La presunta ‘socialità del sistema’ viene autodisintegrata dalla sua stessa struttura
13/04/2025
di Andrea di Furia
Viviamo in una epoca conflittuale desiderando la pace. Un ideale meraviglioso che tuttavia viene ripetutamente deluso dalla realtà storica. Nonostante tutte le riprove (centinaia negli ultimi 100 anni), continuiamo ad illuderci di vivere in un ‘sistema’ che definiamo erroneamente ‘sociale’.
Già la parolina ‘sistema’ dovrebbe attirare la nostra attenzione cosciente: un sistema è sostanzialmente un ‘meccanismo inerte’ (ideologico, finanziario, religioso, elettronico, informatico, artificialmente intelligente), mentre la vita sociale richiede un ‘organismo vivente’.
Il sistema inerte porta antisocialità conflittuale, è incapace di adeguarsi ai mutati tempi sociali (economici, politici, culturali): sostanzialmente (e lo dimostra nel tempo anche attuale) è disumano e richiede, per sussistere comunque e ovunque, un clima ‘antisociale’ di guerra permanente: contro il terrorismo, per fare un unico esempio, perché un ‘nemico’ ci deve essere per forza.
Se il nemico c’è si tenta di annientarlo (ieri gli Indiani in America, oggi in Palestina vediamo chi annienta chi) e se non c’è lo si inventa (vedi guerra in Ucraina e suoi precedenti in giro per il mondo: Sud america, Medio-oriente, Oriente, Balcani europei).
Se eliminiamo, per il momento, tutte le persone che si sono succedute nel tempo… una cosa sola resta identica a sé: non cambia mai la struttura del sistema sociale in chi (ad esempio gli USA, per non fare nomi) si inventa di volta in volta il nemico di turno da annientare.
Cosa determina la struttura sistemica del meccanismo antisociale americano? La relazione strutturale antisociale che in tale Confederazione di Stati si è attivata (e permane da più di un secolo) tra le 3 dimensioni sociali: Cultura, Politica, Economia.
Relazione che vede la dimensione Economia (Speculazione borsistica, Finanza, Commercio nell’ordine) predominare sulle altre due dimensioni: dunque tale relazione ha prodotto un ‘meccanismo antisociale’ in cui i gruppi dominanti il Mercato - veri e propri ‘sacerdoti del neoliberismo imperante’ - hanno reso loro ‘dipendenti’ (quando non schiavi) i gruppi dominanti lo Stato e la Scuola.
Quando la relazione tra le 3 dimensioni sociali produce un ‘sistema’ come quello USA a struttura UNIdimensionale economico-religiosa [il neoliberismo è una religione materialistica] è poi inevitabile che vada a confliggere con altre strutture UNIdimensionali con diversa prevalenza religiosa-dimensionale: ad esempio l’IRAN (prevalenza culturale-religiosa) o la RUSSIA (prevalenza politico-religiosa).
Conflittualità che anche all’interno della stessa UNIdimensionalità a prevalenza economica gli USA hanno con altri Paesi: i quali, invece dell’elemento economico-religioso a base universtaria, hanno come faro orientatore l’elemento ideologico-economico a base statale (la CINA) o l’elemento utilitaristico-economico (Unione Europea) a base mercantile.
La ragione dell’attuale conflittualità degli USA con tutti (e in questo àmbito, stranamente, gli USA non sono per nulla razzisti, non fanno distinzioni) fatto salvo l’utile idiota del momento - ruolo che l’Europa post-Prima guerra mondiale ha superbamente svolto fino ad ora, restando con una mano davanti ed una di dietro dopo l’abbandono di TRUMP – la conflittualità perenne nasce dalla sua struttura UNIdimensionale... ‘per autogenesi’, ‘per DNA strutturale’.
E la risposta degli altri Paesi sul pianeta - altrettanto conflittuale ‘per autogenesi’, ‘per DNA strutturale’ - nasce parimenti dalla loro identica UNIdimensionalità antisociale, solo ‘qualitativamente e dimensionalmente diversa’.
Non può, logicamente, esserci ‘socialità’, quindi pace, in un ‘sistema’ dove una dimensione sociale prevale sulle altre due e le fagocita, le parassita: se la vogliamo, dobbiamo rendere sinergiche (non conflittuali) le 3 dimensioni sociali: vale a dire, passare dall’UNIdimensionalità strutturale parassitaria e antisociale alla TRIdimensionalità strutturale sinergica e sociale.
