Uomo e Società... alla ricerca di un senso
29/01/2024
di Andrea di Furia
Quando osserviamo il mondo attorno a noi, sempre più si vedono situazioni disperanti. Visti gli eventi in Medioriente, la facile profezia che sta oggi percorrendo il mondo è quella della terza guerra mondiale. Dare questo e altri eventi per ineluttabili è tuttavia la brutta abitudine di un pensiero scientifico che, rimanendo incompiuto nel suo farsi evolutivo, non coglie il senso degli eventi e la loro relazione con l’Essere umano in evoluzione dal momento in cui, col dogma del Darwinismo (uomo quale vertice animale) si è fermato al suo progredito apparire animale e nega continuamente l’aspetto umano ancora agli inizi del proprio sviluppo.
Il che, di conseguenza, porta questo pensiero scientifico (ovvero quello concettuale astratto che usiamo tutti quotidianamente) a naufragare tra le antropofaghe Sirene dell’oceanico sub-umano, le quali stimolano le fantasie horror meccalgoritmiche del Trash-umanesimo (il transumanesimo-spazzatura dei rampanti Apprendisti Stregoni del world economic forum) figlio della noia, davvero “mortale” per la nostra futura Civiltà, di qualche paranoico riccone vittima del proprio Titanismo all’ennesima Potenza.
Titanismo di cui in misura decisamente inferiore, ma non per questo meno perniciosa per il sociale tridimensionale (economico, politico, culturale), soffrono tutti: anche i cosiddetti vessati dai poteri forti lobbistici, dall’autoritarismo statale in aumento progressivo nell’ultimo mezzo secolo a cavallo del terzo millennio, da forme culturali “zombiche” millenarie ormai vuote di contenuto evolutivo per l’Essere umano contemporaneo: quello della civiltà della macchina.
Questo Titanismo, in cui la consapevolezza razionale viene soggiogata dall'istinto inconsapevole di sé, è la vera pandemia che si è espressa in triplice forma emergenziale incontrollata nel business vaccinico, nel business bellico e nel business energetico negli ultimi 3 anni.
Si avvale di un pensiero scientifico concettuale astratto e superficiale che non entra mai dentro il fenomeno sociale (qualunque esso sia) e perciò non ne comprende il senso “interiore” (umano o sociale che sia): però ha la bulimica pretesa (come la Rana che vorrebbe mangiarsi il Toro di esopiana memoria) di essere capace di affrontarlo e risolverlo.
Con risultati nulli o, se si ha fortuna, anoressici che di solito rendono acuto o cronico il fenomeno sociale stesso: pensiamo al razzismo culturale, alla burocrazia statale, alle diseguaglianze economiche… solo per elencarne tre fra le migliaia di fallimenti storicamente elencabili e geograficamente rintracciabili sul Pianeta.
Come per l’Essere umano il suo rapporto con le malattie, il dolore e persino la morte ha il senso di farlo evolvere, così gli eventi antisociali, le miserie collettive e i dolori dei singoli individui hanno il senso di far evolvere la Società umana immettendo, entrambe le situazioni, nel vicolo cieco dell’Impotenza quel Titanismo che superficialmente vuole “costruire la civiltà della macchina” senza aver le competenze del Meccanico.
L’impotenza (di fronte alla malattia, al dolore e anche alla morte) è lo strumento attraverso quale l’Essere umano (donna o uomo che sia) si trova di fronte alla scelta tra esercitare il Titanismo superficiale pensante quotidiano, che nulla risolve pur pretendendo di farlo, oppure facendo appello alla propria capacità di libertà accettando l’evento, lasciandolo andare per il mondo, osservando quanto potenziale di cambiamento in meglio produce la sua venuta sia interiormente che esteriormente.
Alessandro Baricco, intervistato a Che tempo che fa, in merito ha le idee chiare. Sollecitato da Fabio Fazio che lo vedeva “sereno e felice” anche in presenza di una difficile malattia, Baricco ha risposto: “Dopo aver perseguito tutto ciò che ho voluto, anche trascurando me stesso, ho imparato che tutto ciò che accade di gioioso o di brutto va lasciato essere, va lasciato andare per la sua strada”.
Così è anche per eventi terrificanti e vergognosi quali ad esempio la Guerra in Palestina: dove l’evidente Titanismo esercitato da entrambi i contendenti sta peggiorando la situazione già cronica. Questo evento è già visto - sia da chi la vuole provocare consapevolmente (il solito Paese noto, anzi anche NATO), sia da chi invoca la Pace ma non è in cabina di regia - come il primo passo per allargare un conflitto (che al momento era limitato all’Europa) fino all’Estremoriente cinese.
Vedremo se i protagonisti, Palestinesi e Israeliani, troveranno la scelta libera interiore di “lasciare andare” o insisteranno nel Titanismo esteriore che "violentemente" – un assurdo logico – vuole la Pace, eliminando l’apparente causa esterna (l’avversario) e ignorando la reale causa interna che, in altre forme, in altri momenti tornerà a ripresentarsi: così come ha fatto, di tempo in tempo, da oltre 70 anni a questa parte.
Più che inutili dichiarazioni sui media e sui social varrebbe la pena meditare e pregare perché la “necessità titanica antisociale istintiva” possa trasformarsi in “libera azione sociale consapevole”.
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