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Quasi un anno è passato… dal 26 settembre 2022


09/07/2023

di Andrea di Furia

Dopo un anno dalla vittoria del centrodestra è passato quasi un anno e se vogliamo osservare senza partigianerie l’unica novità positiva è che finalmente abbiamo, come tante altri Paesi prima di noi, un Primo ministro donna al governo e un leader donna all'opposizione.

Tutto il resto, come cantava Califano, è noia. L’attacco delle Opposizioni? Già visto. Le liti nelle coalizioni di Opposizione e di Governo? Già visto. I due neosposini elettorali promotori di un Partito unico tra Azione e Italia viva ormai sono separati in casa, pardon in Parlamento? Già visto. Le pressioni (soldi per riforme) della UE all’Italia? Già visto. La rincorsa a ostacoli per il rispetto dei punti del PNRR? Già visto. La pedissequa subordinazione dell’Italia ai desiderata bellici della Nato? Già visto. Problemi irrisolti, come lavoro, precarietà, pensioni, migranti, criminalità organizzata, scuola, economia, politica? Già visto.

Riassumiamo: tutto è andato avanti, o meglio è regredito, per forza d’inerzia tra un’emergenza e l’altra. Già visto.

Nulla cambia né quando agisce (?) e governa il centrosinistra (non facciamo nomi, li rammentiamo), né quando agisce (?) e governa il centrodestra (non facciamo nomi, li rammentiamo), né quando agiscono (?) e governano i migliori testimonial del potere politico mondiale (non facciamo il nome dei due SuperMario Brothers? Li facciamo, li facciamo: il minore è Mario Monti nel 2011, il maggiore è Mario Draghi nel 2022 e se ci sarà un terzo SuperMario nel 2033 non è dato ancora di sapere).

Ora, se non si vuole conoscere il perché nulla cambia se non in peggio, e con un automatismo implacabile visti gli ultimi 70 anni della Repubblica italiana, basta continuare con il solito schema mentale con cui ad ogni elezione ci si attende sempre un miracolo che non c’è e non ci può essere.

Natalia Aspesi su La repubblica di venerdì scorso rende particolarmente viva e pulsante questa aspettativa attribuendola ai seguaci di Ely Schlein alle amministrative del maggio 2023, ma che andrebbe attribuita anche ai seguaci di Giorgia Meloni alle politiche del settembre 2022.

Natalia Aspesi: «C’erano soprattutto gli scemi che dopo qualche mese di superbo e sempre litigioso chiacchiericcio attorno alla sorridente Schlein, già si aspettavano una lieta vittoria della sinistra con trombe e flabelli, come bastassero pochi giorni perché la sinistra trionfasse e di colpo, come capita nei film, alla fine i buoni ce la facessero e vincessero».

Scemi, forse è una parola grossa. Forse è meglio definirli ciechi (accomunando ad essi anche i Politici, i Professori e gli Economisti di tutte le tendenze) rispetto al punto di vista “strutturale sociale”: l’unico che ha il pregio di poter far collaborare Meloni con Schlein visto che non ha come obiettivo quello di risolvere i singoli problemi sociali “sostanziali” (lavoro, precarietà, pensioni, migranti, criminalità organizzata, scuola, economia, politica ecc.) sui quali è irrealizzabile la benché minima possibilità di collaborazione non solo tra le coalizioni di Meloni e Schlein, ma anche tra Partito e Partito, tra Politico e Politico.

Il punto di vista “strutturale sociale” – l’ho argomentato ne La raccolta differenziata DEL SOCIALE economico, politico e culturale – indica come prioritaria su tutto la necessità di una nuova relazione sinergica tra le tre dimensioni sociali: nessuna delle tre deve sottomettere le altre due (come avviene da secoli), ognuna deve collaborare in sinergia con le altre due, presidiando in discrezionale autonomia la propria funziona sociale: quella educativa della singola Persona nella Scuola (senza prendere ordini da Stato o Mercato); quella coesiva della Comunità nello Stato (senza prendere ordini da Mercato o Scuola); quella manutentiva del Territorio-ambiente economico nel Mercato (senza prendere ordini da Stato o Scuola).

Il passaggio per legge dall’attuale struttura UNIdimensionale parassitaria del sistema italiano (in cui il Mercato ora si è "pappato" Stato e Scuola, vampirizzandoli) che fa la raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali economici, politici e culturali alla struttura TRIdimensionale sinergica (in cui Scuola, Stato e Mercato collaborano in armonia) che invece fa la raccolta differenziata dei rifiuti sociali economici, politici e culturali può trovare concordi entrambe le Signore della politica italiana.

Obiettivo che ha il vantaggio di non interferire con le reciproche priorità “sostanziali”, e in più è capace di dare una coesiva “mission possible” alle Persone, alle Comunità e al Territorio-ambiente nazionale.

Quella missione sociale che ancora l'Italia non ha, e senza la quale ogni Paese è destinato a regredire e a scomparire dalla scena spazio-temporale mondiale.

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