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Lavoro e struttura sociale


30/10/2022

di Andrea di Furia

Quando si discute di qualcosa, di norma questa cosa non c’è: se ne parla perché se ne sente la mancanza. Se ad esempio si parla di libertà questa latita, se si parla di lavoro… questo sta scomparendo. Interessante vedere l’evoluzione del lavoro in parallelo all’evoluzione strutturale della Società umana da solida a liquida a gassosa.

Dal tempo delle Teocrazie orientali fino ad oggi, questo rapporto si è diversificato pur rimanendo, però, sostanzialmente legato nelle masse alla sopravvivenza, e alla concezione del lavoratore come schiavo.

Questa identificazione lavoratore-schiavo era evidente sia durante l’epoca delle Teocrazie orientali (Società solida a predominio culturale), come l’antico Egitto, sia agli inizi delle Democrazie greco-romane (Società liquida a predominio politico). Poi durante il Medio-Evo c’è un ammorbidimento del legame: quando lo schiavo diventa servo della gleba. Infine, al tempo delle nostre Econocrazie occidentali (Società gassosa a predominio economico), il legame si oggettivizza legando la retribuzione alla prestazione lavorativa: quando il servo della gleba diventa “merce” da acquistare al minor prezzo possibile nel “mercato del lavoro”.

L'apparente parabola evolutiva del lavoratore da “cosa” in quanto schiavo, a “cosa” in quanto suddito-servo della gleba, a “cosa” in quanto merce nel mercato del lavoro attuale ci dice che il concetto di lavoro non si è ancora emancipato da vecchie tradizioni ormai obsolete.

Se riflettiamo, il moderno precario non è tanto diverso dallo schiavo costretto a lavorare per sopravvivere, la differenza è che ai tempi della Società umana solida delle Teocrazie orientali la concorrenza era tra schiavi, mentre nella Società umana gassosa delle Econocrazie occidentali di oggi la concorrenza dello schiavo moderno è con le macchine.

Concorrenza in cui il lavoratore-uomo è perdente rispetto al lavoratore-macchina, come dimostra la crescita esponenziale dell’automazione dei processi produttivi che ha sostituito solo nell’ultimo secolo milioni di lavoratori umani, e questa tendenza nel futuro aumenterà.

Il problema “culturale” sollevato da questa tendenza alla meccanizzazione del lavoro si può sintetizzare nell’alternativa: o le macchine sono al servizio della Persona o la Persona è al servizio delle macchine. Quest’ultima tendenza sembra attualmente prevalere nell’orientamento scientifico che vuole modificare geneticamente l’uomo perché diventi una bio-macchina (robot, androide, cyborg ecc.).

Il problema “politico” sollevato da questa tendenza alla meccanizzazione del lavoro si può sintetizzare nell’alternativa: o la macchina statale è al servizio della Comunità o la Comunità è al servizio della macchina statale. Quest’ultima tendenza sembra attualmente prevalere nell’orientamento ideologico dei Governi che vogliono, ad esempio in Italia con il green pass, il controllo totale della Popolazione mediante la sorveglianza dei dati biometrici di ognuno di noi.

Il problema “economico” sollevato da questa tendenza alla meccanizzazione del lavoro si può sintetizzare nell’alternativa: o limitiamo la presenza delle macchine sul Territorio-ambiente o sul Territorio-ambiente limitiamo la presenza dell’uomo. Quest’ultima tendenza sembra attualmente prevalere sui mercati se osserviamo i risultati dell’emergenza sanitaria, dell’emergenza bellica in Europa (tra Russia e Ucraina) e dell’emergenza energetica.

Se poi guardiamo al prodotto del lavoro, quando non c’erano le macchine il rapporto uomo-prodotto del suo lavoro era diretto e in tale rapporto l’uomo poteva sviluppare il piacere della creazione.

Oggi la macchina s’è intromessa tra uomo e prodotto, e l’uomo non riesce più a trovare quel piacere nel prodotto e deve, evolutivamente, ritrovarlo nel rapporto con l’altro uomo nella Comunità di appartenenza. Lavorare al meglio per l’altro uomo diventa la stella polare per ritrovare piacere nel lavoro: lavorare per necessità sociali e per la cura del Territorio-ambiente

Nell’evoluzione delle 3 diverse strutture unidimensionali del sistema sociale, poi, anche il senso del lavoro è cosa diversa: nella Società solida teocratica a predominio culturale per il fedele è un sacrificio alla divinità; nella Società liquida democratica a predominio politico per il suddito è un diritto-dovere nello Stato; nella Società gassosa econocratica a predominio economico di oggi per il consumatore è un obbligo nel Mercato.

Solo nella Società calorica sinergica a struttura tridimensionale che dobbiamo istituire, il lavoro potrà essere libero dono: libero anche perché sarà finalmente spezzato e sostituito il legame della retribuzione alla prestazione effettuata, che rende chi lavora inevitabilmente schiavo di chi lo paga.

(riproduzione riservata)