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Vaccini sì, vaccini no? Un'opinione "mattarella"

La politica nella lotta violenta tra dimensione economica e culturale


07/11/2016

di Andrea di Furia

Per comprendere l’antitesi feroce e inconciliabile che si va profilando tra chi è favorevole a somministrare i vaccini “una volta al giorno, perché toglie la malattia di torno” e chi invece li vede come “un’attentato alla salute dell’uomo” non servono opinioni [vaccini sì, vaccini no]. Serve la conoscenza della strutturazione dimensionale "a 1D" del nostro Sistema sociale.

Oltre al proliferare delle menzogne e delle verità capovolte, una caratteristica che esprime con forza questa malsana strutturazione del sistema sociale “a 1Dimensione prevalente sulle altre due” – ieri quella politica dello Stato, oggi sempre più quella economica del Mercato – è l’eccesso di violenza: violenza ricattatoria.

Violenza che si esprime inavvertita e incontrollata contro le Persone, le Comunità e i Territori non solo nello strapotere finanziario delle Banche (che ci vede semplicemente come schiavi e merce da sfruttare fino alla morte), ma anche nella prevaricazione dello Stato (che ci vede semplicemente come  sudditi ottusi e incapaci da amministrare anno dopo anno) e persino in quel moderno mostro bifronte a livello culturale della Scuola atea/confessionale (che ci vede semplicemente come esserini istintivi poco sopra il grado animale da allevare paternalisticamente).

Sussistendo poi questa correlazione di base - strutturazione "a 1D" del sistema attuale e violenza ricattatoria nel suo dna sociale, paradossalmente inosservata dal pensiero sociale moderno - è facilissimo, come diceva mia Nonna, farla fuori dal vaso.

E che questo incidente sia accaduto alla massima carica dello Stato italiano, al Presidente Mattarella, quando ha espresso la sua (?) opinione sulla problematica dei vaccini è solo un’ulteriore conferma di questa regola aurea. Ascoltiamola.

Sergio Mattarella: «Occorre contrastare con decisione gravi involuzioni, come accade, ad esempio, quando vengono messe in discussione, sulla base di sconsiderate affermazioni, prive di fondamento, vaccinazioni essenziali per estirpare malattie pericolose e per evitare il ritorno di altre, debellate negli anni passati».

Rispetto alle “affermazioni sconsiderate, prive di fondamento” che contestano la romantica definizione data dall’Avvocato Mattarella di “vaccinazioni essenziali per estirpare malattie pericolose e per evitare il ritorno di altre”, il ricercatore Stefano Montanari - la cui posizione scientifica super partes è cristallina, se vi andate a leggere direttamente come la pensa - a proposito dell’infelice uscita commenta sul suo blog che: “...sono, invece, del tutto legittime e sostenute da prove inoppugnabili e, di fatto, mai smentite”.

 


E quali sono queste prove inoppugnabili? Ad esempio che i vaccini da lui esaminati sono sporcati da metalli pesanti cancerogeni e in vario modo letali per la salute umana. Sempre dal suo blog, sono: “...pieni d'inquinanti che abbiamo regolarmente fotografato e analizzato chimicamente, possono solo regalare effetti collaterali. Se si trattasse di innocua soluzione salina, sarebbe un bene per tutti. Magari anche per i produttori”.

E che ci dice sugli effetti reali riscontrati dalla ricerca su vaccini per i quali i Governi di tutto il mondo spendono vagonate di miliardi di dollari l’anno con la lodevole motivazione della tutela della nostra salute?

Stefano Montanari: “Sarebbe sufficiente consultare i dati degli Enti americano e inglese di statistica per constatare l’effetto reale dei vaccini negli ultimi 115 anni: zero. Ad ammalarsi sono tanto i vaccinati quanto i non vaccinati, e questo è un fatto. Anzi, per diverse malattie il vaccinato diventa portatore sano e, quindi, veicolo d’infezione. Poliomielite in testa”.

Secondo voi, le osservazioni oggettive degli Enti di Statistica americani e inglesi, se conosciute davvero, sarebbero state ritenute “affermazioni sconsiderate” dall’Avv. Mattarella?

