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Serve cambiare il Sistema, non il Clima!

Cerchiamo di pensare al sociale, smettiamo di sognarlo


08/09/2019

di Andrea di Furia

Bene, il clima si è rasserenato: il Governo giallo-rosso del Conte bisse si è regolarmente costituito. Il Movimento 5 Stelle passa dal sostegno a un Governo di destra al sostegno a un Governo di sinistra. Sul piano costituzionale è un’operazione perfettamente legittima, e tuttavia sul piano politico mette insieme due forze da sempre avverse.

Le naturali resistenze all’operazione, interne ai due partiti, si sono sciolte come neve al sole e questo è avvenuto non perché entrambi i partiti siano particolarmente spregiudicati, ma perché si sono attivati quegli automatismi antisociali che col moderno sistema attuale l’uomo non è più in grado di controllare. Perché insiste a ignorarne le dinamiche.

Tanto che persino le menti migliori ormai non fanno che arrendersi al fatto compiuto e si limitano agli scongiuri, come ad esempio leggiamo ne La Cosa giallo-rossa su La Repubblica di venerdì 6 settembre.


Massimo Giannini: «Non possiamo sapere se davvero questa Cosa giallorossa sancirà con qualche anno di ritardo “un’alleanza naturale” che “riannoda il filo spezzato tra la sinistra e il suo popolo, come sostiene con troppa sicumera Massimo D’Alema” (già incline, a suo tempo, a considerare la Lega di Bossi una “costola della sinistra”). Così come non sappiamo se e quanto reggerà la “virata istituzionale” dell’Elevato di Bibbona, che nell’incredibile salto mortale dal Vaffa all’andreottismo è riuscito a rilanciare un governo benedetto dall’intero e non più inviso establishment planetario, da Trump alla Merkel, dalla Commissione Ue alla Bce, dalla Confindustria al Vaticano. Ma sappiamo che a questo punto non c’è altra strada possibile. “Non lasciate i vostri sogni nel cassetto”, è l’appello lanciato a 5Stelle e Pd dal camaleontico Conte. Non chiediamo tanto. Ci accontenteremmo se, almeno stavolta, quei sogni non si trasformassero in incubi.».

Ignorando gli automatismi antisociali derivanti in Italia da oltre un secolo e mezzo di raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali nel cassonetto unico Stato invece di pensare il sociale stiamo semplicemente sognandolo. E allora ecco il sogno: che da questa anomalia, da questo “aborto democratico” ci si aspetti comunque quello che non è possibile possa avvenire nella realtà sociale concreta. E non solo.

Massimo Giannini: «Quello che ci aspettiamo da un governo anomalo, fragile e tutt’altro che “straordinario”, molto semplicemente è la “normalità democratica”. Come ha detto Marco Revelli ci basterebbe un governo “di salute costituzionale”. Che possa mettere in sicurezza il Paese da ogni forma di avventurismo. Che possa far spurgare i veleni e ricostituire i fondamenti del vivere civile sulla base di un’agenda minima di cose urgenti e indispensabili. Una legge elettorale decente. Un dignitoso patto elettorale in vista delle Regionali in Umbria ed Emilia».

Viene spontaneo domandarsi: possibile aspettarsi da un’anomalia democratica una normalità democratica? Pia illusione, bel vaporoso sogno a occhi aperti. Possibile aspettarsi la messa in sicurezza del Paese non considerando quegli automatismi strutturali di sistema che hanno promosso in concreto quell’insicurezza di cui ci si lamenta? Come, infine, si può arrivare a pensare di spurgare i veleni e ricostituire i fondamenti del vivere civile… stando nel cassonetto unico Stato assieme a quei rifiuti sociali che negli ultimi decenni hanno prodotto quei veleni e hanno degradato quei fondamenti del vivere civile?

Senza avere sotto gli occhi l’operato inosservato di tutte quelle scorie sociali che ribollono e fibrillano da decenni nel cassonetto Stato italiano, e che producono inquinamento e corruzione antisociale, come si può pensare – se non sognando - che esista ancora la bacchetta magica che qualcosina almeno metta a posto?

Si dovrebbe pensare piuttosto che qualsiasi cosa sociale venga immessa nel cassonetto Stato italiano debba invece inquinarsi, corrompersi e degradare. Pensiamo alla nostra Costituzione, per esempio. Tutto ciò di bellissimo che essa enuncia, a distanza di 72 anni [un’intera vita d’uomo], non è ancora stato realizzato!

Il tempo è sempre galantuomo rispetto alle illusioni sociali degli uomini moderni: anche le illusioni nate con la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa nel 1917, spodestando lo Zar, sono scomparse 72 anni dopo, nel 1989, con l’abbattimento del muro di Berlino.

Se non ci rendiamo conto che non è più il tempo della raccolta indifferenziata del sociale nel cassonetto unico Stato – ma neppure nel cassonetto unico Mercato dei Trump e delle Merkel! – vivremo solo di illusioni e ci illuderemo, sognando, di poter protestare in corteo contro i soprusi antisociali che non dipendono più da uomini o da Partiti, ma che sono il risultato di quegli automatismi strutturali che tafazzianamente non vogliamo neppure vedere.

Che senso ha chiedere ad esempio il cambiamento climatico? Nel cassonetto unico Stato (Italiano, Americano, Cinese, Russo ecc.) questa richiesta sacrosanta è destinata a confrontarsi con i rifiuti sociali dovuti alla decennale/secolare raccolta indifferenziata ivi praticata. In mezzo a questa catena montuosa di rifiuti sociali la richiesta di cambiamento del clima - che stiamo portando avanti inutilmente da decenni e non è nata con Greta – non può che inquinarsi, corrompersi e degradarsi. E produrre quel niente che fino ad ora abbiamo ottenuto.

Viviamo in questo (!) sistema antisociale: che pratica la raccolta indifferenziata dei suoi rifiuti politici, economici e culturali. Teniamone conto quindi, e passiamo alla raccolta differenziata del sociale con la massima urgenza. Usiamo correttamente il pensiero e cessiamo di sognare il sociale o di farci pensare dalle cose che accadono.

Non è affatto vero quello che sostiene Giannini: “Sappiamo che a questo punto non c’è altra strada possibile”. Il vero problema sempre più urgente e attuale è il sistema. Occorre cambiare la sua struttura da monodimensionale a tridimensionale: è questa l’unica strada concreta possibile da percorrere, se vogliamo tornare a vedere un futuro.

Dobbiamo scegliere se continuare a lasciar corrompere tutto a causa della raccolta indifferenziata del sociale politico, economico e culturale nel cassonetto unico Stato, oppure se passare, come per i rifiuti urbani, alla raccolta differenziata del sociale in tre diversi contenitori: Stato, Mercato, Scuola.

Come? C’è un proverbio forse dimenticato che dice Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio ovvero, visto che parliamo di sistema sociale, diamo allo Stato quel che è dello Stato, al Mercato quel che è del Mercato e alla Scuola quel che è della Scuola. Utilizzando i tre cassonetti rispettivamente ed esclusivamente per la raccolta differenziata di tutto ciò che è Politica (Stato), Economia (Mercato), Cultura (Scuola).

Quindi, tornando al Clima, rispetto ai disastri atmosferici è molto meglio chiedere come rarissimi striscioni fanno: Cambiate il sistema non il clima! Ai loro autori, come dice la Goggi, chapeaux.

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