viviamo prevede adesso che la dimensione Economia fagociti e determini l’orientamento a livello planetario sia della dimensione Politica, sia della dimensione Cultura.

Nella Società gassosa economica vale più di ogni altra cosa il business: e tuttavia, come ben si vede nella guerra Ucraino-Russa, al motivo banalmente economico (la guerra come utile strumento per la "crescita continua" dei Produttori di armi neoliberisti) si intreccia indissolubile anche quello geopolitico della NATO/Russia e quello culturale religioso tra le due diverse Chiese ortodosse ucraina e russa.

Automatismo tridimensionale, vorticoso e spontaneo, assolutamente da riconoscere da parte di chi si occupa del sociale contemporaneo e che in ogni problema sociale deve vedere [e il pensiero attivo concreto lo vede, mentre quello passivo astratto non ne ha la forza] un triplice intreccio tra le tre dimensioni: intreccio promosso, prima che dagli uomini, dall’architettura UNIdimensionale parassitaria [una dimensione sociale domina e vampirizza le energie delle altre due] del sistema sociale moderno: indipendentemente che sia a base liquida-politica (Russia) o gassosa-economica (USA), come da noi in Occidente, o infine, come in Oriente, a base solida-culturale (Afghanistan).

Sono tutte e 3 architetture di sistema parassitarie, dunque antisociali, il cui fallimento evidente e i relativi disastri ci portano sempre più a considerare la necessità di un’Umanità libera, eguale e fraterna come antidoto risanante. Concetto ancora molto lontano da diventare chiaro a tutti, come afferma il filosofo francese.

Edgar Morin: «Siamo entrati nella crisi dell’umanità senza accedere all’Umanità: ma non si vede l’insieme, tutt’al più si vedono singoli frammenti».

E non può essere diversamente: il nostro pensare quotidiano, ossia quello scientifico concettuale astratto (culturale, politico, economico, tecnologico ecc.), è “meccanicamente passivo”, non ha la forza necessaria per collegare i singoli frammenti sociali: forza che richiede attività, non riflessiva passività. Anzi! Li spezzetta sempre più: coriandolizza i frammenti sociali.

A un pensiero viceversa “creativamente attivo”, ossia concreto, l’insieme-Umanità è ben chiaro: se fosse esercitato dalle varie Élite al potere non ci sarebbe la guerra in Ucraina. Lo osserva anche Morin.

Edgar Morin: «Perché ogni guerra comporta criminalità, più o meno grande secondo la natura dei combattenti; ogni guerra racchiude in sé manicheismo, propaganda unilaterale, isteria bellicosa, spionite, menzogna, preparazione di armi sempre più mortali, errori e illusioni, imprevisti e sorprese. E mi sembra essenziale che queste considerazioni siano presenti nel nostro sguardo sulla guerra attuale: la Guerra d’Ucraina non sfugge alle logiche di ogni guerra condotta con avversari risoluti e accaniti. […] E’ sorprendente in una congiuntura così pericolosa, il cui pericolo aumenta continuamente, che si levino così poche voci in favore della pace nelle nazioni più esposte, in primo luogo quelle europee. […] Parlare di cessate il fuoco, di negoziati, è denunciato come ignominiosa capitolazione da parte dei bellicosi, che incoraggiano la guerra che vogliono a tutti i costi evitare a casa loro».


Cos’è dunque semplice e complesso per Morin, in questo caso? L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e il confronto tra l’ideale democratico (molto mal incarnato in Occidente) e l’ideale dispotico (ben incarnato in Russia) potremmo dire che è la parte semplice; mentre il sottostante e più complesso contesto storico e geopolitico (conflitto USA-CINA) rende sempre più remota la possibilità dell’identità integra di un'Europa geopolitica che sia autonoma da USA e CINA. Addirittura per secoli.

A questo proposito va detto che l’ossessivo obiettivo delle Elite americane di spezzare ogni e qualsiasi possibilità di vera Unità europea (da Spagna a Russia compresa) è stata molto ben chiarita attraverso le bombe di profondità che hanno interrotto i gasdotti russi Nord Stream che, di fatto, già univano l’Europa alla Russia.

Mentre la propaganda "democratica" (USA/NATO+colonia UE) dava per certa la colpa alla Russia, e il pensiero passivo meccanico neppure si domandava se fosse possibile una verità diversa, ora grazie all’inchiesta del giornalista investigativo Seymour Hersh (tutta da leggere) la mente e la mano dietro l’attentato ai due gasdotti Nord Stream appare invece essere esattamente americana, con contorno logistico di alleati NATO.