Certamente no. E tuttavia furbescamente - ed è inevitabile che ciò accada in un sistema sociale strutturato "a 1D prevalente sulle altre due" come il nostro attuale - chi lo ha imbeccato non ha ritento opportuno informarlo in merito.

Così è possibile che una persona stimata e accorta, e certamente di ìndole soccorrevole nei confronti dei suoi amministrati, inciampi in una buccia di banana come un qualsiasi “complottista web senza se e senza ma" a favore dei vaccini prodotti dalle Multinazionali del farmaco quotate in Borsa.

Ecco allora che per affrontare oggettivamente questa problematica viene in soccorso la visione strutturale sana e tridimensionale (a 3D) del sistema sociale, che ci aiuta a prescindere dal ruolo ufficiale di chi parla.

Da una parte infatti, spogliato della carica formale e del ruolo istituzionale - su cui non c’è nulla da dire tanto è a modo - l’Avvocato Mattarella è un politico come tutti gli altri politici: pregi e difetti.

Dall’altra come si è visto, ma come tutti peraltro, non sa una benedetta fava sui vaccini: come li fanno? è un segreto commerciale così iperprotetto che in alcuni casi sono autorizzati dalla legge senza nessuna sperimentazione; cosa ci mettono dentro? servono strumenti costosissimi di analisi nonché conoscenze da scienziati per esaminare gli ingredienti fino alle nanoparticelle; sono tutti effettivi vaccini o ci sono partite placebo? nessuno può escludere a priori che un certo cinismo commerciale possa far capolino dietro un busisness così colossale; servono davvero? chi può dirlo senza dati epidemiologici affidabili sugli effetti reali dei vaccini sia per quanto riguarda le reazioni avverse sia per quanto riguarda la loro reale attività; ha senso la vaccinazione praticata su soggetti che non possono beneficiarne per età (es. i neonati o i vecchi) o perché già immuni o per particolari condizioni immunologiche? Lascio a chi legge la risposta a quest'ultima domanda.

Tuttavia l'endorsement vaccinico di Sergio Mattarella, a causa del ruolo ufficiale, alimenta inevitabilmente l'inosservato circuito di violenza strutturale del sistema sociale "a 1D prevalente sulle altre due". Violenza che i Politici esercitano “con decisione” [sono le parole usate dal Presidente della Repubblica] legiferando.

Oggi, purtroppo, sempre più spesso i Politici legiferano in base a quanto dicono i Lobbisti, gli agenti del Mercato: un cancro sociale non riconosciuto come tale. Anzi a tal punto imposto e accettato da essersi incarnato in Europa nella Commissione europea, l’improprio motore giuridico-politico della UE.

Il Politico di fatto è un mediatore, incarnando la funzione mediatrice che la dimensione politico-giuridico-statale esercita nei confronti di quella economica e quella culturale.

Salvo eccezioni che confermano la regola, un Politico appoggia un’idea in due casi: quando ha bisogno di procacciarsi soldi (per i progetti in cui crede, per il Partito, per lo Stato) e quando ha bisogno di procacciarsi voti (nei referendum, nelle elezioni).

Nel primo caso è passivamente solerte nell’assoggettarsi al volere dei Lobbisti, del Mercato, delle Banche e ne diventa un semplice megafono; nel secondo caso è attivamente propositivo di slogan sui social, astute manipolazioni, minacce di catastrofi per accattivarsi il gradimento delle masse elettorali.

 


Per essere chiari in merito, in quanto “uomo politico” l’Avv. Mattarella è solo un mediatore tra due dimensioni sociali che si scontrano sul tema dei vaccini. E in base al ruolo ufficiale che riveste, la motivazione del suo esternare non può che essere il bene dello Stato.

Siamo d’accordo. Ma strutturalmente? Dal punto di vista strutturale sociale "a 1D" di quale Stato stiamo parlando? Di quello mediatore a favore del Mercato-economia? O di quello mediatore a favore della Scuola-cultura?

Perché la questione inconciliabile “vaccini sì o vaccini nò”, dal punto di vista strutturale sociale è solo l’espressione della lotta tra la dimensione economica e quella culturale... per il predominio su questo tema.

Per la dimensione economica il vaccino è la stessa cosa della saponetta per lavarsi le mani: una banale merce che può far fare utili strepitosi. E assai comodamente se si ha anche l’appoggio del potere politico, che oggi è costretto a vedere con idolatrico favore tutto quello che fa aumentare il PIL.

