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La "polvere" della crisi europea ci sta soffocando

Falsità ed errori sono alla base del mezzo disastro dell’Unione


04/03/2019

di Mario Pinzi


Al centro delle preoccupazioni ci sono i risultati europei, che fanno acqua da tutte le parti. 
Questo disastro ciascuno di noi lo interpreta come meglio crede, ma l’evidenza è incontestabile. 
Purtroppo, nulla di nuovo. 
Il Governo continua a sostenere questa Unione e gli italiani continuano a preoccuparsi dei propri risparmi.  
Seguendo le direttive europee il nostro debito continua ad aumentare, e la recessione sta diventando la ciliegina sulla torta di chi ci spinge verso il collasso. 
Possibile che non si capisca che per ridurre il debito lo si deve aumentare mandando a quel paese le regole di Bruxelles? 
Temiamo la recessione, e non comprendiamo che il problema si può risolve solo se mettiamo mano alle grandi opere rifacendo ponti, scuole e l’acquedotto, che spreca il 40% dell’acqua che arriva nelle nostre case. 
Quello che più sorprende è la finta ignoranza di Bruxelles che molti italiani non hanno ancora compreso, ma fortunatamente l’indice di fiducia verso l’Unione sta barcollando. 
L’incoerenza di questi falsi burocrati è evidente, e dobbiamo augurarci che il loro licenziamento arrivi con le prossime elezioni europee. 
Cari lettori, non possiamo dimenticare che la ricostruzione del Paese è un’azione strategica che farà ripartire i consumi fornendo un futuro ai nostri giovani.   
Questo concetto non è ideologico, si basa su un fatto concreto che deve sfociare nella modifica delle direttive economiche europee. 
Con l’arrivo della recessione abbiamo imboccato l’autostrada del suicidio, e se non ci ribelliamo la colpa sarà solo nostra. 
Gli errori dell’Unione sono infiniti, e sottolineo i due più rappresentativi della disonestà europea: “Il primo è il Fiscal Compact che, in periodi di crescita, obbliga gli Stati alla riduzione del debito. 
Una norma corretta che è stata modificata imponendo la riduzione annuale che sta mettendo in difficoltà tutti i Paesi dell’Unione. 
Cari lettori, anche uno stolto può comprende che se l’economia rallenta nessun Paese è in grado di ridurre il debito, e non occorre una laurea in economia per comprendere che questa regola è stata imposta dall’imperialismo tedesco che vuole impadronirsi dell’Europa.  
La seconda è il Bail-in che rapina i nostri risparmi. 
Questa norma fu introdotta attraverso un ricatto imposto da Wolfgang Schäuble che, a fronte di un nostro rifiuto alla nuova regola, avrebbe divulgato alla finanza speculativa internazionale la falsa notizia della precarietà economica delle nostre banche.  
Credo che non ci voglia un genio per comprendere che questo vile ricatto vada immediatamente condannato con un rimborso economico. 
La nostra decrescita è iniziata da quando l’euro ha preso il posto della lira, e sono già trascorsi 20 anni. 
Il Cep, l’istituto di ricerca tedesco, ha confermato che il marco valeva più dell’euro, perciò la Germania ha ottenuto una svalutazione competitiva estremamente vantaggiosa, mentre l’Italia abbandonando la lira ha ottenuto una rivalutazione che ha bloccato la propria competitività internazionale. 
Due sono i parametri presi in esame dallo studio di ricerca: “Uno è quello del prodotto interno lordo, e l’altro è quello della prosperità. 
Grazie alla nuova moneta, la Germania per ogni abitante ha guadagnato 3.000 e quattrocento euro, mentre sul fronte della prosperità globale ha incassato una cifra che ammonta a circa 2.000 miliardi.  
Mentre l’Italia in termini di ricchezza ha perso 4.500 miliardi (74 mila euro per abitante). 
Anche gli altri Paesi hanno perso, ma mai come noi. 
Purtroppo, cari lettori, dobbiamo chiederci: perché a fronte di questo disastro tutti tacciano? 
Anche gli sprovveduti sanno che l’imperialismo è il cancro delle nazioni, e l’uguaglianza delle creature umane è un’utopia impossibile da raggiungere. 
Se questa Europa non capisce che la forza del nostro Continente deriva dalla diversità dei popoli che lo abitano, conferma la propria disonestà e va cacciata. 
Serve determinazione per scrivere una nuova Unione, ma se troviamo il coraggio di farlo il cancro dell’Europa verrà sconfitto.  
In sintesi. 
Per piegare il colonialismo tedesco, occorre realizzare un cocktail di azioni (del buon senso) finalizzate a ricompattare l’Europa. 
Una Nazione aggredita come può proteggersi se non reagisce? 
Purtroppo, ribellarci è l’unica soluzione che ci resta per non passare dalla parte del torto.
Non è normale essere benevoli con chi ci sfrutta e, se non vogliamo continuare ad essere derisi dal mondo intero, alle prossime elezioni europee con il nostro voto dobbiamo dimostrare che l’imperialismo tedesco ha terminato la propria corsa…   

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