Cosa che un pensare attivo già aveva assodato dai numerosi indizi messi apertamente a disposizione di tutti, circa la chiarissima posizione di Big Joe Biden&Co sui gasdotti russi: pensare attivo che, a rovescio come controprova, cercava invano una motivazione logica da parte di Little Vladimir Putin&Co per autocastrarsi economicamente e al contempo inimicarsi tutti gli Stati europei.

Quindi abbiamo oltre alla crisi geopolitica anche quella energetica per motivazioni che non hanno nulla a che vedere con la lotta tra democrazia e dispotismo (la parte semplice) e hanno invece tutto a che vedere con la “pratica” eliminazione di un elemento equilibratore terzo... nella contesa non proprio sottotraccia tra USA e CINA.

Questo elemento terzo equilibratore (ossia la parte complessa) avrebbe dovuto essere a inizio terzo millennio, storicamente e geograficamente (Spagna e Russia comprese) l’Europa unita: che ormai, grazie a interventisti tafazziani, ha abdicato a questo ruolo equilibratore delle presenti e future unilateralità imperialiste di USA e CINA.

L'ormai colonizzata UE è ora una utile protesi del "De bello Dollaro" - scriverebbe oggi un Giulio Cesare reincarnato - e non può essere elemento equilibratore: nei fatti segue pedissequa l’orientamento geopolitico USA/NATO che ha bisogno della guerra proprio qui da noi per scongiurare - una volta esploso il latente conflitto con la CINA - che i Paesi europei e la Russia si riconoscessero finalmente come la stessa area cultural-storico-geografica/politica/economica equilibratrice: capace di sottrarsi al futuro inevitabile secolare tutoraggio americano/cinese e di moderare entrambi.

Perciò non è affatto sorprendente il silenzio che viene calato dai media, colonizzati anch'essi, sulle voci di pace: è il naturale comportamento di chi non ha più autonomia e deve seguire pedissequo la mano di ferro in guanto di velluto dell’imperialista al comando, che si finge democratico da più di un secolo… contro ogni visibile evenienza storica.

Ora questo comportamento socialmente tossico, e vantaggioso per le sole Élite al potere, va al di là di chi effettivamente poi lo mette in essere (ora il "maestro" USA, nel futuro probabilmente la "studentessa" CINA).

E’ un automatismo antisociale assolutamente da conoscere e controllare, che nasce dall’antisociale architettura UNIdimensionale del sistema sociale attuale che fa la raccolta del sociale economico, politico e culturale nello stesso cassonetto dell'indifferenziata (ieri lo Stato pigliatutto, oggi il Mercato piglia tutto). Un automatismo strutturale sociale inosservato, ma continuamente operante.

E il fumo dei rifiuti tossici sociali tridimensionali accumulati, da più di due secoli nel cassonetto dell'indifferenziata Stato, e da almeno un secolo nel cassonetto dell'indifferenziata Mercato – di cui la Guerra d’Ucraina è solo uno dei tantissimi rifiuti sociali fatti passare come strumenti ideali virtuosi - è decisamente esplosivo.

Per disinnescare queste bombe sociali di profondità, ben più pericolose di quelle che hanno interrotto i gasdotti russi, occorrerebbe prima risistemare l’architettura parassitaria del sistema antisociale in cui viviamo.

La via d'uscita dal conflitto tridimensionale sociale, tra Economia, Politca e Cultura è solo uno: tristrutturare il sistema sociale. Ricostruirlo rendendolo da UNIdimensionale parassitario (Società solida culturale, Società liquida politica, Società gassosa economica) a TRIdimensionale sinergico (Società calorica equilibrata).

Dobbiamo urgentemente passare, come meglio espresso nel mio saggio, dall'ormai esaurita e anacronistica raccolta indifferenziata alla "raccolta differenziata del sociale economico, politico, culturale ognuno nei tre cassonetti relativi" (Mercato, Stato, Scuola). Raccolta differenziata che è invece piena di fresca energia sociale e totalmente adeguata rispettivamente per le Persone, le Comunità e il Territorio-ambiente planetario di inizo terzo millennio.

Oggi infatti sono le antisociali Élite del dominante Mercato, ferocemente parassitario di Politica e Cultura, che si trastullano giocando con il rischio della guerra mondiale (ieri erano quelle politiche dello Stato parassitario a giocare).
Ma si illudono di essere bravi giocatori… sono soltanto poveri bari antisociali.

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