Per la dimensione culturale, invece, il problema che si pone è in ultima analisi la sopravvivenza della libertà di scegliere la cura, e non per obbligo di legge.

Il paradosso che si rivela immediatamente al punto di vista culturale è che, senza sapere nulla dei vaccini e della loro efficacia reale, li si devono prendere a tutti i costi (effetti collaterali nocivi compresi) perché "ipoteticamente" potrebbe accadere il fattaccio della contaminazione epidemica da cui il vaccino dovrebbe difendere.

È la stessa logica perversa di chi condizionato dalle statistiche e temendo il cancro al seno si mutila per prevenire la malattia… che potrebbe anche mai presentarsi nel suo caso specifico.

È come se dovessimo prendere un biglietto per il Teatro tutti gli anni perché potrebbe darsi il caso di andarci una volta o l’altra, anche se poi non ci andiamo mai. Ha senso? No, prendo il biglietto del Teatro solo quando voglio andarci.

Solo in un mondo culturalmente perverso, che ritiene malvagio non andare a Teatro, sarei giustificato a pensarla nell’altro modo: ovvero compro il biglietto tutti gli anni, anche se non ci vado mai, per dimostrarmi buono e non malvagio.

Per i produttori dei vaccini, se vogliono giustificare un business che altrimenti sarebbe discontinuo e molto meno redditizio, c’è la necessità di pensare e far pensare che è malvagio/stupido/socialmente negativo ad esempio non vaccinarsi tutti gli anni contro l’influenza.

Proiettato questo pensiero dei produttori dei vaccini in chi si dovrebbe vaccinare a manetta e non lo fa, risulta che ognuno di noi, inspiegabilmente, vuole ammalarsi e non vuole curarsi. Ognuno di noi, per i produttori, anèla alla malattia e per questo motivo è restio a vaccinarsi. Servono pertanto leggi che obblighino a vaccinarsi tutti indiscriminatamente se vogliamo che restino in salute.

Per questo, oltre alla pubblicità preventiva (la solita minaccia di un’epidemia stagionale per 5 milioni di persone), ecco che l’aiuto del Politico, informato o meno che sia (meglio meno) è essenziale: specie se si crea quel polverone polemico sui media che attiva la pruderie legislativa dei Politici, e può portare fino all’imposizione per legge della vaccinazione obbligatoria.

E dal punto di vista strutturale sociale è indifferente se per il Politico questo vuol dire soldi, vuol dire voti, vuol dire la poltrona: legiferare è giustificare la necessità del proprio ruolo. E per questo il Politico è disposto a sostenere tutto e il contrario di tutto. Un po’ come quei lavoratori socialmente utili che appiccano fuoco ai boschi per giustificare il proprio ruolo di coadiutori del Corpo forestale.

In conclusione, questa mancanza di conoscenza approfondita sul tema di cui si parla e questa mancanza di collaborazione con ricercatori competenti e super partes come il Dr. Montanari caratterizzano ulteriormente (in tutte e tre le dimensioni sociali) il malessere di un Sistema strutturato "a 1D" prevalente sulle altre due. E il Presidente Mattarella ci ha dato la possibilità di rilevare l’oggettiva violenza strutturale del sistema "a 1D prevalente sulle altre due": oggi quella economica del business.

Violenza strutturale, dicevamo, di cui lo scienziato Sergio Montanari ci dà riscontro quando oggettivamente rileva: "Il comportamento minaccioso e/o ricattatorio delle Istituzioni non solo verso chi non vuole vaccinare i figli, ma anche verso chi pretende informazioni veritiere".

Ecco qui riconfermata l'antipatia che il sistema sociale strutturato "a 1D"  ha verso la verità che per mille motivi - oggi perché ce lo chiede il Mercato - non vuole tra i piedi; e la simpatia che ha per la violenza ricattatoria verso le Persone, le Comunità e i Territori.

Violenza che può innescarsi legislativamente a favore di un business assolutamente opaco e non trasparente come quello dei vaccini, a sèguito di un'autorevole opinione: resa però tale non dalla trasparente conoscenza del tema, ma soltanto dal ruolo rivestito.

Un'opinione, pertanto, davvero... “mattarella”.

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