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Conflitto e informazione


29/10/2023

di Andrea di Furia

L’inevitabile conseguenza della struttura UNIdimensionale di sistema è il conflitto. Per struttura UNIdimensionale intendiamo una relazione tra le 3 dimensioni sociali Economia, Politica e Cultura che non è sinergica (come dovrebbe essere, per trarne i maggiori vantaggi sociali dal punto di vista della Società umana italiana, e anche europea e mondiale) bensì è una relazione dimensionale parassitaria.

Vale a dire che 1 delle tre dimensioni sociali fagocita le altre 2 e ne vampirizza le migliori energie per i propri specifici scopi: quando predomina parassitariamente la dimensione Culturale, siamo in presenza di una Società umana solida come quella Afghana; quando predomina parassitariamente la dimensione Politica, siamo in presenza di una Società umana liquida come quella russa; quando predomina parassitariamente la dimensione Economica, siamo in presenza di una Società umana gassosa come quella americana.

Società umana (che è il termine corretto per l’organismo sociale in cui viviamo, ma che abbiamo sostituito con il termine errato di sistema sociale: che ci aliena in un meccanismo sociale inerte) non è Umanità: già questa distinzione ci aiuta a capire meglio come dovremmo posizionarci di fronte ai vari conflitti che ci stanno sempre più attorniando sul Pianeta. Assurdi, dal punto di vista dell’Umanità.

Ma andiamo per ordine: in tutte e 3 le struttura parassitarie (solida, liquida, gassosa) le 2 dimensioni soggiogate e vampirizzate vedono benissimo come la posizione di dimensione dominante sia quella preferibile all’attuale schiavitù e perciò è inevitabile suscitino un conflitto con le Elite e le masse di volta in volta dominanti: per conquistare a loro volta il predominio dimensionale.

Da questo punto di vista il conflitto è “inizialmente benefico” [ma solo inizialmente, come osserveremo] perché si pone il compito, cosciente o inconsapevole che sia, di eliminare un’unilateralità antisociale dannosa per qualunque Società umana sul Pianeta: il dominio unilaterale di una dimensione sociale rispetto alle altre due.

Il problema sorge, sempre fino ad ora, allorquando una delle 2 dimensioni parassitate, la vincitrice del conflitto, diventa dominante e, a sua volta, parassita antisocialmente le altre due.

Vediamo compiersi storicamente questo ripetuto processo di semplice sostituzione parassitaria UNIdimensionale antisociale (non di risanamento sociale sinergico TRIdimensionale) alla fine del Medio-evo e all’inizio del Rinascimento: quando l’allora dimensione dominante solida culturale (Il Papato cattolico romano) viene sostituita dalla dimensione liquida politica (l’Impero e poi gli Stati europei).

Qui il conflitto dimostra i suoi limiti: ha solo spostato l’antisocialità parassitaria dalla Cultura alla Politica.

E il processo si ripete quando - a partire dalla riscoperta dell’America e con più evidenza dall’industrializzazione dei primi telai meccanici nel XVIII secolo - la dimensione gassosa economica entra gradualmente in conflitto [solo “inizialmente” benefico] con la dimensione liquida politica parassitaria antisociale.

Al termine di questo conflitto – cosa perfettamente osservabile verso la fine del XX secolo – abbiamo visto compiersi ancora una volta questo processo di semplice sostituzione parassitaria antisociale (non di risanamento sociale sinergico): l'Economia è diventata predominante, il Mercato ha sostituito lo Stato.

Se osserviamo il ripetersi costante di questo conflitto strutturale sistemico, nella sua essenza basilare troviamo che “si vuole eliminare l’avversario, non dialogare con lui”, come magari si sostiene nelle chiacchiere riportate dai media/social.

E questo impulso strutturale originario distruttivo lo vediamo moltiplicarsi all’infinito nelle migliaia di conflitti “sostanziali” (culturali, politici, economici) che devastano l’Umanità planetaria: oltre 100.000 attivi al momento, tra guerre e attentati vari, secondo stime degli specialisti.

Ora passiamo all’informazione: esiste ancora una reale informazione veritiera? Salvo i rarissimi casi di equidistanza dai due belligeranti del momento possiamo serenamente dire di no.

Non solo le persone semplici si sono accorte della continua manipolazione dei media e sui social, ma anche gli specialisti che osservano come l’informazione sia ormai diventata misinformazione e disinformazione.

Esiste una linea sottile, ma importante, tra misinformazione e disinformazione. Mentre entrambe le parole si riferiscono a contenuti fuorvianti, la differenza risiede nell'intenzionalità dell'attore che la produce e la diffonde.

Per capirsi, la misinformazione è quando giriamo nel gruppo WhatsApp di famiglia una informazione non corretta che non abbiamo verificato. La disinformazione invece è quando mentiamo sapendo di mentire e diffondiamo informazioni false o non corrette con lo scopo di ingannare intenzionalmente per scopi politici, o economici, o culturali.

A misinformare e disinformare, a omettere, ritardare o taroccare informazioni, troviamo non solo Persone, ma anche Governi e mondo bancario-industriale: che si servono di questo comportamento immorale (Cultura), criminale (Politica), amorale (economia) per condizionarci ai loro fini.

Serve quindi evitare di partecipare alle logiche del tipo “o con noi o contro di noi” sia nella lettura delle notizie, sia nel loro trasferimento ad altri.

Evitare la misinformazione è la cosa più semplice: serve fare la fatica, volendo trasmetterla, di verificare l’informazione, altrimenti si diventa complici di comportamenti dannosi per sé e per gli altri.

Evitare la disinformazione è più difficile: perché per molti di noi corrisponde ad un sentire subconscio “di pancia”, conosciuto da chi disinforma, verso il quale tendiamo ad adeguarci nell'esaminare l'informazione per verificare se “è in linea con le nostre opinioni”.

Serve ad ognuno la capacità di discernere il vero dal falso, e questo possiamo fare se fin da bambini coltiviamo “il senso delle verità”: presente in ogni singola anima umana e che nel nostro rapportarci al sociale economico, politico, culturale corrisponde alla “presenza di spirito” di chi sa cosa fare di fronte a problemi e avversità.

Famiglia e Scuola devono insegnare “con l’esempio” (non a chiacchiere) che non si devono dire bugie, perché “Le bugie sono come i brustolini (i semi di zucca tostati) - diceva il nonno di un mio amico - una tira l’altra” e prima di rovinare gli altri per un vantaggio transitorio ed effimero, danneggiano colui che mente.

E la Società umana nel suo complesso? La Società umana deve diventare a struttura TRIdimensionale sinergica: l’abbiamo denominata Società umana calorica sinergica. In essa ogni dimensione sociale si occupa del suo (della sua funzione specifica) e rispetta la discrezionalità delle altre 2 nella loro funzione specifica.

Vale a dire che la Scuola si occupa di educare le Persone singole; lo Stato di rendere coesa la Comunità e il Mercato di prendersi cura del Territorio-ambiente.

In questa Società umana calorica sinergica si può finalmente fare la raccolta differenziata del sociale economico, politico, culturale: smaltendo ciò che si deve smaltire e riciclando ciò che ancora ha un uso adeguato ai nuovi tempi di inizio terzo millennio.

Questa struttura TRIdimensionale dell’organismo sociale la chiamiamo Sociertà umana calorica sinergica (per distinguerla dalle tre strutture parassitarie antisociali solida, liquida, gassosa) e, in essa, l’informazione può tornare ad essere calda e veritiera e non un freddo inganno interessato per condizionarci e imporci fini inconfessabili.

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