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I modelli matematici? Sfatiamo l'idolatria scientifica


06/05/2020

di Andrea di Furia

Anche quel pasticciaccio brutto delle misure del Governo italiano (ma non solo) – che ovviamente non pagheranno dazio, non illudiamoci – aiuta a capire alcune cose basilari: che non sono di contorno, ma essenziali. La prima è che abbiamo sostituito la fede nella Religione con la fede nella Scienza. Il che astrattamente a molti sembra un bene, ma in concreto non lo è. Come sempre “l’essenziale è invisibile agli occhi”, sta dietro il fatto: il problema non stava ieri nel “fatto” Religione, né sta oggi nel “fatto” Scienza… bensì sta nel tipo di pensiero che interpretava ieri la Religione e oggi interpreta la Scienza.

Pensiamo all’interpretazione data nel Medioevo europeo dal pensiero religioso del Cattolicesimo romano rispetto al Cristianesimo - che è eminentemente l’impulso spirituale al “porgi l’altra guancia” e non per coglioneria, come molti credono, ma per alta conoscenza di come va evolvendosi concretamente il mondo – e troviamo giustificati, ad esempio, i roghi agli eretici e non solo.

Oggi la stessa cosa accade per il pensiero scientifico che interpreta la Scienza… come se fosse una Religione! Basta guardare la devozione idolatrica di un Conte, di uno Speranza, di un Zingaretti e di tanti altri, anche all’Opposizione, quando parlano del comitato di Scienziati sulle cui dogmatiche formulazioni statistico-mantriche poggiano le misure prese – peraltro largamente fuori tempo massimo, cosa elegantemente sottaciuta e glissata – per articolare la difesa della salute di tutti gli Italiani contro l’attacco del subdolissimo Covid-19.

Misure che illegalmente tolgono la libertà alle persone costringendole ai domiciliari, e tolgono il diritto al lavoro altrettanto garantito dalla Costituzione italiana. E il fatto che il Presidente della Repubblica, fine giurista, si sia adeguato alla teologia della mascherina rivela che ragioni ben al di sopra della Carta costituzionale posizionano l’Italia quale area privilegiata per sperimentazioni av anzate di controllo sociale attraverso misure chiaramente illogiche, oppressive al limite della crudeltà mentale e perduranti oltre la reale necessità.

Ora, queste misure sono state vivamente consigliate da dati matematico-statistici suffraganti il scientifico pensiero che sta loro dietro. Purtroppo l’illusione che questi dati siano Vangelo è difficile da togliere a chi idolatra una Scienza mutuata dall’approccio matematico-statistico e che si avvale di “modelli matematici ipotetici predittivi” su cui oggi viene spostato fideisticamente il carattere divino dell’onniscienza.

E’ giustificato questo carattere divino? No, c’è da temerlo! Infatti già di per sé è probabilistico (ma viene dato per certo!) e soprattutto va ribadito che in migliaia di volte questi modelli divinamente predittivi hanno toppato di brutto. Qualcuno ha dimenticato, travolto dall’orgia retorica dei dictat governativi, quei furbissimi modelli matematici che hanno giustificato l’azzardo catastrofico dei Subprime?

La realtà ogni volta ci dice che i modelli matematici, in economia come nelle altre scienze sociali, comportano il rischio di generare false sicurezze perché l’interpretazione del dato fornito è l’anello debole: lasciando spazio a semplicismo, idee assurde ivi contenute e interessi nascosti di chi, al potere, commissiona questi modelli per garantirsi libertà di manovra.

Prendiamo allora anche il modello scientifico con cui il Governo si sta martellando masochisticamente gli zebedei sociali rischiando un negativo all in tridimensionale: la catastrofe logistico sanitaria (Case di riposo), la catastrofe politica (prossimo voto elettorale), la catastrofe economica (il costo dei domiciliari illegittimi con l'aggravante dell'interruzione parimenti anticostituzionale del diritto al lavoro).

Modello scientifico-sociale che però sadicamente attenta ai nostri zebedei in quanto amministrati, e con cui si giustifica il perdurare di una situazione così illiberale sul piano culturale, dittatoriale su quello politico e distruttiva su quello economico che dovrebbe fare paura invece di suscitare coretti oppiacei dai balconi e dai social.