Si può fare adesso, ora? Sì!
Basta che ognuna delle 3 dimensioni operi in base alla sua specifica funzione: che l’Economia si occupi solo del Territorio in cui far circolare beni e servizi; che la Politica si occupi solo della coesione delle Comunità nazionali/locali; che la Cultura si occupi solo di sviluppare le attitudini e le qualità di ogni singola Persona.
Qui si può comprendere come il vecchio modo di pensare il sociale vada abbandonato.
Cosa si pensava e si pensa tutt’ora? Che un’Autorità esterna (la Chiesa, lo Stato, il Mercato) determini il comportamento di tutti e per tutto. E questo pensiero sociale malsano ci ha portato sull’orlo di una Terza guerra mondiale, dopo averci fatto già godere la Seconda e la Prima.
La solita conflittualità perenne è il risultato inevitabile di questo malsano pensare antisociale. Occorre rovesciare questo ‘malpensiero’ antisociale. CHI, infatti, deve provvedere (come autorità dimensionale ‘interna’) al Territorio economico?
Nei vari settori economici quel CHI non dev'essere un’Autorità esterna astratta e intangibile – come lo Stato, la Chiesa, il Mercato- bensì le ‘tangibili’ Associazioni economiche (di Produttori, Distributori/Negozianti, Consumatori operanti in quello specifico settore) ovvero i 3 concreti protagonisti di quelle economie: coloro che materialmente le fanno, uniti nella stessa associazione economica (non separati come ora).

Ad esempio, solo l’Associazione economica che annovera tutti insieme tra i suoi membri i Contadini che producono grano, i Distributori/Negozianti e i Consumatori relativi, solo una simile Associazione economica (comprensiva di tutti e tre i protagonisti dell'economia) può riportare il prezzo della produzione di grano per i Contadini da negativo a positivo… nell’ottica win, win, win: vinciamo tutti, non soffre nessuno.
Il solito pensiero attuale, invece, non ci riesce da decenni: e i Produttori, i Contadini, debbono ricevere sostegni statali sempre più insufficienti.
E sono le Comunità che debbono gestire la Politica, non i Partiti/lo Stato/Regione/Comune che in un sistema TRIdimensionale sinergico sociale e sano tornano ad essere meri esecutori della volontà delle varie Comunità viventi all’interno dei confini statali.
Così pure è chi fa la Scuola (dall’Asilo all’Università e oltre) che deve occuparsi dell’educazione/formazione delle singole Persone... non lo Stato e neppure il Mercato!
Un’immagine-sintesi che ci può aiutare a comprendere meglio, è visualizzare l’attuale struttura UNIdimensionale del sistema antisociale attuale identico al cassonetto unico per la raccolta indifferenziata dei rifiuti urbani.
Come per i rifiuti urbani la soluzione è stata la loro raccolta differenziata -la plastica nel cassonetto specifico per la plastica; la carta nel cassonetto specifico per la carta, l’umido nel cassonetto specifico per l’umido – così la soluzione per i rifiuti sociali tridimensionali (economici, politici, culturali) è la loro raccolta differenziata: quelli economici vanno nel cassonetto Mercato (gestiti solo dalle Associazioni economiche sopradescritte); quelli politici vanno nel cassonetto Stato (gestiti solo dalle varie Comunità locali/nazionale); quelli culturali vanno nel cassonetto specifico Scuola (gestiti solo da chi la Scuola la fa davvero, non da chi la ideologizza o la mercifica).
Occorre svegliarsi al sociale pacifico 'concreto', non sognarlo illusi dalla propaganda del Gatto o della Volpe di turno. Né basta agitarsi in piazza: rafforza solo la presa delle Autorità esterne (oggi addirittura esterne alle Comunità locali/nazionale) su tutti noi.
Dobbiamo andare all’origine causale della conflittualità perenne antisociale: che è la struttura UNIdimensionale parassitaria (quando 1 delle 3 dimensioni domina le altre due) antisociale del sistema.
Se ben guardiamo, tutti i 200 Stati sovrani planetari hanno questa struttura antisociale di sistema: che reprime le Persone, opprime le Comunità, rende schiavo il Genere umano.
Ora questa struttura deve diventare TRIdimensionale sinergica, ossia praticare la raccolta differenziata del sociale economico, politico, culturale in tre cassonetti specificamente dedicati… mai più in uno solo.
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