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Produciamo da decenni mele antisociali, come produrre banane sociali?


09/06/2024

di Andrea di Furia

Siamo reduci da un altro voto, ma le aspettative di risultati successivi positivi sono minime. Una delle ragioni per cui le iniziative economiche, politiche e culturali non hanno esito positivo, salvo rarissime eccezioni, è che non si usa il pensiero sociale come andrebbe usato.

Come lo si usa di solito? Lo si usa per obiettivi specifici, mirando a un risultato. C’è stata l’alluvione? Mandiamo gli aiuti, troviamo i soldi, rimandiamo tasse e rate dei mutui, forse provvediamo anche alla pulizia dei fiumi. Questo uso del pensiero, per quanto abitudinario, non è adatto a trattare il sociale perché non è sistemico.

Come dice Alessandro Bergonzoni, non servono specialisti degli occhi, delle mani, delle gambe nel sociale, perché il sociale è una corporeità intera di organi economici, politici e culturali intercorrelati: in relazione sinergica tra di loro. Serve un pensiero “relazionale”, non il solito pensiero programmatico puntuale.

Il modo solito di pensare il sociale porta effetti antisociali (ricchi più ricchi, poveri più poveri solo per dirne uno), è antisociale all’origine e non può condurre al sociale che tutti vogliono e si aspettano: un albero di mele antisociale non può produrre banane sociali.

Ma questa, non osservata da nessun Professore, Politico o Economista, è la pretesa assurda di chiunque oggi si accinga ad operare nel sociale. I frutti di questo pensiero specialistico sono antisociali: mele marce antisociali!

L’albero di mele è il sistema sociale, se vogliamo banane invece di mele dobbiamo cambiare l’albero: cambiare il sistema stesso. Com’è descrivere, dal punto di vista sociale, l’albero di mele marce antisociale?

Serve un pensiero che abbia la forza di comprendere la struttura del sistema, non solo i singoli problemi interni a questa struttura che, rammentiamolo, è antisociale ed è naturale e logico che possa produrre solo problemi antisociali.

Il pensiero sociale che serve è quello che si interroga come prima cosa sulla relazione, all’interno del sistema, tra le sue 3 dimensioni sociali: Economia, Politica e Cultura. Se guarda nello spazio geografico planetario o nel tempo storico evolutivo il pensiero trova che questa relazione è tale che una dimensione domina le altre due e ne sfrutta le energie a vantaggio delle proprie Elite.

Pensiamo al dominio della Cultura (su Politica ed Economia) in Afghanistan, a vantaggio delle Elite culturali talebane; al dominio della Politica (su Cultura ed Economia) in Russia, a vantaggio delle Elite politiche; al dominio dell’Economia (su Politica e Cultura) negli USA, a vantaggio delle Elite finanziarie.

Questo dominio di 1 dimensione sociale a discapito delle altre 2 è eminentemente parassitario e antisociale: non può dare altro che frutti antisociali, ostacolare qualsiasi iniziativa sociale e snaturare e deviare le istituzioni di tutte e 3 le dimensioni sociali.

L’opposto del sistema parassitario antisociale è il sistema armonico e sociale; perciò, dobbiamo trovare l’opposto del dominio UNIdimensionale parassitario, ovvero istituire una relazione paritaria tra le 3 dimensioni sociali: una relazione sinergica TRIdimensionale.

Questa è la relazione sinergica che si attiva quando ogni dimensione sociale si occupa del proprio compito specifico: educare, formare la Persona singola è compito specifico della Cultura; rendere coesa la Comunità nazionale è compito specifico della Politica; curare il Territorio-ambiente è compito specifico dell’Economia.

Quando ogni dimensione sociale si occupa del suo e non invade le prerogative discrezionali della altre 2 dimensioni sociali… solo allora il sistema può dirsi davvero sociale: può finalmente dare frutti sociali, favorire qualsiasi iniziativa sociale e rafforzare il ruolo vitale delle istituzioni in tutte e 3 le dimensioni sociali.

Quando attiviamo la relazione sinergica per funzione specifica delle 3 dimensioni sociali abbiamo una struttura sana di sistema che non impedisce a nessuna delle Elite di esercitare il proprio ruolo nel proprio campo specifico: Le Elite culturali nella dimensione Cultura e nella Scuola; le Elite politiche nella dimensione Politica e nello Stato; le Elite economiche nella dimensione Economia e nel Mercato.

Adesso, nel sistema a relazione sinergica, ogni Elite può dare il meglio di sé; mentre nel sistema a predominio parassitario non fa che dare il peggio di sé spinta dalla brama di potere assoluto su tutte e tre le dimensioni sociali.

Se vogliamo frutti sociali anche l’albero, il sistema, dev’essere sociale: viceversa continueremo a sognare banane sociali sane mentre continueremo a mangiare di malavoglia le solite mele marce antisociali di sempre.

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