Cosa dice il modello matematico che giustifica il protrarsi delle misure eccezionali del Governo? Ipotizza il terrore! Se diamo via al “libera tutti” sarebbe un guaio di proporzioni apocalittiche: 151.000 in terapia intensiva. Una ipotesi logistica, ma illogica! Intanto potrebbe accadere, ma anche no.

E se non accade chi paga l’illegalità anticostituzionale di aver negato sia la libertà personale costringendoci agli arresti domiciliari, sia il diritto al lavoro a milioni di italiani? Chi restituirà a negozi, ristoratori, bar e artigiani le decine di Miliardi di euro in più che Amazon/i vari Supermercati hanno con successo raggranellato togliendoli a loro? grazie alle misure decise su dati opachi presi dal Governo italiano che giura sull’infallibilità di un modello matematico che si è commissionato ad hoc? Senza neppure prendere in considerazione le decine di voci autorevoli contrarie?

Quanto poi questo modello predittivo matematico sia “realistico” dipende infatti dai dati su cui è costruito.

Un poco come se dovendo decidere di costruire su di un appezzamento di terreno avessi due possibilità, e scegliessi quella più costosa. Diciamo che rispetto al modello matematico che privilegia il costruire una bifamiliare a un solo piano, preferisco dare risalto solo al modello di un lotto di grattaceli di 100 piani perché ci guadagno di più… se ho il potere di farlo progettare e di imporlo. E il Governo si è arrogato entrambi questi poteri, come vediamo.

Ma qui non c’è nulla da guadagnare, direbbe il solito benpensante. Invece c’è moltissimo da guadagnare: ad esempio il “no! a liberi tutti”. Primo mattone per tre obiettivi molto concreti: a livello culturale-scientifico (sperimentazione epidemiologica sulle Persone), a livello politico-statale (verifica su quanto dei diritti acquisiti dalla Comunità nazionale si possano “limare” senza pagar dazio) e a livello economico-borsistico (il solito vaccino dei miracoli con bacino di utenza planetario su cui anche l’Europa, così taccagna, si è subito attivata a suon di euro quasi concorresse a Thelethon). Obiettivi che evidentemente determinati interessi concorrono a voler raggiungere indipendentemente dalle vite umane messe in gioco e dai disagi causati a Persone, Comunità e Territori.

Obiettivi giustificati da un pensiero scientifico incapace di applicarsi al sociale sano: che invece è rispettoso delle Persone, delle Comunità, dei Territori.

Orientamento sociale che sia l’attuale sistema antisociale, sia il coerente pensiero scientifico degli Esperti che supportano il Governo…  non ha e non può avere per cause oggettive strutturali.

Al di là dell’evidente taroccamento di dati epidemiologici che tante autorevoli voci fuori dal coro hanno subito segnalato – dati la cui opacità si giustifica solo se forniti per scopi diversi da quello apparente di informare, scopi tutti che prendono la salute degli Italiani come opportuna occasione da non perdere - qui mi preme far notare che i modelli matematico-statistici degli Scienziati sono costruiti su di un’ipotesi che al massimo serve a fare chiarezza, quindi solo plausibile e mai certa. Non reale, ma solo verificabile a posteriori dalla realtà dei fatti.

Un poco come avviene a Masterchef: Il Governo-giudice commissiona il modello-ricetta-sociale ipotetico e gli esperti in gara danno il risultato finale matematico-statistico che, alla prova degustativa della realtà, risulta rarissimamente eccellente e spessissimo scadente e pieno di difetti: di forma e sostanza!

La norma è considerarli come luminose bolle di sapone matematico destinate a scoppiare abbastanza presto. Quindi meglio non fidarsi: perché questi modelli matematico-statistici sono largamente disattesi dalla realtà. Non dobbiamo essere appecoronati al loro dictat ipotetico. Bisogna pensarli criticamente con la testa e socialmente con il cuore, non con l’istintiva idolatrica fede "de panza" per il pensiero scientifico, che li costruisce al fine di asseverare una propria ipotesi plausibile!

A riprova di quanto affermato sullo scarso realismo dei modelli matematici, riporto il parere di un premio Nobel per l’Economia intervistato su Robinson del 1° maggio da Gianfranco Carofiglio. Parere utile a capire il doppio pericolo di un modello matematico: sia quello di dare risultati, in toto o in parte, non interessanti per il committente (modello neoliberale), sia quello di dare risultati esattamente contrari (modello Dsge) alla risposta della realtà dei fatti.


