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Gli Ostaggi aziendali

Una merce di scambio per pareggiare le azioni sugli asset Finanziari russi in occidente


06/05/2024

di Mario Pinzi


Le 21 aziende prese in ostaggio dalla Russia per le sanzioni e i congelamenti degli asset finanziari effettuati dall’Occidente, dimostrano quanto è sbagliata la strategia della globalizzazione.
La cosa che sorprende maggiormente e vedere il nostro ministro degli Esteri, convocare l’ambasciatore russo in Italia Alexej Paramonov, per sollecitarlo a fare retromarcia sul provvedimento preso.
Come si può pretendere una risposta positiva se noi non liberiamo i loro asset finanziari e non ritiriamo le sanzioni?
A parte questo comportamento da scolaretti con voti pessimi, credo che le mosse del Cremlino siano in linea con i nostri comportamenti.
La cosa che sorprende maggiormente è vedere il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani, annunciare un tavolo di lavoro alla Farnesina con la Confindustria, per fare il punto sui rischi potenziali delle aziende italiane presenti in Russia, senza menzionare il vero problema che risiede nella strategia della globalizzazione.
Cari lettori, se non si comprende che oggi è la Russia, ma domani il problema potrebbe diventare la Cina o qualsiasi altro Paese, vuol dire che siamo guidati da Yes-Man che sanno solo ubbidire e non ragionare.
In linea di principio l’Europa dovrebbe ringraziarle il comportamento di Putin, perché senza saperlo, ci sta facendo comprendere l’errore di aver abbandonato il mercato interno.
Se non si capisce quanto è importante realizzare il 50% del fatturato aziendale in patria, incrementando gli stipendi dei giovani, diventa normale che le nuove generazioni affermino che studiare o imparare un mestiere non serve per elevarsi economicamente.
Purtroppo, i giovani che vanno controcorrente, portano le proprie capacità all’estero e il nostro Paese diventa sempre più povero.
Chi guida il G7 ha l’opportunità di evidenziare a tutta l’Unione europea l’importanza di non dipendere esageratamente da altri Continenti e far capire alle associazioni imprenditoriali, sorprese per il comportamento russo, che la loro condotta è in linea con il nostro ambiguo atteggiamento.
L’Italia ha saputo navigare con abilità nella tempesta mondiale della pandemia, della guerra in Ucraina e in quella di Israele-Hamas, ma ora è giunto il momento di cambiare rotta e tornare, senza ripensamenti, ai valori del passato…

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