Joseph Stiglitz: «La matematica è un linguaggio che ci permette di vedere relazioni complesse – o a volte relazioni semplici ma estremamente sottili – con una chiarezza che altrimenti non avremmo. I buoni modelli matematici tengono conto dell’incertezza. I problemi non dipendono dalla matematica, ma da chi la usa in modo sbagliato. Pensi al modello neoliberale – piuttosto semplicistico – o anche ad altri modelli più sofisticati come il Dsge (dynamic stochastic general equilibrium), usati da molti economisti e da alcune Banche centrali. La questione non consiste nella loro formulazione matematica, ma nelle ipotesi assurde che essi includono. E nel fatto che alcuni decisori politici prendono questi modelli più seriamente di quanto non meritino. Come ho detto, la matematica ci serve a esplorare questioni di cui altrimenti potremmo non accorgerci. L’individuazione di tali questioni ci aiuta a valutare il realismo e il grado di validità del modello. Lo schema neoclassico previde, per esempio, che gli scambi tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo avrebbero ridotto le retribuzioni dei lavoratori non specializzati nelle nazioni sviluppate. Era un avvertimento di cui avremmo dovuto tenere conto. D’altro canto il modello Dsge affermava che non potevano verificarsi bolle finanziarie, ma chiunque avesse letto i libri di storia sapeva che bolle finanziarie ve n’erano state, eccome! Insomma, il modello aveva implicazioni che erano evidentemente sbagliate e questo avrebbe dovuto costituire un monito a non prenderlo seriamente».

Messa da parte l’evidente azione di stalking governativo su di noi - e volendo cogliere noi amministrati l’opportunità di cambiare un mondo che dal punto di vista strutturale sociale è un completo fallimento essendo anticulturale, antipolitico e antieconomico nei risultati fin qui prodotti – dovremmo afferrare davvero quell’elemento di discontinuità che è realmente “cambiare modo di pensare il sociale”: e non, banalmente, la coalizione di Governo!

Questa discontinuità è fattibile nel breve periodo solo se mirata alla “forma del sistema sociale”, mentre purtroppo ancora la si cercherà solo nel lunghissimo periodo per cecità da pensiero scientifico applicato al sociale, che guarda solo alla “sostanza sociale” credendo di essere pratico.

Nel lunghissimo periodo infatti la cerca chi non riesce a pensare il sociale in modo diverso da chi ci ha guidato fin qui nelle tre dimensioni: Istituzioni non più adeguate al 3° millennio (Scuola, Stato, Mercato) e pensatori (Professori, Politici, Economisti) che nel sociale hanno fallito… paradossalmente a causa della propria intelligenza scientifica “antisociale”. Però così non avanza il nuovo da tutti anelato ma solo il vecchio, utile a pochissimi, ripresentato con un piccolo ritocchino per sembrare nuovo.

Invece nel breve periodo (anche oggi stesso, infatti) in Italia possiamo attivare quella discontinuità concreta se ci applichiamo come priorità assoluta a sostituire l’attuale strutturazione antisociale del sistema con una strutturazione diversa e nuova.

Di questa sostituzione strutturale [dalle tre forme unilaterali malsane di Società solida culturale, Società liquida politica, Società gassosa economica alla forma equilibrata e sana della Società calorica tridimensionale] ne ho parlato da più punti di vista.

Detto con un’immagine sintesi molto più chiara e concreta di migliaia di modelli matematici: si tratta di passare da un sistema (l’attuale) che nel cassonetto unico Stato fa la “raccolta indifferenziata” del sociale culturale-politico-economico ad un sistema sociale (diverso e nuovo) che fa la “raccolta differenziata” del sociale culturale-politico-economico nei tre cassonetti funzionali e qualitativi dedicati: Scuola, Stato, Mercato. Ne abbiamo trattato in vario modo anche in questa rubrica.

E’ questa immagine sintesi della “raccolta differenziata” del sociale tridimensionale nei 3 appositi cassonetti sociali (non più in uno solo!) che dovrebbe essere alla base di qualsiasi modello matematico predittivo se vogliamo ancora, evolutivamente, avere un futuro.

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